venerdì 23 novembre 2018

Latouche a Ragusa: "Il mondo è al punto del non ritorno"

Serge Latouche è un gigante del pensiero moderno. La sua presenza a Ragusa non poteva non attrarre i tantissimi che hanno letto i suoi libri o anche soltanto sentito parlare della cosiddetta “decrescita felice” che è il filone di pensiero del quale il filoso francese è iniziatore.
Con il filosofo ed economista parigino nella sala Ideal di Piazza Libertà anche Rosario Lo Bello, parroco della San Paolo Apostolo di Siracusa, prete quarantenne che ha da anni intrapreso serie e seguito battaglie ecologiste nella sensibilissima area del siracusano, che vuol dire Augusta e Melilli, le raffinerie e tutto quanto ne deriva.
La serata, organizzata e introdotta da Calogero Rizzuto, il Soprintendente di Ragusa, è servita a capire come non ci si può più chiedere se il cambiamento climatico e la distorta politica economica tipica del capitalismo spinto siano causa di chissà quali disastri. Si tratta invece di capire quali e quanti disastri, ritenuti inevitabili, saranno prossimi e certamente nel corso del secolo, posto che gli esperti prevedono un aumento minimo della temperatura media globale di almeno due gradi (altri, ancora più preoccupati, arrivano ad ipotizzare un tre o quattro gradi di aumento).
“Noi cristiani abbiamo a modello il Vangelo – ha spiegato Don Lo Bello – dove è contenuta la visione che Cristo aveva del Creato e della idea di vita terrestre che gli uomini e le donne dovrebbero, se si dicono cristiani, condurre. Non solo – aggiunge il parroco aretuseo – noi donne e uomini appartenenti alla chiesa cattolica abbiamo da qualche tempo anche una apposita enciclica, la “Laudato Si”, che Papa Francesco, primo pontefice nella storia, ha pubblicato proprio per richiamare tutti gli uomini, ed i cristiani in particolare, ad un maggiore rispetto per la natura, per il creato.”
“Da giovane ho lavorato come economista nel Laos – racconta il professor Latouche – dove incontrai uomini e donne che vivevano felici di poco, pochissimo. Sostanzialmente dle riso sufficiente per la vita e con la incontaminata natura attorno. A noi giovani economisti i maestri avevano insegnato che per lo sviluppo di una area apparentemente depressa come quella era necessario, semplicemente, creare un bisogno per poi provvedere a soddisfarlo ovviamente a fronte di un compenso, mettendo così in moto la macchina capitalistica, più o meno raffinata, più o meno evoluta. Adesso – continua l’accademico francese autore di svariati volumi, molti dei quali tradotti in italiano – quel metodo, quel modello è stato portato alla esasperazione, e il mondo tutto è probabilmente già ben oltre il punto di non ritorno”.
Preoccupante la conclusione di padre Lo Bello: “siamo arrivati al punto che dovendo necessariamente attendere una catastrofe, dobbiamo augurarci di subirne una seppure grandiosa ma non ancora apocalittica, così da far capire che tutti, ognuno per la propria parte, che la specie è a rischio per i nostri stessi comportamenti, non più sopportabili dal pianeta


lunedì 19 novembre 2018

L'arte sposa la bellezza a Nuoro


L'arte sposa il lusso e declina la bellezza in un'Isola ancora tutta da scoprire: la Sardegna. E' qui, a Nuoro, che il museo Etnografico ha aperto le sue porte a una manifestazione unica in Italia e giunta alla sua nona edizione. "Magie d'inverno" è il titolo dell'evento che, come ogni anno, riaccende i riflettori sulla Sardegna intesa come crocevia di cultura, d'arte e di meraviglia. Anche per questo, il 2018 è stato dedicato alla longevità intesa come vita da amare, da custodire e proteggere in armonia con la bellezza.

La manifestazione, organizzata impeccabilmente da Rosas 1945, si è svolta a Nuoro tra le sale del Museo Etnografico Sardo trasformate in un luogo aperto a tutti dove curiosi, appassionati e studiosi si sono dati appuntamento.
Un evento del lusso in stretta collaborazione con le griffe più note del
mondo del prestigio e dell’eleganza: Cartier, IWC, Gucci Timepieces, Longines,
Montblanc, Hamilton, Locman, Armani, Mido, Michael Kors, Tissot, Swatch, Vetta e
Breil per l’orologeria, Pomellato, Gucci Jewelry, DoDo, Salvini, Mikimoto, MiMì,
Pandora, Quaglia, Miluna, Recarlo, Utopia e Pesavento per la gioielleria. Grande
novità da quattro edizioni a questa parte, a seguito del coinvolgimento del concept
store Casa Rosas, la presenza di grandi marchi dell’oggettistica, dell’arredamento e
della grande cucina come Venini, Villeroy & Boch, Richard Ginori, Alessi, Carlo
Moretti, Lagostina, Rosenthal, Wedgwood, Moser e la prestigiosa argenteria
Christofle di cui Rosas 1945 è concessionaria unica per tutta la Sardegna. Da
quest’anno, inoltre, è concessionaria di Poltrona Frau, i cui prodotti sono stati esposti
per la prima volta in occasione di Magie d’Inverno.
Quarantanove gli espositori e addirittura cento i brand coinvolti in totale.

La longevità

Caratteristica precipua dei sardi, quest’anno le è stata dedicata l’area convegnistica di
Magie d’Inverno, che, pur incentrata sul mondo del prestigio e dell’eleganza, è anche
una delle principali ambasciatrici della cultura e delle tradizioni sarde in Italia e
all’estero, favorisce un’importante ricaduta nella domanda dei prodotti locali e
valorizza il meglio dell’imprenditoria sarda fungendo da punto di riferimento
culturale. È parso dunque naturale far convergere su questo magnifico primato sardo
la pole position fra i temi in discussione nell’ambito dei convegni collaterali all’area
espositiva.
Sono intervenuti ospiti d’eccezione: i due centenari più anziani di
Sardegna: Gaspare Mele (107 anni) e Innassia Mula (105). In un convegno
moderato dal giornalista Antonio Rojch, i Professori Luca Deiana (ordinario di
Chimica e Biologia Molecolare all’università di Sassari) e Mario Pirastu (presidente
del Parco dell’Ogliastra) hanno fornito adeguata analisi del fenomeno.
I centenari nel mondo sono quasi soltanto donne: per ogni uomo che raggiunge il
secolo di vita ci sono quasi cinque donne (4,8 per la precisione) che fanno altrettanto.

La Sardegna fa storia a sé: laddove la media mondiale è di sei centenari ogni
centomila persone, qui la media è ben 22 su centomila. Addirittura è sardo l’uomo
che ha vissuto più a lungo nella storia dell’umanità (almeno fra quelli certificati nero
su bianco dalle anagrafi): nato nel 1718, in pieno ancient régime, morì nel 1842,
l’anno di uscita dei Promessi Sposi, a ben 124 anni! Seconda classificata nella storia
anagrafica del genere umano è una francese, spentasi a 122 anni.
La Sardegna batte tutti anche sotto il profilo dei “supercentenari”, ossia di quanti
raggiungono e superano i 110 anni: nella storia dell’isola se ne contano ben venti, e
la tendenza alla longevità è attestata sin dai tempi antichi.
Qual è il segreto di questa così dirompente attitudine a vivere a lungo?
«Fondamentale è la genetica», afferma Deiana. «Chi ha centenari in famiglia ha
cinque anni in più di aspettativa di vita». «Diventare centenari significa avere una
protezione genetica contro le malattie vascolari», aggiunge il Professor Gavino
Casu, direttore cardiologia dell’ospedale San Francesco di Nuoro.

Magie d’Inverno

La manifestazione ha ospitato numerosi convegni, due dei quali a cura dell’attore
Gianluca Medas: una sulle tradizioni sarde e una sui murales di Orgosolo. C’è poi
stata una seguitissima prolusione dell’educatore Lorenzo Braina (musiche di Donato
Cancedda), uno spettacolo musicale di Gavino Murgia con un docu-film di
Ferruccio Goia, una presentazione dei libri dello scrittore emergente Stefano Ferri e
un’esibizione dell’orchestra del Liceo delle Scienze Umane e Musicale Sebastiano
Satta. Ha parlato anche il direttore de La Nuova Sardegna Antonio Di Rosa.
A conclusione dell’evento, si è esibito il coro di voci bianche dei Centri di ascolto Uil
Mobbing e Stalking contro tutte le violenze, composto da bambini di diverse
nazionalità, che hanno presentato il CD “Canti di Magie”, realizzato grazie
all’interessamento di Fabio Rosas, ideatore e organizzatore di Magie d’Inverno
insieme al figlio Marco. Il ricavato sarà interamente devoluto al Centro Antiviolenza
del territorio, per tendere una mano solidale ai minori maltrattati, abusati fisicamente
e psicologicamente. Era presente la Responsabile regionale di questi Centri,
Marilena Pintore.
Infine lo spettacolo Bianco e nero, i volti della longevità, diretto da Lorenzo Fasolo
per la fotografia di Luigi Corda e le musiche di Beppe Dettori.

Dichiarazioni
Francesco Nieddu (responsabile commerciale OjSolutions): «Magie d’Inverno è una
grande opportunità e siamo lieti di averla colta: abbiamo contattato molte aziende e
numerosi imprenditori coi quali avvieremo una collaborazione. E’ un marketplace di
primo livello per chi vuole avviare o, nel nostro caso, estendere il proprio business».
Andrea Moschini (direttore vendite nazionale Recarlo): «Conosco Fabio Rosas da
anni e non è la prima volta che partecipo alle sue iniziative. Con Recarlo quest’anno
abbiamo aderito con piacere anche per presentare alcune importanti novità.
L’organizzazione è stata persino al di sopra delle aspettative, e sottolineo il
meraviglioso contrasto con la location: cultura antica e moderna che incontra il
territorio in un unicum di continuità. Davvero magnifico! Replicheremo sicuramente
fra due anni».
Giuseppe Matteo Pirisi (presidente Istituto Superiore Regionale Etnografico):
«Ormai Magie d’Inverno è un classico nei nostri spazi (il Museo Etnografico è gestito
dall’ISRE e questa è la terza edizione dell’evento che si tiene qui, ndr), e ne siamo
lieti perché, come ho detto anche altre volte, la cultura che esprimiamo attraverso i
nostri reperti e i nostri costumi antichi è la stessa che esprimono i brand espositori coi
loro prodotti: la bellezza del passato e quella del presente si fondono su un proscenio
unico al mondo come la Sardegna».

Dichiarazione di Fabio Rosas, titolare di Rosas 1945 e ideatore di Magie
d’Inverno
«Con la nona edizione appena conclusa registro commosso un crescendo di
aspettative, entusiasmo, coinvolgimento umano e imprenditoriale in questa creazione
che oggi porto avanti con mio figlio Marco, mia nuora Arjola e mia moglie Piera. In
due giorni ho visto transitare imprenditori, brand, acquirenti, visitatori, migliaia di
persone ma soprattutto amici. Credo che il successo della formula di Magie
d’Inverno, al di là dello stesso immenso valore dei marchi coinvolti, sia dato proprio
da questo: qui ci sono amici. Un grande patrimonio umano, assai raro nel suo
insieme. E poi, c’è tutta la Sardegna, la mia terra coi suoi valori, che finalmente
valicano il mare e arrivano ovunque, non solo nella penisola».


Rosas 1945 è una delle principali gioiellerie italiane. Aperta nel 1999 da Fabio Rosas e da sua
moglie Piera, ha origini lontane nel tempo. L’inizio dell’attività della famiglia si deve infatti al
nonno paterno, che fondò l’azienda nel 1920. Nel 1945 (anno presente nella ragione sociale proprio
per celebrare questo evento) il figlio Antonio, stabilitosi a Nuoro, segue le orme del padre e apre un
proprio punto vendita. Oggi è Fabio, figlio di Antonio, a continuare, insieme al proprio figlio Marco
e alla moglie di questi, Arjola, la tradizione familiare, improntando il successo alla passione e alla
professionalità sviluppata nell'arco di queste generazioni, coadiuvati in questa missione dalla
moglie di Fabio, Piera.
Rosas 1945 è concessionaria di importanti marchi di gioielleria quali Mikimoto, Cielo
Venezia1270, DoDo, MiMì, Pomellato, Gucci Jewelry, Quaglia, Salvini, Pandora, Mattioli Utopia.
Tra le maison di orologi ricordiamo Cartier, Hamilton, IWC, Gucci Timepieces, Montblanc,
TagHeuer, Vetta, Zenith, Longines, Tissot, Swatch.
Ad affiancare l’offerta della gioielleria è nato nel 2011 Casa Rosas, un concept store dedicato
all’oggettistica d’arredo, alla cucina e alle liste nozze con grandi marchi come Baccarat, Venini,
Gabbiani, Lladrò, Lalique, Pampaloni, Messulam, Christofle, Richard Ginori, Villeroy & Boch,
Alessi, Carlo Moretti, Lagostina, Kitchen Aid, Coltellerie Berti.
L’azienda, inoltre, è da sempre impegnata nell'organizzazione di manifestazioni ed eventi
importanti legati alla propria attività promozionale. Numerose sono infatti le iniziative concepite
per presentare alla clientela collezioni nuove ed esclusive, oltre che per diffondere la cultura del
gioiello e dell'orologio, far conoscere il gusto squisito e raffinato di creazioni uniche ed esaltare il
legame con il territorio, delle cui tradizioni tutti i prodotti locali – inclusi quelli di lusso – si
nutrono.

venerdì 26 ottobre 2018

Montalbano Elicona e l'Unesco, nuovo turismo


Conferenza mondiale Icham Icomosa Montalbano Elicona: 
le istituzioni Unesco e regionali ottimiste sulla candidatura dell’Argimusco a sito patrimonio dell’umanità. Il presidente nazionale dell’Icham (Comitato scientifico internazionale per la gestione del patrimonio archeologico) John Peterson assicura: Sicuramente lo diventerà, il sito è eccezionale. L’iter burocratico è lungo ma sono ottimista”. RaymonBondin, componente commissione nazionale Unesco Malta: “Queste rocce dell’altopiano sono un evidente patrimonio dell’umanità”. L’assessore regionale ai beni Culturali Sebastiano Tusa: “E’ molto importante anche dal punto di vista storico culturale”

Posso dire con sicurezza che sicuramente il sito dell’Argimusco di Montalbano Elicona merita di essere inserito nei siti dell’Unesco perché è eccezionale. Il nostro compitocome Icham e Icomos è quello di valutare il sito dal punto di vista scientifico, e quello che abbiamo notato visitando il luogo in questi giorni  è incredibile.In seguito,prima di diventare patrimonio dell’umanità,si dovrà seguire tutto l’iter burocratico previsto in questicasi,ma sono ottimista”. A dirlo che John Petersonpresidente Icham(Comitato scientifico internazionale per la gestione del patrimonio archeologico)durante la  giornata inaugurale del meeting mondiale patrocinato dall’Unesco  al Castello di  Montalbano  Elicona  promosso dell’Icahm (e dall’Icomos (comitato scientifico della commissione Unesco). All’evento hanno partecipato  partecipazione studiosi di 32 Paesi del mondo.  Fino al 28 ottobre gli  studiosi analizzeranno e discuteranno sull’Argimusco per poi valutare se inserirlo nella lista dei siti  che possono essere candidati a diventare patrimonio dell’umanità. ”Ci sono delle caratteristiche del sito che sono uniche – prosegue Peterson -. Abbiamo trovato dell’ossidiana , quindi si può ipotizzare che il sito esistesse già nel periodo paleolitico e in quello neolitico. Si presume poi da alcuni insediamenti presenti, che i popoli e le civiltà che si sono susseguite in Sicilia, abbiano visitato il luogo. Inoltre un’altra caratteristica interessante del  posto dal punto di vista climatico e del ambientale e l’abbondanza  di acqua e sorgenti e questo  fa ben sperare sulla sostenibilità nel lungo periodo del territorio. L’Argimusco ha anche un panorama fantasticosull’Etna, anch’esso patrimonio dell’umanità  ed ha delle rocce incredibili per grandezza e forma, che risalgono a migliaia di anni di fa. Un posto  che continueremo a studiare nei prossimi mesi perché ci sono tante caratteristiche che ci attraggono”.“Abbiamo deciso – conclude Peterson - di svolgere qui la conferenza mondiale Icham- Icoimos  per la bellezza di Montalbano e dell’Argimuscoche  sono  posti unici e difatti, non è stato complicato convincere l’organizzazione ad optare per questa scelta”.
D’accordo anche RaymonBondincomponente della commissione nazionale Unesco Malta: “Sono innamorato di questo sito e da tre anni sto cercando di muovere l’interesse delle istituzioni per farlo riconoscere intanto dalla regione Sicilia come sito di interesse paesaggistico culturale. Ho portato oggi qui i più noti  archeologi e studiosi del mondo, che sono rimasti meravigliati dall’importanza di queste rocce sicuramente da considerare come patrimonio mondiale dell’umanità. Sono uniche per grandezza in tutta Europa, e questo è già un primato che dobbiamo valorizzare. Questo è un importante sito non solo per  MontalabanoElicon,a ma per tutto il territorio dei Nebrodi. L’Argimusco possiede quei valori universali che l’Unesco considera fondamentali quando deve fare delle sclete. L’iter burocratico per far diventare il sito patrimonio Unesco odura circa due anni, :dopo che sarà riconosciuto dalla soprintendenza e dalla regione come sito d’interesse paesaggistico  culturale e avrà un vincolo si farà il primo dossier per metterlo nella lista d’attesa dell’Unesco. Sarà poi passerà il comitato nazionale Unesco a valutarlo e poi  tramite il ministero della Cultura sarà presentato all’Unesco a Parigi per avere il riconoscimento”.
Le peculiarità dell’Argimusco  state illustrate agli altri studiosi da Andrea Orlando astro-archeologo,tra i primi  ad analizzare il sito  che ha spiegato: “La prima volta che ho visto l’Argimuscomi ha rapito per la sua bellezza,  e da qui ho iniziato ad occuparmene dal 2010. Gli scienziati che in questi giorni lo hanno visitato,  sono rimasti estasiati dal luogo per il paesaggio tra l’Etna, l’arcipelago delle Eolie, la Rocca Novara e i monti Nebrodi. La grandezza di queste rocce li ha poi impressionati quindi sono contenti di attivare nei prossimi mesi  uno studio multidisciplinare, e torneranno per fare  analisi con geo radar quindi con tecniche di geofisica e geo elettrica. Inoltre, con dei droni multispettrali mapperanno il territorio  utilizzando tecnologie non invasive e all’avanguardia”. E presto per confermare alcune tesi ma dai frammenti trovati la frequentazione preistorica è certa. Ci sono anche reperti ceramici tipici dell’età greco ellenistica. In quelperiodo l’Argimusco faceva parte della città ellenica di Abacainon della quale i resti sono stati trovati a Tripi. Sulle particolari forme delle rocce del sito è difficile ci sia la mano dell’uomo  poiché essendo dipietra arenaria è l’azione della natura le ha modellate nei millenni. In alcune rocce, tuttavia come la vasca intagliata sulla sommità di una pietra dell’acqua, in quella definita dei sette scalini, nella tomba a grotticella, nel palmento rupestre,  troviamo attività antropica quindi la frequentazione dell’uomo è certa. Dal punto di vista astronomico l’ipotesi più accreditata è quella dell’astronomia degli orizzonti, perché dall’Argimuscosi può osservare la Rocca Novara che indica l’est geografico quindi in prossimitàdegli equinozisi può osservare il sole che sorge in prossimità della Rocca e questo fornisce informazioni sull’alternanza delle stagioni e aiuta nelle pratiche agricole e religiose dal neolitico in poi. Non c’è invece una corrispondenza tra costellazioni e perché le rocce sono naturali e sono stateposizionate dalla natura”
.“Si tratta di un sito bellissimo – ha detto anche l’assessore ai Beni culturali e all’identità sicilianaSebastiano Tusa –. Noi siamo orgogliosi di avere in Sicilia il numero di siti maggiore  patrimonio dell’Unesco e anche questo potrebbe diventarlo, soprattutto per l’importanza storica del luogo crocevia di eventi di grande rilevanza e per la bellezza del sito. Noi come Regione faremo quanto necessario e lo inseriremo sicuramente tra i siti da evidenziare e valorizzare per diventare patrimonio Unesco””. Soddisfatto il sindaco di Montalbano Elicona LucianoTaranto che ha evidenziato: “Siamo fieri di avere qui questi importanti studiosi mondiali, da anni abbiamo chiesto di attenzionare l’Argimusco e siamo fiduciosi che queste rocce antropomorfe  uniche al mondo possano diventare patrimonio  di tutto il mondo. Sono anche molto felice della presenza delle istituzioni regionali che sono certo daranno massimo risalto a questo evento e al sito e sono orgoglioso per la presenza di diversi sindaci del comprensorio, perché si deve fare rete e sono sicuro che se l’Argimusco diventerà sito patrimonio dell’umanità arriverà un turismo di grande spessore culturale non solo per Montalbano per tutto il comprensorio”. Anchel’organizzatrice dell’evento Ermina De Francescoè entusiasta e ha rimarcato: “Non è stato facile organizzare questo evento mondiale con la presenza di numerosi studiosi e autorità da tutto il mondo, in questa occasione hanno potuto conoscere meglio Montalbano Elicona e tutto il comprensorio, e le stupende tradizioni culturali e enogastronomiche. Un apporto importante all’evento è stato dato anche dalla Confcommercio di Messina e dalla istituto Antonello Messina. La Confcommercio inparticolare ha potuto esporre i prodotti tipici locali del territorio che sono stai messi in mostra e valorizzati e sono stati molto  apprezzati dai partecipanti da tutto il mondo”.Durante la prima giornata si è discusso anche di “Messina e la sua Città Metropolitana: arte, artigiani ed eccellenze” e sono inaugurate  due mostre (curatori: Alessandro La Motta e Fulvia Toscano): “Lighea”, un tributo a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de “Il Gattopardo” e “Tradurre la Bellezza”, dedicato alla traduzione delle poesie Greche da parte di Salvatore Quasimodo”. A Palazzo Todaro per l’occasione il 26, 27 e 28 ottobre è stato allestito uno shopping pointdi prodotti tipici del territorio, con tutte le eccellenze enogastronomiche siciliane.

giovedì 25 ottobre 2018

Convegno Unesco in Sicilia, zoom su Montalbano Elicona


Il Borgo dei borghi d’Italia ospita da oggi e fino a domenica 28 ottobre il convegno annuale promosso dell’Icahm (Comitato scientifico internazionale per la gestione del patrimonio archeologico) e dall’Icomos (comitato scientifico della commissione Unesco) con il patrocinio dell’Unesco e la partecipazione di 32 Paesi tra cui Emirati Arabi, Australia, Usa e Sudafrica.
E’ il suggestivo Castello di Montalbano Elicona la sede del meeting mondiale dove, per quattro giorni, si discuterà di patrimonio culturale e dell’altipiano di Argimusco in corsa per la candidatura nella World heritage list dell’Unesco. Discover Sicily's Argimusco: a holistic approach to heritage management è infatti il titolo del meeting.
Oggi, 25 ottobre, dalle ore 9.00 si svolgerà la giornata di inaugurazione dell’evento alla quale prenderanno parte numerosi ospiti tra i quali il presidente Icahm John Peterson, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e il direttore World Heritage Centre Unesco Mechtild Rössler e Raymon Bondin, ambasciatore e presidente della commissione nazionale Unesco di Malta. Saranno presenti anche l’assessore Beni Culturali e Identità Siciliana, Sebastiano Tusa, l’assessore delle Infrastrutture della Regione Siciliana, Marco Falcone, il presidente Icomos Italy, Pietro Laureano, il direttore generale Iccrom, Webber Ndoro e l’autore del libro  "Megaliti di Sicilia" Gaetano Pantano.
Durante la prima giornata si discuterà anche di “Messina e la sua Città Metropolitana: arte, artigiani ed eccellenze e saranno inaugurate  due mostre (curatori: Alessandro La Motta e Fulvia Toscano): “Lighea”, un tributo a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de “Il Gattopardo” e “Tradurre la Bellezza”, dedicato alla traduzione delle poesie Greche da parte di Salvatore Quasimodo, uno dei più importanti scrittori italiani, nel 50esimo anniversario dalla sua morte.

ARGIMUSCO E UNESCO: CONFERENZA STAMPA ORE 17.30 castello di Montalbano
Nel pomeriggio, alle ore 17.30, si terrà la conferenza stampa di presentazione degli studi sull’Argimusco con le nuove teorie sul sito megalitico e le motivazioni scientifiche che sosterranno la candidatura Unesco.
L’altipiano di Argimusco è oggetto di studi da parte di Andrea Orlando, l’unico astro-archeologo siciliano, che sta analizzando il sito considerato un santuario naturale antichissimo avviando uno studio multidisciplinare i cui risultati saranno illustrati domani in conferenza stampa. Il suo studio è sulle tracce dei docenti Pantano e Todaro.
Il convegno è promosso in collaborazione con il Comune di Montalbano Elicona guidato dal sindaco Filippo Taranto. “E’ per noi motivo di orgoglio ospitare un evento di tale rilevanza a cui parteciperanno esperti e rappresentanti istituzionali di tutto il mondo. Il nostro interesse principale in merito al sito di Argimusco, che rappresenta un tesoro, è quella di verificare la presenza umana e di conseguenza conferire valore scientifico a quelle teorie che negli anni lo hanno reso famoso per le sue rocce millenarie”.

sabato 1 settembre 2018

Noto antica, non solo barocco: tour nella città abbandonata dopo il sisma del 1693


Noto antica è una “Pompei siciliana”. Sul monte Alveria, poco lontano dalla Noto barocca di oggi, tutto è rimasto come era la sera di domenica 11 gennaio 1693 quando un terribile terremoto distrusse la Sicilia orientale e rase al suolo anche la millenaria città. Netum, così si chiamava, venne fondata secondo la leggenda dal Ducezio, re dei Siculi, nel 428 avanti Cristo, sul colle a forma di cuore che dominava la valle, protetto da dirupi e gole montuose. Da questo luogo che raggiunse il suo splendore nel Medioevo e poi fino al XVI secolo quando divenne uno dei centri culturali più importanti della Sicilia sudest, i netini sopravvissuti scapparono via lasciando palazzi, botteghe, chiese e ospedali tra i detriti per rifondare una Noto ancora più bella e preziosa. Per ricostruire più a valle, in un altro sito, un’altra città intarsiata di pietra dorata che dal 2002 è iscritta tra i beni dell’Unesco. 


Fuori dalla città barocca di oggi, ci sono i resti di Noto antica che è un luogo storico immerso nella natura, meta di trekking archeologico e di studiosi da tutto il mondo impegnati nella ricostruzione storica di un centro abitato da 12mila anime e che vantava 11 conventi, 34 chiese e 8 monasteri protetti da alte mura di cui ancora oggi restano tracce. Mura di poderosi blocchi lapidei che non furono mai sfondate da nemici: mai, l’antica Noto, fu conquistata da popoli avversari ma solo il terremoto riuscì a colpirla. Oltre ai blocchi delle mura, si conservano le porte della città da cui si accedeva al centro abitato: la porta di Noto antica è ancora adesso l’accesso al sito archeologico.
Dell’abitato più antico restano tracce dell’agorà, dove gli abitanti si riunivano in assemblea, dei ginnasio e degli Heroa che erano luogo destinati a manifestazioni pubbliche. Fortificata in epoca araba, si arricchisce di edifici tra cui il castello che sovrasta il colle mentre nel Medioevo acquista la fisionomia tipica delle città di quest’epoca con chiese e tre piazze che suddividevano il centro abitato in piano del Crocifisso, piano Maggiore – con la piazza centrale del paese oggi indicata con un’edicola votiva a ricordo dell’antica Noto - e piano Santa Venera attraversati da una strada principale chiamata via Cassaro: di tutto questo si possono ammirare resti. Passeggiare tra queste rovine significa immaginare l’antica Netum, vitale centro culturale siciliano con le sue 14.416 case come raccontano le cronache dell’epoca. Tra le rovine spiccano quelle della chiesa del Carmine di cui restano il basamento con una struttura a tre navate da cui si comprende la struttura dell’edificio dove si trovano anche le tombe dei frati Carmelitani indicate con bassorilievi raffiguranti ossa incrociate. Maestose le rovine del convento e della chiesa dei Gesuiti e quelle del palazzo della famiglia Landolina, con lo stemma nobiliare che raffigura due leoni simbolo di forza; riconoscibili anche i resti dell’ospedale cittadino dedicato a Santa Maria di Loreto con i suoi ambienti
Il castello di Noto antica è collegato alle sue mura e conserva la sala d’armi e le scuderie, oltre a torri e una prigione dove si leggono ancora bassorilievi e iscrizioni dei detenuti che qui scontavano le loro pene. I galeotti scrivevano i loro nomi sulle pietre del carcere, come si può leggere ancora oggi, ma non solo: in alcuni blocchi sono disegnati giochi che i detenuti facevano tra loro con pedine, una sorta di antenato del gioco della dama. 


L’area archeologica è arricchita dalla natura più lussureggiante perché, nei pressi del fiume Asinaro, ci sono oggi percorsi naturalistici meta di appassionati di storia e botanica. Oltre al sito che racconta la città prima del 1693, qui si trova cava del Carosello: un canyon profondo un centinaio di metri e in fondo al quale scorre il fiume Asinaro. Migliaia di specie botaniche e tracce delle attività dell’uomo legate all’acqua perché qui si trovano anche i resti delle concerie: “botteghe” scavate nella roccia in epoca araba dove gli antichi netini producevano la concia delle pelli sfruttando l’acqua del fiume necessaria per la lavorazione delle pelli. Si trovavano qui anche mulini di cui rimangono resti e tracce di acquedotti, scavati a cielo aperto, che servivano per portare l’acqua ai mulini attivi fino al dopoguerra.
L’antica Netum rivive grazie all’opera Efan del ministero dell’Istruzione che ha ricostruito virtualmente quattro aree della città antica. Ogni anno, in occasione della festa dell’Alveria che si celebra l’ultima domenica di maggio, l’istituto culturale Isvna ridà vita all’antica Netum con giostre medievali, tornei e visite guidate per riscoprire la città del passato.
Isabella di bartolo

Naxos e la lettura, al via un viaggio nella bellezza

" CustoDire la Bellezza" è il tema scelto da Fulvia Toscano, direttore artistico del festival Naxoslegge, per la VIII edizione della rassegna, che conferma la sua vocazione di evento diffuso, il cui programma si snoderà per tutto il mese di settembre.
" L' ombrello è il simbolo di questa VIII edizione del festival, come afferma Fulvia Toscano, un ombrello che custodisca la Bellezza, al riparo dal tempo ma non fuori dal tempo. Un ombrello che, come visibile nell icona scelta per la locandina, ci faccia ascendere non.per prendere le distanze ma per cambiare la prospettiva sul mondo. Uno sguardo nuovo con cui ri -guardare le cose, per prendersene cura. Ci piace qui sottolineare che, da quest'anno, Naxoslegge è entrato a far parte della Rete dei festivals del Sud, con cui condivide lo spirito di collaborazione e aspirazione alla sinergia sui territori"

Tre premi importanti saranno assegnati nel corso della rassegna: il 31 agosto, premio ai promotori della lettura, a Giuseppe Lupo; il 1 settembre, in collaborazione col Parco archeologico di Naxos,il neonato premio " Comunicare l' antico", di cui saranno insigniti Archeoclub di Sicilia, INDA di Siracusa, CNR-IBAM di Catania, MIssione archeologica delle Domus di Villa San Pancrazio di Taormina e MOISA, la associazione internazionale di studi sulla musica greca e romana. Infine, il 22 settembre, nella cornice di Villa Garbo, a Letojanni, per la sezione Le donne non perdono il filo, sarà premiata la grande regista Liliana Cavani. 
 
Due le mostre in programma: quella ideata e organizzata da Italia Nostra-Messina, dedicata ai paesaggi terrazzati, che sarà inaugurata a Messina il 25 settembre, che vede una collaborazione di  Naxoslegge con presenza di Franco Arminio; l ' altra, del maestro Alessandro La Motta, che sarà inaugurata il 27 settembre, alla Galleria di arte moderna di Messina, dal titolo." Tradurre la Bellezza", dedicata a Salvatore Quasimodo traduttore dei lirici greci.
Tanti gli incontri dal 2 settembre al 1 ottobre,  con il coinvolgimento di tanti ospiti, tra cui citiamo Giuseppe Lupo, Marinella Fiume, Giuseppe Nuccio Iacono, Gaetano Armao, Fabrizio Fonte, Paolo Matthiae, Massimo Cultraro, Beppe Manno, Sebastiano Tusa, Giuseppe Parlato, Stefania Mazzone, Liliana Nigro, Giorgio Ierano', Antonella Prenner, Mauro Cappotto, Giuseppe Manitta, Pierfrancesco Bruni,  Ignazio Buttitta,  Sergio Todesco, Franco Arminio, Salvatore Nicosia, Fabio Granata, Aurelio Pes, Alberto Samona', Antonio Gerbino, Ester Rizzo, Tino Vittorio, Rosario Castelli, Paolo Sessa, Dora Marchese, Gianfranco D'Amico, Mario Falcone, Cristina Marra e tanti altri. Si confermano le preziose collaborazioni con associazioni,accademie, altri festivals tra cui  Accademia delle Belle arti di Catania, Altra metà, Archeoclub, Cultura Aetnae, Nymphea, Rassegna del Cinema itinerante diretta da Beppe Manno, Sabirfest, Dragonfest, Parco letterario Salvatore Quasimodo, Fidapa, Italia Nostra, CIDI di Messina, Feltrinelli point di Messina; con istituzioni del territorio, tra cui i diversi comuni che ospitano alcuni degli appuntamenti del festival ( Ficarra, Letojanni, Castelmola, Scaletta Zanclea, Città metropolitana di Messina, Castiglione, Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Siracusa); partners e promotori come la Federalberghi di Giardini Naxos, la Fineco di Messina, main sponsor per l' evento dedicato a Liliana Cavani, e tante realtà che hanno.reso possibile l evento, auto prodotto, come di consueto.
Si rafforza il rapporto col Parco archeologico di Naxos-Taormina, diretto da Vera Greco, con cui saranno realizzati diversi appuntamenti, ospitati sia presso il museo di Naxos sia a Palazzo Ciampoli a Taormina.
 
Fondamentale il supporto del Liceo Caminiti di Giardini Naxos, partner storico del festival, per volontà della dirigente Carmela Maria Lipari, protagonista indiscusso del progetto, che vede la partecipazione attiva di tantissimi studenti, attori e promotori della manifestazione, di cui molti importanti appuntamenti si svolgono nel plesso del Liceo che apre le sue porte, come di consueto, anche al pubblico esterno. Attiva anche la partecipazione dell istituto comprensivo di Giardini Naxos, con cui Naxoslegge proporrà una anteprima di Passaparola, il progetto, partito lo scorso anno, che si svolgerà nel mese di febbraio.
Il 15 settembre a Siracusa, con l'assessore alla cultura Fabio Granata, sarà realizzato un vernissage di presentazione della nuova edizione di Nostos. Festival del viaggio e dei viaggiatori, ideato da Naxoslegge, che, a partire dal 2019, sarà ospitato stabilmente a Siracusa, con una nuova veste, insieme al premio internazionale  "Custodi della Bellezza". 
 
Un Festival che mantiene viva la scelta del pluralismo e promuove un' idea militante di cultura, nella direzione di un impegno che, aldilà degli appuntamenti di settembre, in realtà si propone come un laboratorio permanente di idee,capace di coinvolgere un pubblico molto stratificato, su una pluralità di contesti territoriali e culturali.