martedì 17 novembre 2015

Mosaici del Tellaro gratis per i troppi furti. La Regione si arrende?



Da qualche anno ormai, la villa Romana del Tellaro di contrada Caddeddi, alle porte di Noto, è nota più per il suo degrado che per la valenza dei suoi mosaici policromi. L'area archeologica è abbandonata come mostrano, impietose, le immagini scattate dai pochi visitatori che si recano ad ammirarne la bellezza dei suoi pavimenti musivi. A complicare il quadro del degrado ci sono stati alcuni furti che hanno spinto la Regione siciliana ad eliminare il biglietto di accesso alla villa Romana per evitare la presenza di denaro al suo interno e tutelare, così, turisti e custodi.
Una decisione pro-tempore che dura da ormai qualche mese e fa discutere. 
L’ultimo furto ai danni del sito archeologico è accaduto a luglio quando ignoti portarono via la scatola con i soldi dei biglietti di accesso dopo che, poche settimane prima, venne portata via la cassaforte. Una situazione d’emergenza che la Regione ha fronteggiato con una soluzione-tampone in attesa di trovare fondi per un sistema di videosorveglianza o mettere in campo altre ipotesi. 
Ma quello del biglietto di ingresso e del rischio rapine è solo uno dei tanti problemi del sito scoperto negli anni Sessanta in contrada Caddeddi, riportato alla luce dal soprintendente emerito di Siracusa, Giuseppe Voza, e ormai da qualche anno dimenticato come mostra l’incuria è impietosamente fotografata dai (pochi) turisti. "Il primo problema è arrivare alla Villa romana – dice uno dei visitatori – poiché le indicazioni non sono adeguate e certamente rappresentano una carenza importante poiché non vi sono informazioni né brochure negli altri luoghi d’arte e turismo del Siracusano. La villa Romana è fuori dai tour tradizionali e questo è certamente un errore incomprensibile. E poi, una volta giunti davanti al sito archeologico attraverso una strada dal manto dissestato e tra le erbacce, si giunge a un edificio poco curato e che poco somiglia a un luogo d’arte". 


I mosaici policromi della Villa Romana del Tellaro disegnano le loro meravigliose immagini sotto una copertura sporca e ricoperta da ragnatele, mentre le tre legende che illustrano le scene musive sono sfregiate dal guano dei piccioni. Ma anche il resto della residenza romana è senza cura: persino un piccione morto campeggia tra gli ambienti riportati alla luce mentre sui muri si notano crepe e infiltrazioni. Una situazione di incuria che risale ormai a qualche anno e che si lega all’assenza di risorse per la manutenzione ordinaria dell’area archeologica.
A rischio sono gli stessi tesori. Guano, pioggia, sole e polvere danneggiano soprattutto le porzioni meno protette dei grandi mosaici che, per la loro valenza, fanno sì che la Villa del Tellaro sia per bellezza e importanza seconda alla Villa del Casale di Piazza Armerina. 

Anche le formiche rappresentano un pericolo per l’incolumità dei reperti tanto che, in passato, la Soprintendenza aveva avviato un restauro-tampone a cui però avrebbe dovuto far seguito la manutenzione costante dei reperti. Così come dovrebbe essere progettata una nuova copertura dei pavimenti musivi per garantire protezione e corretta fruizione dei reperti, come suggerito da tempo dalla Soprintendenza aretusea che è adesso a caccia di nuovi fondi.
E la carenza di cure è percepita con amarezza soprattutto dai turisti come dimostrano i commenti scritti dai visitatori al termine dei tour nel sito archeologico: assenza di legende ricostruttive, scarsa pulizia, nessuna brochure turistica. Nessun custode a garantire sicurezza durante le visite né alcuna guida per dare informazioni ai visitatori lungo il percorso. "Bello, bellissimo – dicono i turisti – ma poco valorizzato. Fate pagare un biglietto di ingresso e garantite la manutenzione". Questo uno dei commenti sul libro delle visite che campeggia poco prima dell’uscita davanti alla guardiola dei custodi. E si riapre il dibattito sulla corretta esposizione dei mosaici che, prima dell’inaugurazione del sito, vennero smontati, restaurati e mostrati in tutto il loro ritrovato splendore nella chiesa di S. Domenico, nel centro storico di Noto. "Riportateli al chiuso – commenta l’unico turista siciliano tra le sale della Villa -  magari al museo di Siracusa oppure in uno dei palazzi antichi di Noto. Salvateli:tenerli qui è un’offesa". 
(Isabella Di Bartolo, riproduzione riservata)

1 commento:

  1. Ho avuto l'occasione di visitare la villa qualche anno fa. Semplicemente bellissima con i suoi mosaici. Mi fa rabbia leggere che si trova in uno stato di quasi abbandono!!! Merita veramente un posto di primo piano nel circuito turistico ed invece, come al solito in Italia ed in Sicilia, non si riesce a trovare una soluzione per valorizzare questo sito!!! Soprintendenza, Comune, Provincia, Regione, SVEGLIATEVI!!!

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