tag:blogger.com,1999:blog-4130354325428351572024-03-04T21:58:29.784-08:00ArcheoSiciliaItinerari creativi alla riscoperta dell'Isola isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.comBlogger158125tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-27764036832789463022023-01-15T09:13:00.001-08:002023-01-15T09:13:18.022-08:00I tesori "autenticamente" falsi di Taormina <p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">Un giallo siciliano in salsa archeologica si snoda tra Taormina e Palermo, passando per l’Inghilterra e la Germania. Tra il 1865 e il 1876, un contadino di Giardini Naxos, tale Moschella, dichiarò di aver scoperto un tesoretto di piccole statue lavorando la terra nelle campagne di Mistressa, alle spalle del paese. Figurine buffe, strane, con iscrizioni indecifrabili e pose fantasiose. “Monumenti d’arte sconosciuta” come vennero chiamati dagli appassionati dell’epoca che facevano a gara per acquistarle e che, fino ad oggi, fanno parte delle collezioni del British museum, dell’Istituto archeologico Germanico di Roma e del museo Salinas di Palermo.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;"> </span></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiLBQKh90WuCEuzogr_nnliCueQrt2XaCGo-P7YVpvbCcC4PXCFbUibMNhTL400JXUG48EgJ_Cr86yXDKLgtLZ51qQZzeEvXeyoSc0_Tx4w4c4HzDR6X8zIPncY3MMhTLR85vgDEad2m1iFON5AhAbCcA0c6NrWZx4_3u8p1ftISaMSselUSj3YnrT1Cg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="240" data-original-width="320" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiLBQKh90WuCEuzogr_nnliCueQrt2XaCGo-P7YVpvbCcC4PXCFbUibMNhTL400JXUG48EgJ_Cr86yXDKLgtLZ51qQZzeEvXeyoSc0_Tx4w4c4HzDR6X8zIPncY3MMhTLR85vgDEad2m1iFON5AhAbCcA0c6NrWZx4_3u8p1ftISaMSselUSj3YnrT1Cg" width="320" /></a></div><br /><br /><p></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">All’epoca infatti, Taormina e l’area dell’antica Naxos erano mete indiscusse del Grand tour dei viaggiatori che, dalle ricche città d’Europa, giungevano in Sicilia per scoprire i resti dell’antica civiltà. E fu proprio a questi turisti d’eccezione che il contadino vendette, con grande fortuna, i suoi buffi ritrovamenti con il sostegno di archeologi di grande fama. <Eppure erano autentici falsi – dice Flavia Frisone, docente di Antichità greche all’Università del Salento – che circolarono nel mercato archeologico per oltre un decennio, nella metà dell’Ottocento. Un affaire che ebbe grande successo grazie alla presenza attiva di Francesco Saverio Cavallari il quale, giunto dal Mexico e nominato ai vertici della Direzione delle Antichità di Sicilia, già nel 1865 aveva perorato l’acquisto da parte della Regia Commissione per le Antichità e Belle Arti di reperti archeologici provenienti dalla collina di Mastressa>. </span></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;"><br /></span></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;"><br /></span></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjHeutEOoPKAMltmcUrz5zCzc-aVY6gzDbziv3TwC48Ls4JuHfTLQsRIub8H3gJpKHzn4Na8ST-Ev42V5SdfBdfFNtlIgc4yCPLPL6xflU9MDOPE1mvZGCMTCII-pK5cpoErBORRgiEAYeSAmk7oyfYcqxOf6j6eVM36F66Sc-38mdE0AuAwbRNBcDVyw" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="320" data-original-width="240" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjHeutEOoPKAMltmcUrz5zCzc-aVY6gzDbziv3TwC48Ls4JuHfTLQsRIub8H3gJpKHzn4Na8ST-Ev42V5SdfBdfFNtlIgc4yCPLPL6xflU9MDOPE1mvZGCMTCII-pK5cpoErBORRgiEAYeSAmk7oyfYcqxOf6j6eVM36F66Sc-38mdE0AuAwbRNBcDVyw" width="180" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgjUfQPIFPF3fz4UmDzWGQdf_en4Z7vuJRM5arvXK7wbYlMXPZ9qR-INz84W1HpT2a8xVIqeO1hDFHlATrPx0PBvOtZ2Cb7dvA70HgJcMMmJesnNmlqq3tXIA9mMxUyl6xqIO8R5Ik3ehOP6p_mEqyj1-HHWadjJLQFZPs-q4-acg1Md7jDgjUdmFrdVQ" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="320" data-original-width="320" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgjUfQPIFPF3fz4UmDzWGQdf_en4Z7vuJRM5arvXK7wbYlMXPZ9qR-INz84W1HpT2a8xVIqeO1hDFHlATrPx0PBvOtZ2Cb7dvA70HgJcMMmJesnNmlqq3tXIA9mMxUyl6xqIO8R5Ik3ehOP6p_mEqyj1-HHWadjJLQFZPs-q4-acg1Md7jDgjUdmFrdVQ" width="240" /></a></div><br />Non solo, due anni dopo, Cavallari pubblicò una relazione certosina sulla presunta area archeologica di Mistretta, sui pezzi rinvenuti descritti con precisione dando, così, pieno riconoscimento scientifico al ritrovamento del contadino. Il direttore delle Belle arti accennò pure allo stile rozzo dei manufatti che, però, ricondusse alla popolazione dei Siculi che in quest’area dell’Isola avevano vissuto. <Ma un ruolo decisivo, a favore dell’autenticità di quegli strani oggetti – prosegue la docente - giocava la presenza delle iscrizioni. Quello stesso elemento che, quasi 150 dopo, rivelerà la beffa messa in piedi dallo scaltro contadino con il sostegno di qualcuno ben più scaltro di lui. Quando, infatti, nacque qualche dubbio sulla vera natura dei reperti, Cavallari stesso volle eseguire uno scavo archeologico nel campo di Mastressa per fugare qualsiasi perplessità e scrivere persino nuova, molto discutibile, pubblicazione. Ma qualcosa non funzionò e quando, nel 1875, il contadino chiese alla Commissione di antichità e belle arti il permesso per vendere altri pezzi al museo Salinas, l’istituzione disse no. Moschella trovò comunque altri acquirenti: diplomatici inglesi, antiquari e pseudo-venditori d’arte. Insomma, fu messa in piedi una piccola industria del falso di cui 100 oggetti sono giunti sino ai nostri giorni ben nascosti nei magazzini dei musei che li acquistarono>. A svelare l’affare furono le iscrizioni incise sui reperti che, si scoprì poi dopo, ricopiavano i caratteri dell’iscrizione scoperta in quegli anni al Ginnasio di Taormina e altre incisioni antiche. Il contadino, da analfabeta, ricopiava a modo suo l’alfabeto antico e riproduce in caratteri italici anche motti dell’epoca. <Fu Mommset che gridò allo scandalo – dice la docente Frisone – e Giuseppe Fiorelli, allora alla guida del museo di Palermo, disse che mai questi oggetti sarebbero stati visti da alcuno. Lo studioso non voleva in alcun modo che quest’arte falsa potesse offendere il museo Salinas con le sue collezioni tra cui spiccava l’arte arcaica delle metope di Selinunte. Di questi oggetti non si seppe più nulla fino a quando, negli anni Sessanta, un archeologo inglese impegnato a studiare i pezzi del British museum, rinvenne gli strani reperti tra le collezioni nei magazzini; negli anni Novanta, poi, uno studioso tedesco pubblicò la descrizione di quelli inediti conservati all’Istituto Germanico di Roma e fu il primo a capire che facessero parte di un meccanismo ben congeniato dove le iscrizioni erano il punto forte e debole allo stesso tempo. Mancava uno studio preciso sul gran numero di pezzi custoditi al museo di Palermo perché inaccessibili e nascosti. Così, con l’Università di Lecce abbiamo curato un progetto sui falsi coinvolgendo l’Istituto d’arte di Parigi, culminato in un convegno con i pezzi siciliani tra i protagonisti>.<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;"> </span><p></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">Isabella di bartolo (riproduzione riservata) </span></p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-40813434789155186992023-01-15T09:08:00.004-08:002023-01-15T09:08:34.638-08:00Il Ginnasio Romano di Siracusa, gioiello sconosciuto<p style="text-align: left;"><span style="text-align: justify;">A Siracusa, n</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: justify;">egli anni Ottanta, questo luogo a due passi dal centro, era lo scenario preferito per le fotografie degli sposi. Qualcuno lo ricorderà ancora tra le tappe del giorno delle nozze. </span></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: justify;">Ma per molti il Ginnasio romano – o Piccolo Teatro romano come è oggi appellato – è un monumento sconosciuto. Un sito dimenticato che, insieme ad altri gioielli archeologici quali il Tempio di Apollo e quello intitolato a Zeus, si annovera nel circuito impropriamente detto dei “monumenti minori” della città aretusea.</span></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: justify;"> Un luogo sconosciuto ai turisti e fuori da qualsiasi tour organizzato, che si intravede lungo la via Elorina, la storica arteria che collegava Siracusa a Eloro. Spesso, questo scorcio della Siracusa antica è inaccessibile dalle sterpaglie che lo ricoprono nascondendo agli occhi dei turisti lo spettacolo di un emiciclo lapideo dedicato ai culti orientali e datato al I secolo dopo Cristo. </span></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: justify;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjZmeL0JvMSDly6sxGvptFMd31BuiWTZ6hcXeO5xukwyzWreOwy8RZI-46rWL-4Naq_aZfXVIBrfmejmgftPqF-QPZkMNBL_Mg3VlAPv2YhFTV1m6jGJLGN-FRJMePihr5gMKr-f7wxy9SkcaL13xHaJxYx-5okhJ5eULXlAi2dHhq-TV0Az63WUbvRfQ" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjZmeL0JvMSDly6sxGvptFMd31BuiWTZ6hcXeO5xukwyzWreOwy8RZI-46rWL-4Naq_aZfXVIBrfmejmgftPqF-QPZkMNBL_Mg3VlAPv2YhFTV1m6jGJLGN-FRJMePihr5gMKr-f7wxy9SkcaL13xHaJxYx-5okhJ5eULXlAi2dHhq-TV0Az63WUbvRfQ" width="320" /></a></div><br /><br /><p></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: justify;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjt9OdQ-dyQvN8f27wHAlas38wLXNdXlob2aBnkloJRrxl5X7oblOSYkq-e0LwevE7407nuaSJsxJ9M55Dp-SYaQGNL3JL7nAzyUxVVW6PRMitAM8tvGvkIySygc8uQs1oueId73sTn6-Sk6up-tBd4X_juUP3rKno2klE-yMqzD4wsbvR0KuO5X1pjqg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1280" data-original-width="1920" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjt9OdQ-dyQvN8f27wHAlas38wLXNdXlob2aBnkloJRrxl5X7oblOSYkq-e0LwevE7407nuaSJsxJ9M55Dp-SYaQGNL3JL7nAzyUxVVW6PRMitAM8tvGvkIySygc8uQs1oueId73sTn6-Sk6up-tBd4X_juUP3rKno2klE-yMqzD4wsbvR0KuO5X1pjqg" width="320" /></a></div><br /><br /><p></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: justify;">Non ci sono risorse economiche per rendere fruibile il monumento nei giorni festivi, così come nel pomeriggio.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: justify;"> </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: justify;">Inesistenti le legende relative alla storia e alla tipologia dell’edificio romano, ancora oggetto di analisi da parte degli studiosi del settore. Scarse le segnaletiche, del tutto assenti le ricostruzioni grafiche del sito nonostante esso sia stato protagonista di campagne di scavi in collaborazione con l’università di Padova, e curate dall’architetto Francesco Tomasello dell’università di Catania.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: justify;"> </span></p><p><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: justify;">Ancora in termini di accoglienza turistica e fruizione, il sito è difficilmente raggiungibile: i turisti che ne scoprono l’esistenza nei libri vi si recano a piedi; nessun posteggio, infatti, esiste nei pressi dell’area archeologica, così come non è meta di navette o autobus.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: justify;"> </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: justify;">Eppure il sito è di grande e suggestiva bellezza, oltre che di rilevante interesse storico e archeologico. Tra le proposte che si sono susseguite quella di affidarne la gestione a società private, capaci di garantirne la fruizione. E poi, magari, la possibilità di aprirlo al pubblico e farlo divenire un luogo tra arte e natura dove ospitare eventi.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-align: justify;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: "Times New Roman", serif; margin: 0cm 265.9pt 0cm 0cm; text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="font-family: "Times New Roman", serif; margin: 0cm 265.9pt 0cm 0cm; text-align: justify;"> <o:p></o:p></p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-6700318906344267472022-11-20T11:29:00.003-08:002022-11-20T11:31:19.029-08:00La piazza Navona catanese: ecco la Naumachia secondo Dario Palermo <p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqJ2Gs7iZgEm2rcuFkIdGNTA8-hJWUR_NMcSXzWptjfZV5wjVOVZts7ORCKZMEhC5Fa-4jPbExPproIYZQwYLCiKJNlaTJRJINdpXRXz1jI9mG3fAWvTud5W4izs5fgaAC18aw7Cihv2GJ-W1QPZeAPac2ELaD4wHIZE0-NSHbskd2FwGkT7EnS9LgLw/s650/dario_palermo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="650" height="219" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqJ2Gs7iZgEm2rcuFkIdGNTA8-hJWUR_NMcSXzWptjfZV5wjVOVZts7ORCKZMEhC5Fa-4jPbExPproIYZQwYLCiKJNlaTJRJINdpXRXz1jI9mG3fAWvTud5W4izs5fgaAC18aw7Cihv2GJ-W1QPZeAPac2ELaD4wHIZE0-NSHbskd2FwGkT7EnS9LgLw/s320/dario_palermo.jpg" width="320" /></a></div><br /><!--[if gte mso 9]><xml>
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degli studiosi davanti ai resti di quello che </span><span style="font-family: "Times New Roman","serif";">appare
come uno stadio di epoca latina, proprio come quello costruito dall’imperatore
Domiziano a Roma e divenuto oggi tra le piazze più note al mondo. Da secoli, si
tenta di ricostruire il rapporto tra la Catania moderna e il suo più antico
passato e proprio sulle orme di alcune ricerche, il professor Dario Palermo,
archeologo tra i più noti esperti internazionali di cultura dell’Egeo e docente
dell’Università etnea, ha scoperto un monumento destinato agli spettacoli che
si nasconde tra le strade e la case di un rione popolare di Catania. “Nel XVI
secolo – spiega Palermo - il medico ed erudito catanese Lorenzo Bolano,
descrivendo i monumenti della città in un’opera andata perduta, ricordava la
presenza di due grandiosi edifici destinati agli spettacoli: un ippodromo e una
naumachia, vicini e visibili ai suoi tempi davanti alla porta delle Decime,
lungo la cosiddetta via Occidentale”. Un luogo destinato alle corse dei
cavalli, dunque, e un altro dedicato alle ricostruzioni di battaglie navali in
bacini artificiali. Ma che fine hanno fatto questi edifici di età romana? Secondo
la ricostruzione degli archeologici, i resti della porta delle Decime, nella
cinta medievale di Catania a poca distanza da Castello Ursino e che era detta
così perché vi si riscuotevano i dazi, sono ancora ben visibili accanto alla
chiesa di San Giuseppe al Transito, in piazza Maravigna, proprio all’inizio
della attuale via Naumachia il cui tracciato ripercorre quello iniziale della via
Occidentale, importante asse di collegamento verso la piana etnea. L’intera
area, con le sue rovine antiche, venne sommersa dall’eruzione lavica del 1669
ma, come ha scoperto Edoardo Tortorici, docente di Urbanistica romana
all’Ateneo di Catania, l’ippodromo doveva trovarsi a 300 metri a ovest dal
Castello Ursino. Nessuna traccia, invece, del secondo edificio da spettacolo:
la Naumachia appunto; fino alle intuizioni di Palermo e del suo allievo Iorga
Prato davanti alle immagini satellitari di Google maps che fotografano l’area.
“Si notano tracce di un grande edificio rettangolare, orientato in senso est-ovest
con il lato breve occidentale conformato a semicerchio nella classica forma
dell’edificio da spettacolo antico – spiega Palermo -. Il fatto che l’andamento
dell’arena del monumento sia perfettamente parallelo all’attuale via Naumachia,
lascia pensare che la denominazione della via non sia affatto casuale”. Una
scoperta delicata vista la mancanza di resti archeologici e l’assenza di tracce
nella cartografia antica della città ma sostenuta da nuove osservazioni poiché ci
si accorge che in mezzo alle casupole settecentesche, di nessun valore
architettonico, che costituiscono la fronte meridionale della via Naumachia, vi
sono strutture architettoniche che stridono con il contesto modesto di case
popolari attorno ai cortili. “Piccole abitazioni di singolare bellezza di
fattura e pregio – prosegue Palermo -realizzate in pietra lavica, che non sono
mai state riconosciute come antiche perché hanno la forma tipica delle
“cantunere”, ovvero cantoniere elementi che segnano i quattro angoli
dell’edificio, di cui la Catania settecentesca è ricchissima. A ciò si aggiunge
un altro elemento di grande interesse che testimonia il riutilizzo dell’area in
età medievale: nella facciata occidentale del passaggio che da via Naumachia
conduce al cortile Fuochisti, si nota un bell’arco settecentesco in pietra
lavica con mascherone, che poggia sul piano moderno, comparso di recente a
seguito del crollo di un tramezzo, con un bel portale ad arco perfettamente
conservato in pietra lavica,che doveva poggiare ad una quota sensibilmente
inferiore a quella del piano moderno, di almeno un metro, indicandone così una
messa in opera prima dell’eruzione del 1669”. Tutto questo svela la presenza di
un grande edificio da spettacolo posto parallelamente all’attuale via Naumachia
circondato a nord da un muro con portici ad arcate sovrapposte, che coincide
con l’attuale lato meridionale della strada moderna; e con un’arena che doveva
iniziare a una decina di metri di distanza. Secondo la ricostruzione, la
scomparsa di questo edificio dovette iniziare nel Medioevo quando vennero
costruite le mura della città e si decise di distruggerlo per impedire che
venisse usato come comoda via la scalata alle mura. </span>
</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Gli
archeologi non si sbilanciano sull’identificazione di questo grandioso
monumento destinato agli spettacoli come una Naumachia per battaglie navali su
esempio di Roma e della sua piazza Navona a cui i catanesi volevano ispirarsi
per il desiderio di esaltare le loro virtù belliche e marinaresche. Come spiega
un’altra archeologa, Francesca Trapani, potrebbe trattarsi di un piccolo stadio
di circa 200 metri di lunghezza e 135 di larghezza. “Dimensioni che si addicono
bene a una città di provincia quale era Catania – dice Dario Palermo –.
L’edificio potrebbe essere del II secolo dopo Cristo durante un periodo di
rinascimento cittadino che vide protagonista la città etnea. </span></p>
<p></p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-19035555672864466902022-11-20T11:26:00.004-08:002022-11-20T11:26:54.646-08:00Un santuario della dea Madre scavato nella roccia dell'antica Akrai: nel sudest della Sicilia il più antico del mondo greco <p> <!--[if gte mso 9]><xml>
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</p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">E' il più grande santuario scolpito nella roccia di tutto il mondo greco e si
trova nel sito dell’antica città di Akrai, nei pressi di Palazzolo Acreide.
Dodici immagini ricavate nella roccia della città che Siracusa fondò nel 663
avanti Cristo e di cui resta anche un suggestivo teatro. Dodici simboli di una
religiosità millenaria legata al culto della terra, delle messi e della
fecondità in un luogo intitolato ai Santoni che prende il nome dalle effigi
ricavate nella roccia che rendono il sito di Palazzolo uno dei più vasti tra i
complessi religiosi dedicati alla dea Cibele. E’ questa la stessa divinità che
i Romani chiamavano “Magna mater”, la signora della natura e di tutti gli
esseri viventi. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Il
sito archeologico è un’area ricca di fascino e di mistero tanto da ammaliare il
principe di Biscari e Jean Houel e, fino ai giorni nostri, l’area è oggetto di
studi da parte di archeologi ed esperti di culti antichi. Dopo numerose
polemiche e una lunga attesa, la Regione ha stanziato 1 milione e mezzo di euro
che servirà per la valorizzazione e la fruizione di questo sito archeologico
che, dopo il restauro, sarà aperto al pubblico anche al tramonto con visite
serali che ne esalteranno la suggestione. A questa somma si aggiunge anche lo
stanziamento di 845.000 euro per la valorizzazione e la fruizione del Teatro
antico di Akrai.</span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtbTYFhzeoKqMwGWiTq-Hr1vGytRifdoeBCcK_hQ4bMHh1BJTA7A-GdYZA-jhiepg6hvNhmHOWIp6AfQi_q8CcXlSFF2zyhnr_KRnrQAK8VsJcDahDhjYxVCzoJX-QUSuVD6dNz-gbAl4WJRNbqB88FxaAgEsTxIf8SRocPc-oTxGCOg6aq8MCy7mrbQ/s960/121403172_408098290592872_6675049862972100749_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"> </a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuiIGgZM_GtAuVWUY8DgtyBMF_WDj-sVCZGWSLQYMfr1Q6PpgkztybFIl2KLaSTvyXDGZdZxpgdl9gR6ypSWdiMK0P1rBA52JLF67LUnckemaAVpJk7Y91v9q5mtOM3X55f3ig25RGphTGh-7YeWAReYz-nOv-YCYZVrUntRvBtb631pp_jqo5ghuNjg/s7016/Santuario%20rupestre%20di%20Kybele%20(veduta%20d'insieme).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="5104" data-original-width="7016" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuiIGgZM_GtAuVWUY8DgtyBMF_WDj-sVCZGWSLQYMfr1Q6PpgkztybFIl2KLaSTvyXDGZdZxpgdl9gR6ypSWdiMK0P1rBA52JLF67LUnckemaAVpJk7Y91v9q5mtOM3X55f3ig25RGphTGh-7YeWAReYz-nOv-YCYZVrUntRvBtb631pp_jqo5ghuNjg/s320/Santuario%20rupestre%20di%20Kybele%20(veduta%20d'insieme).jpg" width="320" /></a></div><br /></div><br /> <p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Per
la sua vastità e bellezza, il sito dei Santoni rappresenta un unicum al mondo
secondo gli studiosi tra cui si annovera Luigi Bernabò Brea, l’archeologo che
individuò nell’area di Palazzolo uno dei complessi cultuali che contribuirono a
diffondere il culto della dea Cibele nel mondo greco-romano. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Numerose
le leggende popolari legate al sito archeologico come ricordava, nel 1777, il
pittore-viaggiatore Jean Houel che si rammaricava del fatto che alcune statue
fossero state cancellate “più della mano degli uomini che da quella del tempo.
I pastori dei dintorni prendono talvolta le pietre e, per passatempo, senza
cattive intenzioni, colpiscono le teste delle figure senza rendersi conto di
quello che fanno”. Simili episodi narrano anche gli abitanti di Palazzolo che
ricordano l’odio di un contadino proprietario del terreno nei confronti di
queste statue: l’uomo, infatti, stanco di dover sopportare frequenti visite da
parte di curiosi e appassionati di storia e archeologia, decise di sfigurare il
volto delle statue a colpi di ascia danneggiandoli per sempre. Tuttavia non
riuscì nel suo intento e oggi l’area dei Santoni resta uno dei luoghi più
interessanti dal punto di vista storico e archeologico. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">(articolo di Isabella
di bartolo) <br /></span></p>
<p></p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-48717093716771124332022-11-20T11:22:00.003-08:002022-11-20T11:22:28.029-08:00Il primo chef dell'antichità? Era un siracusano <p> <!--[if gte mso 9]><xml>
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</p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Lo
chiamavano il “Fidia dei cuochi” e lui, Mithekos di Siracusa, ne era
orgoglioso. Le fonti antiche lo descrivono come il primo autore di un trattato
di cucina della storia e la tradizione gastronomica degli abitanti della Magna
Grecia è legata proprio a questo cuoco siracusano del V secolo avanti Cristo.
Oggi, storici e pasticceri, vanno a caccia delle sue ricette per ricostruire la
storia del gusto antico e dell’antica Sicilia di età greca. Il primo risultato
è nel segno della dolcezza: una torta ispirata alle sue ricette nata
dall’unione di ricerche d’archivio e sperimentazione ai fornelli. </span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg53KpsP4UaXoiR44iojBrt9AMxr1jMGbYV5f95BeooutA55ZrFZQoPVsQ51EG7QWB0F2c-Kw_4D3L9YyoXFIpNCUezO3NiPlLGzc0crxJfT0msjshviNDPefVRlAjF63ON67NudI-SS75VHlpb-SJy6QvyZBcKyFp6kwuoN1Ms739nXyuFBxdSvNgPFw/s700/teatro%20greco%20veduta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="464" data-original-width="700" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg53KpsP4UaXoiR44iojBrt9AMxr1jMGbYV5f95BeooutA55ZrFZQoPVsQ51EG7QWB0F2c-Kw_4D3L9YyoXFIpNCUezO3NiPlLGzc0crxJfT0msjshviNDPefVRlAjF63ON67NudI-SS75VHlpb-SJy6QvyZBcKyFp6kwuoN1Ms739nXyuFBxdSvNgPFw/s320/teatro%20greco%20veduta.jpg" width="320" /></a></div><br /> <p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">“Le
testimonianze storiche sulla cucina più antica sono scarne – dice Sergio Cilea,
storico e responsabile del Fondo ambiente italiano aretuseo – ma molto
preziose. Le fonti ci tramandano il nome di Mithekos, cuoco di Siracusa, citato
dallo scrittore Naucrati di Alessandria, vissuto in età imperiale a Roma”. Di
quest’ultimo sappiamo che nel II secolo dopo Cristo si trasferì dall’Egitto a
Roma per lavorare come bibliotecario di un ricco patrizio e che scrisse
un’opera monumentale prendendo come pretesto un banchetto fra intellettuali.
Naucrati cita il cuoco aretuseo indicandolo come autore di un Manuale di
ricette e proprio su di lui si sono concentrate alcune ricerche in occasione
delle Giornate d’autunno del Fai che, nel Siracusano, hanno riaperto al
pubblico il santuario rupestre della dea Cibele nel sito dell’antica Akrai, la
città fondata dalla Siracusa greca. Proprio per celebrare questo evento,
abbiamo proposto a una storica pasticceria di Palazzolo di creare un dolce
dedicato alla dea greca dopo aver ricercato quali potessero essere gli ingredienti
presenti in Sicilia all’epoca del culto di Cibele consultando anche le fonti
relative a Mithekos. Da questo studio è nata la torta Cibele a cui hanno
lavorato i pasticceri della famiglia Monaco, titolari di una storica
istituzione dolciaria di Palazzolo, e che è diventata una delizia
ricercatissima: grani antichi, ricotta addolcita con miele e screziata di
basilico, noci per omaggiare il grande albero che fa ombra al santuario di
Akrai per un dolce che riecheggia il passato greco e lo fa rivivere. Un dolce
che potrebbe essere certo annoverato nel manuale di Mithekos”. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Al
cuoco siracusano era legata anche una scuola di cucina considerata tra le più
celebri dell’antichità e dove si formavano alcuni tra i più grandi chef
dell’epoca, corteggiati dalle più ricche famiglie della Roma imperiale per le
quali preparavano banchetti stravaganti, piatti elaborati e sorprendenti che hanno
lasciato il segno nella cucina siciliana moderna. Fu suo il merito di
diffondere la cucina siracusana, e siciliana, nel resto della Grecia sfruttando
le delizie che solo la sua terra produceva. “Basta cercare nelle nostre
biblioteche – dice Sergio Cilea – per trovare memorie sconosciute come nel caso
della cucina antica. </span><span lang="it" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: #0010;">Antichi
ricettari, erbari siciliani, libri di letteratura o semplici citazioni come nel
caso di Mithekos da Siracusa, possono darci preziose informazioni non solo sul
modo di cucinare i cibi ma soprattutto sugli ingredienti utilizzati nella
preparazione e che erano presenti in passato nel nostro territorio. Il ritorno
alla coltivazione dei grani autoctoni, le farine di grano russello o tumminia
esclusive delle nostre antiche ricette, sono tornate ad arricchire i cibi
siciliani. Alcuni prodotti di un tempo sono oggi scomparsi come il Mespilus
germanica, in Sicilia chiamato Nespola d’inverno donata ai bambini durante il
periodo natalizio. Da oltre 2000 anni, invece, sulle tavole si trova l’origano
di Siracusa, che cresce spontaneo esclusivamente sulle balze del quartiere
della Neapolis: una specie introdotta in tempi antichissimi dai greci, diffusa
oltre che a Siracusa solo in Grecia e Turchia”. </span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Il
cibo, si sa, è legato alla terra, alle tradizioni, al popolo. Come mangiavano
gli antichi significa anche capire in che modo vivevano perché il banchetto, in
ogni epoca e società, è un momento di condivisione, di incontro e assume
caratteristiche che vanno oltre al pasto e diventano più ampie, culturali,
ludiche e politiche. In tal senso, assume un significato profondo il rimprovero
che Platone faceva ai siracusani. Agli abitanti dell’antica Siracusa, infatti, piaceva
la buona tavola, il sollazzarsi nei lunghi banchetti e il pasteggiare lussuoso.
E il filosofo greco non condivideva la loro abitudine di concedersi troppi vizi
a tavola, di cucinare in maniera troppo sofisticata e di usare troppi intingoli:
usanze che stridevano con l’educazione di Atene, i principi di moderazione e
rigore. Platone però suggeriva di degustare il vino con i dessert e, tra
questi, soprattutto i fichi più dolci. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Ma
cosa mangiavano gli antichi siciliani? Lo racconta un altro cuoco siciliano,
Archestrato di Gela, che visse nel IV secolo avanti Cristo e scrisse un poema
culinario dal titolo “Hedypatheia” ovvero “Vita di dolcezze”, in cui sono
descritte ricette, modi in cui mescere il vino e prelibatezze condite con olio,
aceto, vino, erbette, semi di cumino e sesamo. Archestrato preferiva il pane
con farina d’orzo considerato superiore a quelli preparati con altre farine e
suggeriva di accompagnarlo con il formaggio che si produceva da sempre specie
nelle zone dei monti Iblei. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Ancora
un altro siracusano, Labdaco, nel III secolo avanti Cristo si distinse per
essere uno dei più famosi cuochi dell’epoca ma anche per aver fondato una
scuola culinaria a cui erano iscritti anche allievi provenienti da altre città
della Grecia a dimostrazione di quanto fosse nota la cucina dell’Isola greca. </span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Articolo di Isabella Di Bartolo (pubblicato sul quotidiano La Repubblica, diritti riservati) <br /></span></p> <p></p><p> </p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 28.3pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"> </span></p>
<p></p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-36017248815046227292022-11-15T00:42:00.002-08:002022-11-15T00:47:18.924-08:00Iulia Fiorentina, la bimba "santa" di Hybla mayor torna a casa. Convegno a Paternò <p style="text-align: left;">Una bimba di 18 mesi morta a Paternò nel 320 dopo Cristo e sepolta a Catania, nel cimitero dei martiri. E' la storia che racconta l'epigrafe di Iulia Fiorentina rinvenuta nel 1730 a Catania e oggi esposta al Louvre di Parigi: una stele di marmo di cui una copia è tra le collezioni del Castello Ursino etneo. Se ne parlerà a Paternò nel corso di una conferenza che sarà anche occasione di studio e riflessione sulla comunità cristiana etnea e la città di Hybla. <!--[if gte mso 9]><xml>
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</p><p style="line-height: 20.4pt; margin-bottom: 18.75pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 18.75pt; vertical-align: baseline;"><span style="color: #333333; font-family: Roboto;"> </span></p><p style="line-height: 20.4pt; margin-bottom: 18.75pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 18.75pt; vertical-align: baseline;"><span style="color: #333333; font-family: Roboto;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #333333; font-family: Roboto;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeC5QNfA7cvNYI1E0nnHAhObyq7AihXUuE6gL5-HN7Q3oLZtFsZvoq0ucp60ZNokxHfsDCflvOjeFTHjYHCBV3jjS3aUhHaa_srzYmXN9JgOw2fslkEDiCsbKlRh5ai27DI3lFUQdjnlZhqym_ZGOCc0aCY9u29Fd_xD1mA50XbC4Z4mIanUmgy0UIGA/s2048/462CF11B-98D1-4F96-A00F-446FBE0B68B3.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1448" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeC5QNfA7cvNYI1E0nnHAhObyq7AihXUuE6gL5-HN7Q3oLZtFsZvoq0ucp60ZNokxHfsDCflvOjeFTHjYHCBV3jjS3aUhHaa_srzYmXN9JgOw2fslkEDiCsbKlRh5ai27DI3lFUQdjnlZhqym_ZGOCc0aCY9u29Fd_xD1mA50XbC4Z4mIanUmgy0UIGA/s320/462CF11B-98D1-4F96-A00F-446FBE0B68B3.jpeg" width="226" /></a></span></div><span style="color: #333333; font-family: Roboto;"><br />Il 17 novembre , alle 16,30, nella chiesa (ex
Benedettina) di Santa Maria della Valle di Josaphat, sull’acropoli di Hybla a
Paternò, – ospiti del rettore della chiesa, padre Salvatore Patanè – si ritorna
a parlare di Iulia Florentina e lo si fa con la prestigiosa presenza della
prof.ssa Cristina Soraci, docente di Storia della Sicilia Antica
dell’Università degli Studi di Catania e del prof. Vittorio Rizzone, docente di
Archeologia cristiana alla facoltà Teologica di Sicilia nonché Abate di San
Martino delle Scale. Le conclusioni dell’incontro saranno a cura di Mons. Luigi
Renna, Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi di Catania. Modera l’Arch. Francesco
Finocchiaro del direttivo Nazionale dell’Archeoclub.</span><p></p><p style="line-height: 20.4pt; margin-bottom: 18.75pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 18.75pt; vertical-align: baseline;"><span style="color: #333333; font-family: Roboto;"> <br style="mso-special-character: line-break;" />
<br style="mso-special-character: line-break;" />
</span></p>
<p style="line-height: 20.4pt; margin-bottom: 18.75pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 18.75pt; vertical-align: baseline;"><span style="color: #333333; font-family: Roboto;">L’evento è organizzato dal XII Vicariato Paternò-Ragalna
coordinato da Padre Salvatore Alì e dalla sezione Ibla Major dell’Archeoclub
d’Italia presieduta dall’arch. Angelo Perri con il patrocinio dell’Assemblea
Regione Sicilia – da poco presieduta dal paternese on. Gaetano Galvagno e
dall’Arcidiocesi di Catania.</span></p>
<p style="line-height: 20.4pt; margin-bottom: 18.75pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 18.75pt; vertical-align: baseline;"><span style="color: #333333; font-family: Roboto;">L’evento ripropone un tema interessante, quello della figura di
Iulia Florentia, bambina cristiana morta a Hybla ma tumulata a Catania in odore
di santità. Molte le implicazioni di questa ricerca che riappare a Paternò dopo
circa sessant’anni.Certamente c’è la necessità di fare luce sulla storia dei
primi cristiani che abitavano l’antica città di Hybla e questo permette anche
di collocare nel tempo e con una certa certezza, il momento in cui la città, si
chiamava ancora Hybla.</span></p>
<p style="line-height: 20.4pt; margin-bottom: 18.75pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 18.75pt; vertical-align: baseline;"><span style="color: #333333; font-family: Roboto;">L’incontro è anche l’occasione per presentare alla comunità
un’iniziativa che il Kiwanis Club Paternò, sta preparando e che non vogliamo
anticiparvi, tutto sarà svelato all’interno della conferenza e sarà un colpo di
scena per tutti.</span></p>
<p style="line-height: 20.4pt; margin-bottom: 18.75pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 18.75pt; vertical-align: baseline;"><span style="color: #333333; font-family: Roboto;">Il Presidente Perri dichiara: “Vogliamo ancora una volta
sottolineare che lo studio della fase storica di transizione tra il paganesimo
e il cristianesimo è la chiave di volta per capire non solo l’origine del nome
ma l’intera struttura della forma della città e per questo rilanciare gli studi
e le ricerche che possano superare i paradigmi consolidati per esplorare nuovi
territori culturali. La mobilità storica, la forma della città, le stratificazioni
del paesaggio, la sacralità, il commercio, la politica e la dimensione
strategica militare oltre che alla fertilità di questa terra devono essere
riconfigurati in chiave sistemica e ricollocati nel più ampio scenario
regionale.”</span></p>
<p></p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-28030946778948698352022-10-14T02:41:00.001-07:002022-10-14T02:41:06.052-07:00Una città greca tra i fumi del Polo industriale: Megara Hyblaea e "Lo regno della morta gente", mostra al museo Paolo Orsi di Siracusa <p style="text-align: justify;">Una città greca nascosta nella zona industriale. Succede nel Siracusano e precisamente a due passi da Augusta dove si trovano i resti di Megara Hyblaea, la polis che ancora oggi racconta il suo passato e la vita dei suoi abitanti. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Al museo “Paolo Orsi” di Siracusa è di scena la mostra Lo regno della morta gente. La necropoli meridionale di Megara Hyblaea.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-uL8Rl12AjRZDJeZPcVL8XxkBY-ufifEkHGyRCTk_0y_x7nfOSwGJbuDahn9dZmutQ8ypca4XQd-SYz7C854cCodrVrhq0LNh22kU1b1ccOpATPYp8guBb7voxoEO_aaNqCOVNOVzhBOPbJMR-db8qYMKfcBV2e2OmAxwy8UHuPQcW6GzMt87qTcJxQ/s728/Figura%20101.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="711" data-original-width="728" height="313" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-uL8Rl12AjRZDJeZPcVL8XxkBY-ufifEkHGyRCTk_0y_x7nfOSwGJbuDahn9dZmutQ8ypca4XQd-SYz7C854cCodrVrhq0LNh22kU1b1ccOpATPYp8guBb7voxoEO_aaNqCOVNOVzhBOPbJMR-db8qYMKfcBV2e2OmAxwy8UHuPQcW6GzMt87qTcJxQ/s320/Figura%20101.png" width="320" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">L’esposizione vuole essere una nuova occasione per illustrare la lunga collaborazione tra la</p><p style="text-align: justify;">missione archeologica francese a Megara Hyblaea e il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di</p><p style="text-align: justify;">Siracusa. Si tratta di un&#39;eccezionale opportunità per presentare i reperti provenienti dagli scavi della</p><p style="text-align: justify;">necropoli meridionale di Megara Hyblaea, custoditi presso il Museo e di cui solo una piccola parte</p><p style="text-align: justify;">era stata finora esposta. Essa prova a rintracciare sia alcuni aspetti della vita e della morte degli</p><p style="text-align: justify;">antichi Greci di questa famosa città siciliana, sia il lavoro dell’archeologo che li ha studiati.</p><p style="text-align: justify;">Il sito di Megara Hyblaea, 20 km a Nord di Siracusa, fu occupato dai Greci a partire della seconda</p><p style="text-align: justify;">metà dell’VIII secolo a.C. Meno di tre secoli dopo, all’inizio del V secolo a.C., la città fu presa da</p><p style="text-align: justify;">Gelone, tiranno di Siracusa, che trasferì i suoi abitanti. Gli sfollati ritornarono successivamente</p><p style="text-align: justify;">occupando l’area della vecchia agorà ma era la fine politica di una città greca cresciuta in parallelo</p><p style="text-align: justify;">a Siracusa fino a contrastarla e destinata ad essere abbandonata.</p><p style="text-align: justify;">Tale destino ha fatto la fortuna degli archeologi che fin dai tempi di Paolo Orsi alla fine</p><p style="text-align: justify;">dell’Ottocento hanno avuto la possibilità di indagare su un sito privo di sovrapposizioni di epoca</p><p style="text-align: justify;">moderna. Nel 1949, Luigi Bernabò Brea, Soprintendente alle Antichità per la Sicilia Orientale,</p><p style="text-align: justify;">affidò la ricerca all’École française de Rome. Georges Vallet e François Villard, e in seguito i loro</p><p style="text-align: justify;">collaboratori e successori, hanno portato avanti le indagini sulla città e le necropoli fino ad oggi.</p><p style="text-align: justify;">Dopo la scoperta fortuita nel 1940 del famoso kouros di Sombrotidas, esposto in mostra,</p><p style="text-align: justify;">l’attenzione si spostò sulla necropoli meridionale della città, minacciata dallo sviluppo della zona</p><p style="text-align: justify;">industriale. Gli interventi di emergenza condotti dalla Soprintendenza archeologica per la Sicilia</p><p style="text-align: justify;">orientale e l’École française de Rome in particolare negli anni 1970-1974, permisero lo scavo e lo</p><p style="text-align: justify;">studio di circa 700 tombe.</p><p style="text-align: justify;">La mostra, divisa in sette sezioni illustra i risultati di indagini attente a tutti gli aspetti connessi al</p><p style="text-align: justify;">seppellimento in età greco arcaica: oggetti personali, vasellame, monili, esposti per la prima volta,</p><p style="text-align: justify;">raccontano ai visitatori un segmento della vita degli abitanti della polis greca di Megara Hyblaea. Il</p><p style="text-align: justify;">catalogo ammirevolmente edito contestualmente all’inaugurazione dell’esposizione, è un</p><p style="text-align: justify;">approfondimento dei temi affrontati nel percorso espositivo.</p><p style="text-align: justify;">“Grazie a questa esposizione – afferma Antonio Mamo, direttore del Parco Archeologico di</p><p style="text-align: justify;">Siracusa - sarà possibile comprendere le varie tipologie di sepolture, la funzione degli oggetti</p><p style="text-align: justify;">deposti, il trattamento funerario riservato ai bambini della colonia megarese, grazie ad uno studio</p><p style="text-align: justify;">completo di quanto il tempo ha risparmiato. Una collaborazione, quella con l’equipe dell’École</p><p style="text-align: justify;">française de Rome, rinsaldata grazie a questo lavoro scientifico che di certo otterrà il favore sia</p><p style="text-align: justify;">degli studiosi di settore che del grande pubblico”.</p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img alt="" border="0" class="placeholder" height="240" id="5fb926ead9893" src="https://www.blogger.com/img/transparent.gif" style="background-color: #d8d8d8; background-image: url('https://fonts.gstatic.com/s/i/materialiconsextended/insert_photo/v6/grey600-24dp/1x/baseline_insert_photo_grey600_24dp.png'); background-position: center; background-repeat: no-repeat; opacity: 0.6;" width="320" /></div><br /><br /><p></p><p style="text-align: justify;">La mostra è curata da Reine Marie Bérard, ricercatrice presso il Centre Nationale de la Recherche</p><p style="text-align: justify;">Scientifique e da Anita Crispino, funzionario archeologo del Parco.</p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-60513427100823266032022-09-30T03:24:00.002-07:002022-09-30T03:24:41.685-07:00Entella, alla scoperta della città elima <p style="text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: large;"> Avete mai sentito parlare di Entella? E' un sito archeologico straordinario, sulla omonima rocca in territorio di Contessa Entellina.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: large;">Qui, da quasi un mese, gli archeologi sono tornati a scavare per ricostruire - reperto dopo reperto - la storia di questa città fondata dagli Elimi grande almeno quanto Segesta.</span></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFMeGUJKpDeZKUPE-Q2WRCTrzFI-lGoIM3KkUmypxhtzjV_e9Yd9EzZoSHMuUhMAPddfrG4RYfTgBno-M71n5cOu9Ah2z71sRn4Mnh_Wlfi2KCQPQkc-gtuFKaJ4QaKMaM4-ztYyz4sJ7jg-HSag63GlLGrbPTyEk3q7P6ayDuN6qprCuRGngTYkx_SA/s1600/309298557_5773920189337548_470599232959790170_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFMeGUJKpDeZKUPE-Q2WRCTrzFI-lGoIM3KkUmypxhtzjV_e9Yd9EzZoSHMuUhMAPddfrG4RYfTgBno-M71n5cOu9Ah2z71sRn4Mnh_Wlfi2KCQPQkc-gtuFKaJ4QaKMaM4-ztYyz4sJ7jg-HSag63GlLGrbPTyEk3q7P6ayDuN6qprCuRGngTYkx_SA/s320/309298557_5773920189337548_470599232959790170_n.jpg" width="240" /></a></div><br /><span style="font-family: times; font-size: large;"><br /></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: large;">Una città bellissima come mostrano i resti rinvenuti e come appare dalle nuove indagini curate dalla</span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times; font-size: x-large; white-space: pre-wrap;"> Scuola Normale di Pisa (Laboratorio SAET) insieme con il parco di Segesta e sotto la supervisione di Rossella Giglio, archeologa e già direttrice del parco.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times; font-size: x-large; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz2FDixobAbJ6I6igZ_ypvUlEdr2gVhYpatEuVpluMRFY5KuY1B2llrcr55DvaRlCDtM1Al3e37UnXq_tbuCcRAvg0C25sItP6FaF4qAnJhwGQMzCodA6UhDmpDxuyw3U6toLsebjJ2t6ZvT2LJX14r1mGaa3n__9tcRNzKEUCq0nPrE9BcGbmhJ15cA/s2048/309339157_5773919939337573_8950320754337589209_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1610" data-original-width="2048" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz2FDixobAbJ6I6igZ_ypvUlEdr2gVhYpatEuVpluMRFY5KuY1B2llrcr55DvaRlCDtM1Al3e37UnXq_tbuCcRAvg0C25sItP6FaF4qAnJhwGQMzCodA6UhDmpDxuyw3U6toLsebjJ2t6ZvT2LJX14r1mGaa3n__9tcRNzKEUCq0nPrE9BcGbmhJ15cA/s320/309339157_5773919939337573_8950320754337589209_n.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times; font-size: x-large; white-space: pre-wrap;"><br /></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times; font-size: x-large; white-space: pre-wrap;">Qui, sulla Rocca di Entella, gli archeologi sono impegnati in due aree: una per comprendere quali fossero </span><span style="color: #050505; font-family: times; font-size: x-large; white-space: pre-wrap;"><a style="color: #385898; cursor: pointer;" tabindex="-1"></a></span><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times; font-size: x-large; white-space: pre-wrap;">gli edifici antichi preesistenti al palazzo medievale e un'altra nel complesso monumentale del vallone Est. "Questi due siti - dice Maria Cecilia Parra, archeologa e direttrice dello scavo per la Scuola di Pisa con Anna Magnetto - quest’anno sembrano unire la propria voce nel restituire strutture, dispositivi, materiali che parlano di culti, di riti, di luoghi del sacro: dove Demetra e Kore sono presenze sempre più tangibili, ma dove anche si profila la presenza di altre divinità, comunque legate alla fertilità dei suoli e dei/delle devoti/e. La pioggia ci ha tenuti lontani per un giorno dalla Rocca, domani torneremo sul campo per raccogliere nuovi dati: ma oggi, il lavoro è forse ancor più intenso, tra lavaggio, siglatura, primo restauro, catalogazione, documentazione grafica e fotografica".</span></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0Vp55d7A69kdNboHHtCu4Mc97RngPIdL2VybM5kP5kAOwRg7qmRnZ5IC_hnPCqJGjRuqNK5D_ITgNRd9xXFLzceDrC9UbWu2IlQQFaNqmfIxyX8St2nIfGM7tg-V5LCMQQfZ5W_ol_UosCI2dvTAaxW7S9g_yyISMSCzVP2f7lDzVnEzonRyRskM0jA/s2048/309100582_5773919532670947_8177271616953384186_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="996" data-original-width="2048" height="156" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0Vp55d7A69kdNboHHtCu4Mc97RngPIdL2VybM5kP5kAOwRg7qmRnZ5IC_hnPCqJGjRuqNK5D_ITgNRd9xXFLzceDrC9UbWu2IlQQFaNqmfIxyX8St2nIfGM7tg-V5LCMQQfZ5W_ol_UosCI2dvTAaxW7S9g_yyISMSCzVP2f7lDzVnEzonRyRskM0jA/s320/309100582_5773919532670947_8177271616953384186_n.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times; font-size: x-large; white-space: pre-wrap;"><br /></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; font-family: times; font-size: x-large; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><div dir="auto" style="background-color: white; color: #050505; text-align: justify; white-space: pre-wrap;"><span style="font-family: times; font-size: large;">Anna Magnetto e Maria Cecilia Parra - con l’aiuto di Cesare Cassanelli, Alessandro Corretti, Pietro Manti, Chiara Michelini, Adelaide Vaggioli - cercano di dirigere al meglio le attività, sempre più entusiasmanti a cui partecipano con il sorriso e la passione numerosi studenti. </span></div>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-9471616351281817222022-05-23T08:25:00.003-07:002022-05-23T08:25:54.702-07:00Omaggio a Giovanna Perno, la nobildonna illuminata che inventò il liceo in casa <p style="text-align: left;"><span style="background-color: white; text-align: justify;">E' stata </span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">intitolata a Giovanna Perno, nobildonna nissena cui si deve la nascita nel 1972 a Mazzarino della sede distaccata del Liceo Classico Ruggero VII di Caltanissetta, la Biblioteca di quello che adesso è l’Istituto di Istruzione Superiore “Carlo Maria Carafa”. </span></p><p style="text-align: left;"><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">La cerimonia, alla presenza della Dirigente Scolastica dott.ssa Adriana Quattrocchi, del Consiglio di Istituto, delle autorità e dei familiari della Perno, si è svolta sabato 21 maggio, alle ore 10, nell’ambito di una manifestazione dell’istituto che, nel celebrare i primi 50 anni del liceo classico di Mazzarino, premierà i migliori studenti dell’anno scolastico 2020-21.</span></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 16.8667px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Discendente da una antica famiglia nobiliare, la baronessa Giovanna Perno (1924-2017) viene ancora ricordata a Mazzarino per la generosità d’animo, l’amore per la cultura e le attività filantropiche. Fra queste la caparbietà con cui, nei primi anni Settanta, dopo aver raccolto migliaia di firme fra le famiglie mazzarinesi, riuscì ad ottenere dal Ministero della Pubblica Istruzione il decreto di apertura e la licenza eccezionale che consentiva l’avvio nella sua città del liceo classico, sia pure con un numero di alunni inferiore ai 25 previsti dalla normativa. Appena diciotto gli iscritti al primo anno, il quarto ginnasio. </span></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 16.8667px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoMWIahw3DnT2hU1p1FrZYGrPZw55kCW0EcLz36Fx3VR0OqFetCKQq9wtU-xdeI9AjSz5vbaxSqYUSkSs96XQsWmpUjQU0daIgUBmH6QYSI850R4ZlA9l8oeK8J2Xt31V3ok6ySz-nc8J--GtIVMSgZmbUm3BnuTzSgLVt-qWSQT4bup9HPU2AryWQqg/s974/Giovanna%20Perno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="974" data-original-width="685" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoMWIahw3DnT2hU1p1FrZYGrPZw55kCW0EcLz36Fx3VR0OqFetCKQq9wtU-xdeI9AjSz5vbaxSqYUSkSs96XQsWmpUjQU0daIgUBmH6QYSI850R4ZlA9l8oeK8J2Xt31V3ok6ySz-nc8J--GtIVMSgZmbUm3BnuTzSgLVt-qWSQT4bup9HPU2AryWQqg/s320/Giovanna%20Perno.jpg" width="225" /></a></div><br /><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;"><br /></span><p></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 16.8667px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Ma, e qui la storia diventa più divertente, con una singolare “soluzione d’emergenza” che dice tutto dell’intelligenza, della sensibilità e di quella attitudine al “problem solving”, come diremmo oggi, di Giovanna Perno. Poiché il Comune tardava ad assegnare una sede stabile per questa prima classe delle superiori, per non far scadere il decreto ministeriale la baronessa Perno, d’accordo con il marito, il cardiologo e medico condotto dott. Salvatore Rizzo, mise generosamente a disposizione la propria casa di via Togliatti. E’ qui che vennero accolti i primi studenti del liceo classico di Mazzarino. Studenti che, in quei primi anni Settanta, o interrompevano gli studi dopo la licenza media oppure, se le famiglie potevano permetterselo, facevano i pendolari per frequentare le superiori a Caltanissetta, Riesi e Piazza Armerina.</span></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 16.8667px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">“Sembra ieri – raccontano le sorelle Isabella e Agata Rizzo, due dei tre figli di Giovanna Perno – e lo ricordiamo ancora con stupore: al mattino, mentre noi uscivamo per andare a scuola, vedevamo arrivare quei ragazzini più grandi che, con libri e vocabolari al seguito, prendevano posto nel salone di casa nostra, pronti a seguire le lezioni di latino e greco. Per i banchi mamma recuperò dalla soffitta lunghi tavoli e la ricreazione si faceva in giardino. La sera a cena ne parlavamo ed eravamo tutti molto orgogliosi di questa sua iniziativa coraggiosa: sia come cittadina impegnata per la sua comunità, sia come donna, visto che tutto questo è accaduto mezzo secolo fa in una realtà rurale come era quella di Mazzarino dove era più che raro che una donna si occupasse di questioni di cittadinanza attiva. Da adulti, poi, ci siamo resi conto della straordinaria opportunità che questa operazione aveva offerto a molti giovani della zona, soprattutto a chi veniva da una famiglia modesta: poter frequentare le superiori, per di più un liceo classico, a due passi da casa, senza pesare sul bilancio familiare anche per le spese di viaggio. Oggi, i primi maturati di quella classe-pilota “battezzata” a casa nostra, sono tutti affermati professionisti consapevoli che lo studio, favorito dall’istituzione del liceo a Mazzarino, è stato determinante per il loro futuro, sia umano che professionale”.</span></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 16.8667px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgURmxWoEJnA_AMxp0qgwm7Cdg8Ekz9hS8RjXab5rCmkssQUnXQoSD1YHidXoipgXumPjIejM_WwGuQP7FTf-ODvNqS0OddUFauhuvP448kTgPx-Bqzym1SadUiuNxkGKfO6qXFf67zdaOb0MAh6tEmDyHxg-38efBs9LcINOQbLyATM-hD5Ysi0ax93Q/s1387/MAZZARINO,%20giugno%201978,%20vigilia%20della%20prima%20maturita%CC%80,%20al%20centro%20Giovanna%20Perno.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="982" data-original-width="1387" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgURmxWoEJnA_AMxp0qgwm7Cdg8Ekz9hS8RjXab5rCmkssQUnXQoSD1YHidXoipgXumPjIejM_WwGuQP7FTf-ODvNqS0OddUFauhuvP448kTgPx-Bqzym1SadUiuNxkGKfO6qXFf67zdaOb0MAh6tEmDyHxg-38efBs9LcINOQbLyATM-hD5Ysi0ax93Q/s320/MAZZARINO,%20giugno%201978,%20vigilia%20della%20prima%20maturita%CC%80,%20al%20centro%20Giovanna%20Perno.jpeg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;"><br /></span><p></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 16.8667px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">A ricostruire l’entusiasmo delle settimane che precedettero l’avvio della prima classe di liceo classico a Mazzarino è anche Salvatore Stuppia, oggi dermatologo a Mazara del Vallo: “Furono giorni esaltanti: ricordo quel mese di settembre del 1972 quando giravamo con il maggiolone della signora Perno fra le famiglie di Mazzarino e parlavamo con i nostri coetanei per far sapere del nuovo corso di studi e invitarli a iscriversi. Cominciammo in diciotto, ma già dal secondo anno ci fu il boom con due sezioni, una di inglese e una di francese”.</span></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 16.8667px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Negli anni le iscrizioni sono aumentate in maniera costante, tanto da ottenere qualche anno dopo il decreto di autonomia come Liceo Classico di Mazzarino</span></p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-85886998488742664002022-02-08T07:22:00.004-08:002022-02-08T07:22:39.325-08:00Taormina, al via il restauro del Teatro antico<p> <span style="background-color: white; color: #073763; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">Sono cominciati in questi giorni, nel Teatro antico di Taormina, i lavori di restauro della gradinata, l’emiciclo che abbraccia con un solo sguardo la scena, il mare e l’Etna e che nel 1787 fece dire a Goethe che “mai, forse, il pubblico di un teatro ha avuto innanzi a sé uno spettacolo simile”.</span></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #073763; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 10pt; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #073763; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 10pt; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #073763; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 10pt; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgl1hDFIRbhUVahGqpCeWN74H30pst5i_pWG1vTkgWIotIJQSJmxFXZ50BntyEwBQV8IgczydwjSIMKNFEm5g1CTjUAnuEkSgZq50QHO1_Xk3UZFdaGmg4ez7iwK9y5rZNS3Y0-LqezR8pfYYsFhVqB7rxuEtOrgnmvNcNTnduf5eV7LZuL3x0XPvxjSw" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1407" data-original-width="1876" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgl1hDFIRbhUVahGqpCeWN74H30pst5i_pWG1vTkgWIotIJQSJmxFXZ50BntyEwBQV8IgczydwjSIMKNFEm5g1CTjUAnuEkSgZq50QHO1_Xk3UZFdaGmg4ez7iwK9y5rZNS3Y0-LqezR8pfYYsFhVqB7rxuEtOrgnmvNcNTnduf5eV7LZuL3x0XPvxjSw" width="320" /></a></div><br />Si tratta del primo di una serie di interventi programmati dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto dall’archeologa Gabriella Tigano e che interesseranno, in vari periodi di bassa stagione, più parti del grande complesso monumentale senza compromettere la fruizione da parte dei visitatori. La ditta di restauri procede infatti per piccoli lotti, perimetrando il cantiere di lavoro e dunque non intralciando le consuete attività di visitatori e guide turistiche. Entro maggio saranno ultimati gli interventi sulle gradinate per dar corso al montaggio degli allestimenti per la stagione degli spettacoli. Dopo l’estate si procederà con la versura e la terrazza ovest. I lavori ammontano a 140.000 euro e sono svolti da una ditta specializzata nel restauro e conservazione di opere d’arte e monumenti.<p></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #073763; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 10pt; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt;">“Sono interventi assolutamente improcrastinabili per garantire la conservazione del monumento – spiega la direttrice Tigano – e sono i primi a sessant’anni di distanza dallo storico restauro del grande archeologo Luigi Bernabò Brea, che consentì l’avvio della doppia fruizione del Teatro Antico, sia come sito archeologico che come contenitore di eventi in uno scenario unico al mondo. Ma non solo: ci consentiranno di mettere in sicurezza e ripristinare le sedute della cavea, reduci dai sessant’anni più intensi e faticosi nella millenaria storia del monumento. Anni che coincidono con l’inizio del turismo di massa e con l’avvio delle stagioni di spettacoli ed eventi estivi”.</span></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #073763; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 10pt; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt;">“La manutenzione e la buona tenuta del patrimonio monumentale regionale - sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samoná - è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con grande impegno, nella consapevolezza che è il presupposto indispensabile per programmare una compiuta valorizzazione della nostra Isola”.</span></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #073763; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 10pt; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt;">Più complesso e impegnativo l’intervento di restauro che dovrà interessare la scena (scenae frons). Fondamentale la mappatura digitale realizzata con drone e laser scanner nello scorso mese di dicembre: rappresenta il primo passaggio propedeutico che, dopo l’elaborazione dei dati, consegnerà alla direzione del Parco una radiografia completa dei resti monumentali, ma soprattutto un report aggiornato dello stato di degrado con precisione millimetrica.</span></p><p class="MsoNormal" style="background-color: white; color: #073763; font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 10pt; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt;">“Il successivo progetto di restauro dello scenae frons – conclude la Tigano - sarà elaborato con formula interdisciplinare, e sarà oggetto di approfondimenti da parte di un’equipe di professionisti (archeologi, restauratori, architetti, ingegneri) nel quale si farà tesoro anche degli studi preliminari svolti all’inizio del nuovo millennio dal Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro, che per primo monitorò lo stress e i danni causati al monumento dalle vibrazioni sonore degli spettacoli. Un impegno che è e sarà tra gli obiettivi del Parco nei prossimi anni per garantire il miglior equilibrio tra conservazione e salvaguardia del monumento, e un suo uso “moderno” e sostenibile</span></p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-82339919740923833432021-10-30T08:09:00.005-07:002021-10-30T08:09:55.724-07:00Xmas box nel segno del gusto contro lo spopolamento degli Iblei <p style="text-align: justify;"> Una strenna natalizia per promuovere il territorio ibleo e fare luce sulle fragilità endemiche
delle aree interne, soggette ad un graduale spopolamento che rischia di far scomparire interi
centri abitati: questa è l’idea della cooperativa MIB- Mediblei di Palazzolo Acreide (SR)
che con la Iblei Special Xmas Box esporta cinque prodotti di quattro aziende locali e lancia
una sfida da supereroi: acquistando ognuna delle box, infatti, si consegna un pezzettino di
futuro alle aree interne degli Iblei perché è attraverso la promozione del settore produttivo e
delle aziende che generano lavoro che si può tentare un cambiamento di rotta dei flussi
migratori. </p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgry8iFrcvp_ENLG79y-dj_CSEWnX3nKTtMk638SD9OGEi0sCIuL2KDi-P1Omc9jfGvKoU0Jp1d3ge-7fIkYO7DBoyZDfQAG4amPBgMl67ZrTiP-AyiHkNQWmfegvVEfalq1mwWY20Q0ZUv/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1255" data-original-width="2048" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgry8iFrcvp_ENLG79y-dj_CSEWnX3nKTtMk638SD9OGEi0sCIuL2KDi-P1Omc9jfGvKoU0Jp1d3ge-7fIkYO7DBoyZDfQAG4amPBgMl67ZrTiP-AyiHkNQWmfegvVEfalq1mwWY20Q0ZUv/" width="320" /></a></div><br /><br /><p></p><p style="text-align: justify;">“L’idea della Iblei Special Xmas Box”, affermano i soci della cooperativa, “è arrivata nel pieno
del primo lockdown dettato dalla pandemia. L’isolamento di questi territori amplificato dalla
chiusura dei confini e le avveniristiche idee che sentivamo in merito alla ri-abitabilità dei borghi
italiani, improvvisamente tornati di moda senza tener conto delle loro endemiche fragilità, ci
ha spinti ad una riflessione: cosa possiamo fare per sottrarre i nostri territori ad una narrazione
di maniera e farli conoscere anche a chi qui non è mai venuto? Così nasce Iblei Special Xmas
Box, una scatola natalizia all’interno della quale è possibile trovare dei prodotti a forte
vocazione territoriale e le storie di un intero territorio, che si mette in viaggio per accoglierti
direttamente a casa tua”.
La box contiene solo prodotti del territorio ibleo, selezionati da aziende che operano tra i
Comuni di Palazzolo Acreide, Buccheri e Testa dell’Acqua, quest’ultima piccola contrada
rurale al crocevia tra i Comuni di Noto e Palazzolo Acreide. Accanto al criterio della
territorialità, “abbiamo operato una scelta trasversale mettendo insieme storie di giovani
produttori come Sebastiano Boccaccio dell’Apicultura Leone e Irene Magro e Alessandro
Trigila de Lo Zafferaneto, a quelle di veterani del territorio, come il Pastificio e non solo di
Mediblei Società Cooperativa – Via Gaetano Italia, 80 Palazzolo Acreide – P.IVA 01997920895
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Loretana Puglisi e l’olio dell’Azienda di Enzo Carpino. Soprattutto, abbiamo voluto
selezionare prodotti dalle note qualità benefiche che oggi, più che mai, vanno conosciuti per
essere tutelati. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">I cambiamenti climatici, infatti, insieme ai vasti incendi che hanno interessato
le nostre vallate quest’estate e l’aumento dei prezzi del grano, potrebbero rendere
problematico l’approvvigionamento di molte risorse nel prossimo futuro. Facendo conoscere
il meglio che questa terra può offrire, ci auguriamo che si possano ulteriormente sensibilizzare
i nostri consumatori su quanta attenzione e cura serve ai nostri ecosistemi per non perdere le
loro ricchezze più preziose”.
Ogni box contiene: una bottiglia di olio extravergine di tonda iblea da 500ml; una confettura
di pere e zafferano da 200g; una confezione di miele millefiori estivo ibleo da 250g; due
confezioni di pasta di formato lungo e corto da 500g insieme a un panettone agli agrumi di
Sicilia da 750g. 7</p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-29627078609897825922021-10-30T07:56:00.008-07:002021-10-30T07:56:38.656-07:00Agrigento, scoperta una casa romana "restaurata" dagli antichi <p> </p><h4 style="caret-color: rgb(0, 0, 0); font-family: Helvetica; font-size: 12pt; margin: 0cm 0cm 7.2pt; text-align: justify; text-size-adjust: auto;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt; font-weight: normal;">Una casa “restaurata” già tra il III e il II secolo avanti Cristo. E’ l'eccezionale scoperta di queste ultime settimane nel<span class="Apple-converted-space"> </span></span><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt;">Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento</span><span style="font-size: 13pt;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-weight: normal;">, dove è stata riportata alla luce una serie di straordinarie pitture parietali e una pavimentazione in cocciopesto e a mosaico, perfettamente integra, parte di un’abitazione nel cosiddetto quartiere ellenistico-romano. La casa era crollata, o era stata demolita per qualche motivo, e le macerie accumulate hanno “salvato” mosaici e pavimenti in stile pompeiano. </span></span></h4><h4 style="caret-color: rgb(0, 0, 0); font-family: Helvetica; font-size: 12pt; margin: 0cm 0cm 7.2pt; text-align: justify; text-size-adjust: auto;"><span style="font-size: 13pt;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-weight: normal;"><br /></span></span></h4><h4 style="caret-color: rgb(0, 0, 0); font-family: Helvetica; font-size: 12pt; margin: 0cm 0cm 7.2pt; text-align: justify; text-size-adjust: auto;"><span style="font-size: 13pt;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-weight: normal;"><br /></span></span></h4><h4 style="caret-color: rgb(0, 0, 0); font-family: Helvetica; font-size: 12pt; margin: 0cm 0cm 7.2pt; text-align: justify; text-size-adjust: auto;"><span style="font-size: 13pt;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-weight: normal;"><br /></span></span></h4><h4 style="caret-color: rgb(0, 0, 0); font-family: Helvetica; font-size: 12pt; margin: 0cm 0cm 7.2pt; text-align: justify; text-size-adjust: auto;"><span style="font-size: 13pt;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-weight: normal;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1Ls5TgT2nAQkSac3_-tfWNcUyw9npOr3UQIqjP2tUxDteeMnMYpPsgwyb9-0wXJREGbEkjhlETCRg_X1saQDmIpKRfpd6ZA10Dx7tytM4_sJLpuHA-E29C5UQtdkNW3ccuXF7cwjt28cl/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1Ls5TgT2nAQkSac3_-tfWNcUyw9npOr3UQIqjP2tUxDteeMnMYpPsgwyb9-0wXJREGbEkjhlETCRg_X1saQDmIpKRfpd6ZA10Dx7tytM4_sJLpuHA-E29C5UQtdkNW3ccuXF7cwjt28cl/" width="320" /></a></div><br />La scoperta è stata fatta durante la sesta campagna di scavo dell’Università di Bologna nel Quartiere ellenistico-romano di Agrigento</span><span class="gmail_default" style="font-family: monospace, monospace; font-weight: normal;"><span class="Apple-converted-space"> </span></span><span style="font-family: times new roman, serif;"><span class="gmail_default"><span style="font-weight: normal;">- la stessa zona dove è stato scoperto il<span class="Apple-converted-space"> </span></span>teatro <span style="font-weight: normal;"> -</span></span><span style="font-weight: normal;">, u</span></span></span><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt; font-weight: normal;">n progetto di ricerca avviato in collaborazione con il Parco Archeologico, sotto la direzione di<span class="Apple-converted-space"> </span></span><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt;">Giuseppe Lepore</span><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt; font-weight: normal;"><span class="Apple-converted-space"> </span>del Dipartimento di Beni culturali del Campus di Ravenna. Dal 2016 e con cadenza annuale il team<span class="Apple-converted-space"> </span></span><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt;">dell’Università di Bologna</span><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt; font-weight: normal;"><span class="Apple-converted-space"> </span>si è dedicato all'indagine di un intero isolato (il terzo del Quartiere), con particolare attenzione alla Casa III M. E’ stata proprio quest'ultima a restituire un contesto che gli archeologi giudicano di altissimo valore scientifico, con pavimenti e pitture in perfetto stato di conservazione. Il professor Lepore spiega che “<i>si tratta di una scoperta unica nel suo genere. Questa casa è stata ristrutturata, insieme al resto del quartiere, tra la fine del III e gli inizi del II secolo avanti Cristo ed è stata dotata di un complesso sistema di pitture parietali e di pavimenti in cocciopesto e in mosaico, articolati addirittura su due piani. Ben presto, però, forse già nella prima età imperiale, la casa crolla (oppure viene demolita intenzionalmente), cosa che ha determinato il suo straordinario stato di conservazione visto che le macerie hanno “protetto” il pavimento</i>”. L’abitazione, estesa per circa 400 mq, presenta una monumentale<span class="Apple-converted-space"> </span><i>pastàs</i><span class="Apple-converted-space"> </span>(ovvero uno spazio porticato), dal quale si accede ai tre vani principali, tutti disposti sul lato nord: è stato l’ambiente centrale a riservare le maggiori sorprese durante questa campagna di scavo: ha infatti restituito, al piano terra, il pavimento in cocciopesto con inserti di pietre colorate che formano una decorazione a meandro; il crollo e le macerie che occupavano interamente lo spazio del vano, hanno restituito numerose porzioni del pavimento del piano superiore (un mosaico policromo sempre con motivo a meandro) e le relative pitture parietali, “in stile pompeiano”.<span class="Apple-converted-space"> </span></span></h4><div><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt; font-weight: normal;"><span class="Apple-converted-space"><br /></span></span></div><div><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt; font-weight: normal;"><span class="Apple-converted-space"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgytNSTSSKKxdcGsJOgOMeGDK_R5FLK_z6SoTTPI3nKq6iy8mo5h_1-9yrVLriFHRmbpAOX_YWPqMsh_DEvU3HpZ2fi1AUluCX1BNRMwtFOGJs4vWGn7kiRS5aSOm0xz61ZdfG2R0BymhCD/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgytNSTSSKKxdcGsJOgOMeGDK_R5FLK_z6SoTTPI3nKq6iy8mo5h_1-9yrVLriFHRmbpAOX_YWPqMsh_DEvU3HpZ2fi1AUluCX1BNRMwtFOGJs4vWGn7kiRS5aSOm0xz61ZdfG2R0BymhCD/" width="320" /></a></div><br /><br /></span></span></div><h4 style="caret-color: rgb(0, 0, 0); font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; margin: 0cm 0cm 7.2pt; text-align: justify; text-size-adjust: auto;"><i><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt; font-weight: normal;">"Continua la magnifica "stagione" archeologica della Sicilia che non finisce di riservarci sorprese straordinarie come questa: una casa che sembra uscita da un restauro per quanto è perfettamente<span class="Apple-converted-space"> </span></span></i><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt; font-weight: normal;">conservata – interviene l’assessore regionale ai Beni culturali<span class="Apple-converted-space"> </span></span><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt;">Alberto Samonà</span><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt; font-weight: normal;"><span class="Apple-converted-space"> </span>-<span class="Apple-converted-space"> </span><i> A dimostrazione che la politica del Governo indirizzata a far ripartire gli scavi in tutte e nove le province siciliane, va nella giusta direzione. Riportare alla luce le testimonianze del passato ci dà la possibilità di costruire il futuro della Sicilia”.</i></span></h4><h4 style="caret-color: rgb(0, 0, 0); font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; margin: 0cm 0cm 7.2pt; text-align: justify; text-size-adjust: auto;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt; font-weight: normal;">Pavimenti e pitture si possono datare, ad una prima analisi, ad un rifacimento degli inizi del I secolo avanti Cristo. Si tratta di ambienti che appartenevano ad un ceto gentilizio, gli stessi descritti da<span class="Apple-converted-space"> </span></span><span style="color: #323232; font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt; font-weight: normal;">Cicerone nelle<span class="Apple-converted-space"> </span><i>Verrine</i>: stanze ricche di statue, tappezzeria, arazzi, argenti, con pareti affrescate e pavimenti a mosaico.</span></h4><p class="MsoNormal" style="caret-color: rgb(0, 0, 0); font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-size-adjust: auto;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt;">“<i>Speriamo possano continuare le ricerche –<span class="Apple-converted-space"> </span></i>spiega l’architetto<i><span class="Apple-converted-space"> </span></i> <b>Roberto Sciarratta</b>, direttore della Valle dei Templi -:<span class="Apple-converted-space"> </span><i>il Quartiere ellenistico-romano deve diventare un punto di forza del nuovo percorso che stiamo allestendo nel Parco archeologico, che collegherà la Collina dei Templi direttamente con le terrazze superiori della città antica, che ospitano il Quartiere da una parte e il museo archeologico “Pietro Griffo” dall'altra, oltre all'area degli edifici pubblici dell'area centrale, fino all’ipogeo Giacatello. I lavori dell’Università di Bologna, di cui condividiamo gli obiettivi, si inseriscono dunque pienamente nella programmazione del Parco, volto ad ampliare l'offerta culturale ed a comunicare al meglio il proprio patrimonio”.<span class="Apple-converted-space"> </span></i>I lavori sul campo riprenderanno l'anno prossimo, ma nel frattempo il gruppo di lavoro coordinato dal professor Lepore continuerà a lavorare e studiare i materiali rinvenuti all’interno del crollo e la ricomposizione delle pitture parietali e dei frammenti di mosaico.</span></p><p class="MsoNormal" style="caret-color: rgb(0, 0, 0); font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-size-adjust: auto;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2ROYt_DLiVoSSDl0PLA9R8Xs5ki3C0ndFQPtppJfG7Rwal2gvV65taTfvM-VfDG9XczjPZnRDNk0vG9HHtYQuysdvv_qIVMNtwaDRM7-Ol2PS8fLjtUUG_q1gqhqef83ZSSN554NSJKpQ/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2ROYt_DLiVoSSDl0PLA9R8Xs5ki3C0ndFQPtppJfG7Rwal2gvV65taTfvM-VfDG9XczjPZnRDNk0vG9HHtYQuysdvv_qIVMNtwaDRM7-Ol2PS8fLjtUUG_q1gqhqef83ZSSN554NSJKpQ/" width="320" /></a></div><br /><br /><p></p><p class="MsoNormal" style="caret-color: rgb(0, 0, 0); font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-size-adjust: auto;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 13pt;"><br /></span></p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-69619365709191564082021-09-02T00:15:00.002-07:002021-09-02T00:15:22.347-07:00Alfio Patti ed Elio Distefano: dialogo su Eretici, avventurieri e cospiratori<p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuG3wbhb9n_dQ3mKPLu16-Oykoob_Nh_Bg5v8KBl8zdKeU7FKjc6fSNeBVyLRyT3bpoT3K6u2B1FDaa5RaxkcYn0A985VwGPX82cjE_XDbi_pio3y16TMJu59t1gGV_L4syJ4fMSZ_DBjx/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="803" data-original-width="536" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuG3wbhb9n_dQ3mKPLu16-Oykoob_Nh_Bg5v8KBl8zdKeU7FKjc6fSNeBVyLRyT3bpoT3K6u2B1FDaa5RaxkcYn0A985VwGPX82cjE_XDbi_pio3y16TMJu59t1gGV_L4syJ4fMSZ_DBjx/" width="160" /></a></div><p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;"><span style="background-color: white; color: #263238; font-family: Raleway, sans-serif; font-size: 16px; text-align: left;">Gli otto poeti inseriti in questo saggio ci mostrano una cartina al tornasole di un'epoca interessante, spartiacque tra Rinascimento e Illuminismo. Un periodo tanto oscuro quanto preparatorio alla rinascita della ragione e della libertà di pensiero. Attraverso i loro versi conosciamo usi e costumi, luoghi e regole, politica e religione, giustizia umana e divina di quell'epoca, ma apprendiamo soprattutto i sentimenti che questi uomini-poeti hanno espresso con i loro versi pieni d'amore nei confronti della poesia. Questa era considerata, allora, un dono di Dio e come tale doveva essere onorata e coltivata, soprattutto condivisa.</span></p><br /><p></p><p style="text-align: left;">Alfio Patti, scrittore, poeta e cantautore, dialoga con Elio Distefano, studioso e docente, per descrivere un libro che è un viaggio nel tempo, tra bellezza e oscurità. </p><ul class="ul1"><li class="li1" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><b><span class="s1" style="font-family: Menlo; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"></span>Un libro che parla di libertà, quella negata dalle circostanze e quella, per contro, ostinatamente ricercata e praticata da questi uomini, il diciottesimo “parto” letterario di Alfio Patti. Scritto, guarda caso, in un periodo di forzata reclusione, quasi una cattività, come la primavera del 2020: solo un caso che l’interesse per questi poeti sia sbocciato in un simile frangente, o piuttosto una scelta deliberata e consapevole?</b></li></ul><div class="separator" style="clear: both;"><p class="p2" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 15px; text-align: justify;"><br /></p><ul class="ul1"><li class="li1" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: Menlo; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"></span>-<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span><i>L’interesse per questi poeti è nato, in verità, circa 20 anni fa quando leggendo autori del passato avevo notato che alcuni di loro avevano avuto una vita rocambolesca. Per fare questo lavoro, però, occorreva tempo, concentrazione e ricerca. Cose che non avevo in quel tempo. Il confinamento per la pandemia, però, ha riacceso in me l’idea. Ho letto, quindi, le poesie di 34 poeti siciliani del Seicento di un certo spessore e ne ho trovati 8 che avevano vissuto la loro vita con fatica e sofferenze e avevano scritto, per questo, le loro poesie sulla propria pelle. Avevano avuto il coraggio di andare controcorrente, contro il pensiero unico di allora e fare delle scelte forti anche a costo della vita.</i></li></ul><p class="p2" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 15px; text-align: justify;"><br /></p><ul class="ul1"><li class="li1" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><b><span class="s1" style="font-family: Menlo; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"></span>•<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>Il titolo del libro propone una triade di aggettivi molto forti, che non possono lasciare indifferente chi vi s’imbatta negli scaffali di una libreria, reale o virtuale: quale relazione si può stabilire fra questi termini? Si tratta di una climax ascendente?</b></li></ul><p class="p2" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 15px; text-align: justify;"><br /></p><ul class="ul1"><li class="li1" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: Menlo; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"></span>-<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span><i>Sì, il climax ascendente ci può stare. Ho scelto questo titolo di getto senza una apparente considerazione ma già inconsciamente sapevo che un “eretico” fa delle scelte forti e che a causa di queste scelte la sua vita diventa un’avventura per sfuggire alle insidie e ai contrasti che ne derivano per sfociare, poi, in una cospirazione per abbattere quel sistema che toglie libertà e dignità agli uomini.</i></li></ul><p class="p3" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16px; text-align: justify;"><b></b><br /></p><ul class="ul1"><li class="li1" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: Menlo; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"></span>•<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>A<b> mio parere, fra i termini contenuti nel titolo, è il primo, “eretici”, che li racchiude tutti e li suggella nel segno di una orgogliosa rivendicazione della propria individualità di fronte a chi li bolla come tali, poiché contiene in sé già nell’etimo l’idea di una scelta forte, lucida, coraggiosa, perdipiù in un tempo di strisciante servilismo e di avvilente mancanza di rispetto per la dignità umana. Sembra quasi di trarne la lezione che, quando la libertà e la dignità dell’uomo tendono ad essere soffocate (ed è una costante che, come un fiume carsico, riemerge molte volte nella storia, in modi diversi e a volte inattesi!) essere eretico voglia dire <i>tout court</i> essere poeta. Sei d’accordo su questa visione? Come la pensi a riguardo?</b></li></ul><p class="p2" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 15px; text-align: justify;"><br /></p><ul class="ul1"><li class="li1" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: Menlo; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"></span>-<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span><i>Sono d’accordo. In quel contesto, ma anche oggi, la “parola” e la poesia restano le uniche forme rivoluzionarie per contrastare questo stato di cose. Mentre scrivevo il libro trovavo molte similitudini tra il Seicento e il nostro di tempo. Anche allora le pandemie per la peste e le quarantene con la caccia agli untori; siccità e conseguenti carestie (senza che esistesse il buco d’ozono); eruzioni devastanti e terremoti violenti, ma soprattutto la mancanza della giustizia; abusi di potere dei nobili e quello del clero mettevano in ginocchio quegli illuminati e colti dei “miei” poeti che hanno fatto della poesia e della conoscenza uno scopo di vita contribuendo alla nascita del futuro Illuminismo.</i></li></ul><p class="p2" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 15px; text-align: justify;"><br /></p><ul class="ul1"><li class="li1" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: Menlo; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"></span>•<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>Q<b>uesti poeti si sono espressi su diversi registri, da quello propriamente lirico a quello civile e politico, e perfino al burlesco. Quando si sente parlare di burlesco si pensa sempre allo spirito salace di certa poesia duecentesca toscana, come quella dell’Angiolieri. In una natura chiaroscurale come quella siciliana, quali tonalità assume il burlesco, secondo te?</b></li></ul><p class="p2" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 15px; text-align: justify;"><br /></p><ul class="ul1"><li class="li1" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: Menlo; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"></span>-<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span><i>Il burlesco che ci ha spiegato l’ufficiale cultura peninsulare, e che è di grande prestigio per via dell’uso di ironia, parodia e comicità, si distacca da quello isolano siciliano.<span class="Apple-converted-space"> </span></i><i>Esso ha una sua peculiarità. I poeti da me trattati hanno tutti prodotto poesie burlesche, d’amore e religiose. Ma qui il burlesco si tinge di un retrogusto amaro; di una tragicità greca che permette di “babbiàre”, cioè scherzare su un dramma mentre lo stesso autore “va a fondo”. Uno dei poeti chiede del vino agli amici mentre è in carcere. Lo fa non perché sia un ubriacone ma perché ha freddo dentro “i dammusi” e la poesia diventa un momento ridanciano, ma l’autore sta veramente languendo nelle patrie galere. Il burlesco permette ai poeti di attaccare i potenti strappando risate agli stessi interessati. Nel contempo i poeti dicono verità che altrimenti non potrebbero dire. Lo stesso procedimento il popolo usava con “Lu diri” nel periodo carnascialesco o a teatro con il “Cu’ nesci parra”, improvvisando.</i></li></ul><p class="p2" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 15px; text-align: justify;"><br /></p><p class="p2" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 15px; text-align: justify;"><br /></p><ul class="ul1"><li class="li1" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: Menlo; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"></span>•<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>A<b> leggere i ritratti dei poeti scelti, con i numerosi <i>excerpta</i> dalle loro opere, sembra che essi, tutti uomini di vasta cultura, che si sono cimentati in numerosi campi del sapere e dell’arte, abbiano riservato uno spazio speciale all’attività poetica, utilizzando il verso come mezzo più immediato e personale per esprimere con forza i sentimenti più urgenti e spesso tempestosi che agitavano il loro animo, a volte come armi per ingaggiare una battaglia di libertà. Ti trovi d’accordo su questa definizione?<span class="Apple-converted-space"> </span></b></li></ul><p class="p2" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 15px; text-align: justify;"><i><br /></i></p><ul class="ul1"><li class="li1" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><i><span class="s1" style="font-family: Menlo; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"></span>-<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>Sì, per loro la poesia era un’arma speciale. Oggi forse non più, ma allora la scrittura e la conoscenza era per pochi e gli stessi poeti si consideravano dei privilegiati. La poesia era per loro un dono e sapevano che andava alimentato e divulgato. La poesia sopravvive ai suoi stessi autori ed essi credevano che la liricità dei loro versi e il ruolo pedagogico della poesia avrebbe cambiato il mondo.</i> <span class="Apple-converted-space"> </span></li></ul><p class="p2" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 15px; text-align: justify;"><br /></p><ul class="ul1"><li class="li1" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: Menlo; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"></span>•<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span><b>Quando si scrive, che si tratti di personaggi di un romanzo o di uomini realmente esistiti, come in questo caso, è inevitabile specchiarvisi. Quale di questi poeti ritieni a te più somigliante e sotto quali aspetti e, viceversa, da chi e perché ti senti più distante?</b></li></ul><p class="p2" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 15px; text-align: justify;"><br /></p><ul class="ul1"><li class="li1" style="font-family: "Helvetica Neue"; font-size: 13px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><b><span class="s1" style="font-family: Menlo; font-size: 9px; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"></span>-<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>I</b><i>o mi sono rivisto, come temperamento e carattere, comprese debolezze, in Michele Moraschino, il poeta spadaccino, sferzante del pericolo e accusato di eresia. Pur essendo amico dei gesuiti che tanto lo stimavano, venne incarcerato dai domenicani che detenevano l’amministrazione del Santo Uffizio. Patì senza colpe tre anni di carcere dove dovette lottare con gentaglia all’interno della stessa cella. Lui era di un’altra pasta. Fu liberato a seguito di un’ispezione inviata direttamente dalla Spagna. Riacquistò credibilità appena libero e continuò i suoi studi illuminanti e illuministici.<span class="Apple-converted-space"> </span>Il poeta da me molto distante è Simone Rao, perché ambiguo, delatore ed ecclesiastico. Nonostante avesse tramato con una congiura contro il re di Spagna fu da Sua Maestà premiato prima come cappellano di Corte poi come vescovo di Patti. Gli altri rivoluzionari furono giustiziati. Rao incarna il suo secolo: ampolloso, ipocrita, dove la forma vinceva sul contenuto, in tutti i sensi.</i></li></ul><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMG7PGQACJIOMiHCUKGs-IccG7_NN5JMwIJc9x8YChJay8WNhv4kk4lSA0GRKj7i_86LHqgKp2732hJXG9Y_s0vgfXoqqTfn2uSAzThjohz84X5-3BTQFmSEeqQR6iUvZEPncuHmB5J3on/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="135" data-original-width="180" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMG7PGQACJIOMiHCUKGs-IccG7_NN5JMwIJc9x8YChJay8WNhv4kk4lSA0GRKj7i_86LHqgKp2732hJXG9Y_s0vgfXoqqTfn2uSAzThjohz84X5-3BTQFmSEeqQR6iUvZEPncuHmB5J3on/" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7Q_14JYG4nIwv-3d3h1DWxzU-z3brSritGyIFnsIXeJ_0ix74czEqyRp7C7JHofO1baZh5JkICVGrAzhyeVGIGKNC2PuyFNU7DD9TI9bY3ko3MedG5S73U_Bgfm2_cSoRRHqIpUVDOJy8/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2015" data-original-width="2008" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7Q_14JYG4nIwv-3d3h1DWxzU-z3brSritGyIFnsIXeJ_0ix74czEqyRp7C7JHofO1baZh5JkICVGrAzhyeVGIGKNC2PuyFNU7DD9TI9bY3ko3MedG5S73U_Bgfm2_cSoRRHqIpUVDOJy8/" width="239" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><br /><br /></div><br /></div><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /><br /></div><br /><p></p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-63722960317533709592021-08-04T02:09:00.003-07:002021-08-04T02:09:46.164-07:00Il mito di Aretusa, boom di presenze per scoprire la Neapolis nascosta Grande successo di pubblico per lo spettacolo “Il mito di Aretusa” che dal 17 luglio scorso rende più vive le pareti di roccia della grotta dei Cordari, della grotta del Salnitro e dell’Orecchio di Dionisio. Luoghi magici, sospesi nel tempo, grazie alla magia di musica, parole e immagini di uno spettacolo itinerante per la regia di Guglielmo Ferro.
Un viaggio nella natura, nella poesia, nel mito per la perfomance più stupefacente dell’estate che in queste settimane ha attratto centinaia di spettatori e che continua ad incuriosire come mostrano le numerose prenotazioni fino al 28 agosto prossimo.
Le grotte del parco archeologico della Neapolis che diventano boschi, fiumi, cieli stellati, mare e sorgenti lasciano senza fiato gli spettatori che, oltre ad ammirare e diventare parte attiva dello spettacolo, scoprono scorci nuovi dell’area archeologica in un suggestivo itinerario tra Latomie illuminate di dorato e alberi secolari.
Uno spettacolo sorprendente, unico al mondo per la sua peculiarità e per la location che lo ospita tra cui la grotta dei Cordari chiusa al pubblico da 38 anni.<div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1bBbPes2p59Jy9DS1uDg2EEzh3_azX3AgVseWu9Y4YlVbzvv2K66M4PwV3ywY1_LiUPnsbdWUXuoYRfuo8SvjDXKAoH72C4NKZ3MqeG9ycVVWSzO1GK4eYZ7tq6-A-81vGDmYPxzjHLwE/s1600/2c597fbb-adec-4648-a663-164ece124279.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1bBbPes2p59Jy9DS1uDg2EEzh3_azX3AgVseWu9Y4YlVbzvv2K66M4PwV3ywY1_LiUPnsbdWUXuoYRfuo8SvjDXKAoH72C4NKZ3MqeG9ycVVWSzO1GK4eYZ7tq6-A-81vGDmYPxzjHLwE/s320/2c597fbb-adec-4648-a663-164ece124279.jpg" width="320" /></a></div><br /><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div> LO SPETTACOLO
Il progetto performativo è affidato alla regia di Guglielmo Ferro.
La ditta Giochi di luce di Michele Duchi, azienda leader nazionale del settore video, si occuperà delle animazioni 3D, che verranno proiettate nella grotta dei Cordari rendendola scenografia dell’evento e di tutta l’illuminazione artistica dei luoghi di rappresentazione. Un’azienda internazionale che ha curato eventi dalla portata mondiale come l’apertura delle Olimpiadi di Torino del 2016, il Ferrari world di Abu Dhabi o, ancora, videomapping di Eurofestival a Baku, Cayan tower a Dubai ma anche grandi proiezioni all’Arena di Verona, a palazzo Ducale a Venezia: tutti eventi che hanno esaltato i luoghi in cui sono stati organizzati mostrandone i lati nascosti e regalando nuova magia.
Tre attori e una danzatrice completano il cast artistico: Francesca Ferro, Nadia De Luca, Mario Opinato, Rosario Marco Amato, Rosario Minardi e Giampaolo Romania.
LA PRODUZIONE
“Il mito di Aretusa” è una produzione Momento srl in collaborazione con il Parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, villa del Tellaro e Akrai.
INFO UTILI: botteghino e prenotazioni
Fino al 28 agosto
tutti i giorni dalle 20:30 alle 22:30
5 spettacoli ogni sera: orari di inizio spettacoli 20:30; 21:00; 21:30; 22:00; 22:30
I biglietti sono acquistabili:
- presso la biglietteria dell’Area Monumentale della Neapolis tutti giorni dalle 8:30 e fino a 30 minuti prima di ogni spettacolo, in alternativa online consultando il sito aditusculture.com
- La vendita dei biglietti online è consentita fino a 1 ora prima dell’inizio dello spettacolo.
Acquistando il biglietto per una visita all’Area monumentale della Neapolis e/o al Museo Paolo Orsi si ha diritto al biglietto ridotto per lo spettacolo nello stesso giorno.
Momento srl è la società che con Aditus srl gestisce i servizi aggiuntivi dei siti culturali.
Per informazioni: aditusculture.com
</div>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-64171613342003141902021-07-18T05:38:00.001-07:002021-07-18T05:38:15.290-07:00Il mito di Aretusa incanta la Neapolis: successo per lo spettacolo più sorprendente <p> Il mito di Aretusa</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFPBwrNeAGGuZJiuYzfjI5xgxXnfYALus73yfsPjupRV930-tgbF1MaTgd8n_aXul2CH5mm9uWMHGZQA1bjjv762JMYY8ib3KCCiHuEUM9PbzM2Xnb8uYovLbHwACsg4V3efHs0wdDbjH6/s1600/236A39BC-DE53-4FE8-ACF3-91490559B0B1.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFPBwrNeAGGuZJiuYzfjI5xgxXnfYALus73yfsPjupRV930-tgbF1MaTgd8n_aXul2CH5mm9uWMHGZQA1bjjv762JMYY8ib3KCCiHuEUM9PbzM2Xnb8uYovLbHwACsg4V3efHs0wdDbjH6/s320/236A39BC-DE53-4FE8-ACF3-91490559B0B1.jpeg" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p><p>Parco della Neapolis di Siracusa: musica, luci e immagini in 3D Debutta tra applausi ed emozioni lo spettacolo più sorprendente d’Italia</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-fnAPOkw5BzCeqQN1NJn3ZZKSe7rZSPFZXERnalQMRV46W0TTnku2SCijxzvPxWY7CSAZAjYQap93v6XHJRDFnqLm-ndGH9_9Dm0Dx7f6AOWOoY1_zPC9PiSJ9TIU6pqGjjGoq5btIDE6/s2048/8FBDF114-9E92-4EB8-B485-0981EE626BDA.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-fnAPOkw5BzCeqQN1NJn3ZZKSe7rZSPFZXERnalQMRV46W0TTnku2SCijxzvPxWY7CSAZAjYQap93v6XHJRDFnqLm-ndGH9_9Dm0Dx7f6AOWOoY1_zPC9PiSJ9TIU6pqGjjGoq5btIDE6/s320/8FBDF114-9E92-4EB8-B485-0981EE626BDA.jpeg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3w_Akq88cQTo2Fj3_HSxIBSIg-mV_kVujD9JypZ51i8ofx6GnqTg1ym_t4IJp3gr4L9zgH8Ivbn0pl7LK_QpF9KdYnP2Y9u8I63YUIp8irxGSdZf6dz4S8KyfenHWV-T-ygI8j9f_LgOT/s1600/69935516-5B91-4167-8396-1D22BF4BD008.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3w_Akq88cQTo2Fj3_HSxIBSIg-mV_kVujD9JypZ51i8ofx6GnqTg1ym_t4IJp3gr4L9zgH8Ivbn0pl7LK_QpF9KdYnP2Y9u8I63YUIp8irxGSdZf6dz4S8KyfenHWV-T-ygI8j9f_LgOT/s320/69935516-5B91-4167-8396-1D22BF4BD008.jpeg" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p><p>Pareti di roccia che diventano distese di fiori colorati, lastre lapidee trasformate in cascate, pavimenti che si trasformano in fonti d’acqua dolce e onde spumose tra note di musica, tra prosa e poesia, tra mito e realtà. Grotte che diventano boschi, fiumi, cieli stellati, mare</p><p> e sorgenti.</p><p>E’ uno spettacolo sorprendente – unico al mondo per la sua peculiarità e per la location che lo ospita – quello che ieri ha debuttato al parco della Neapolis davanti a un pubblico attonito ed emozionato.</p><p><br /></p><p> “Il mito di Aretusa” è il titolo della perfomance teatrale e musicale diretta dal registra Guglielmo</p><p> Ferro che svela agli spettatori – ed esalta in maniera straordinaria - il volto più suggestivo e nascosto dell’area archeologica del Teatro greco di Siracusa attraverso nuovi percorsi tra latomie, ulivi ed agrumeti.</p><p>Attori, musicisti e immagini video in 3D regalano una bellezza ancor più meravigliosa al sito archeologico con uno spettacolo itinerante tra la Grotta dei Cordari, la Grotta del Salnitro e l’Orecchio di Dionisio. La ninfa Aretusa, a cui è legata la millenaria leggenda della fonte siracusana cantata dai poeti, è la protagonista del viaggio nel mito insieme con la dea Artemide, tra racconti di fauni e poeti, di dee e ninfe, di uomini e tiranni.</p><p>Un debutto che è stato salutato con entusiasmo dai presenti, tra cui tante autorità e istituzioni ma</p><p> anche guide turistiche e addetti ai lavori che hanno voluto partecipare al “battesimo” della nuova Neapolis con i suoi percorsi curati da Aditus srl, la società che gestisce i servizi aggiuntivi in concessione.</p><p>“Un momento di rinascita – commenta il direttore del parco archeologico di Siracusa, Carlo Staffile – per la Neapolis, per la città e per i siracusani, ma anche per la Sicilia tutta che si riappropria di un pezzo di bellezza esaltato da uno spettacolo immaginifico che esalta il luogo. Oggi, il parco della Neapolis è diventato ancora più vivo perché ricco di emozioni da parte del pubblico e di chi lo ama e lo riscopre”. Gli fa eco il presidente di Aditus, Riccardo Ercoli e amministratore Momento srl. “Siamo innamorati di Siracusa e della Sicilia – commenta – e non potrebbe essere diversamente perché questi luoghi sono unici ed è un privilegio poterli conoscere e valorizzare. Il nostro lavoro, in piena sinergia con il territorio con cui collaboriamo con entusiasmo, è proprio quello di dare bellezza alla bellezza con un evento di levatura internazionale come Il mito di Aretusa”.</p><p>La scelta di mettere in scena Aretusa – in una scena diversa da qualsiasi palco al mondo – è di Guglielmo Ferro, il regista siciliano che ha voluto così ricordare le origini di Siracusa e del suo</p><p> legame con la madrepatria greca che è a fondamento del mito della ninfa e di Alfeo. “Conoscevo questi luoghi da bambini – commenta il regista – ed è una grande emozione poter lavorare in scenari così mozzafiato dove ogni cosa appare superflua, tanta è la bellezza. Così abbiamo deciso di non aggiungere nulla al luogo ma di renderlo magnifico attraverso la musica, le voci, le immagini con cui raccontiamo il mito, la favola del mondo”. Ferro accenna anche alla tecnologia che sposa, in maniera delicata, l’archeologia e regala sofisticate ricostruzioni in 3D che trasformano la roccia in luoghi trasognanti.</p><p>Due i cast impegnati nello spettacolo che si alterneranno nel corso delle repliche: Francesca Ferro (Artemide), Nadia De Luca (Artemide), Mario Opinato (Fauno), Verdiana Barbagallo (Aretusa), Virginia Penna (Aretusa), Rosario Marco Amato (Fauno), Rosario Minardi e Giampaolo Romania (Filosseno) </p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-6042533672339206302021-07-12T01:50:00.005-07:002021-07-12T01:55:44.066-07:00Arte contemporanea, a Lipari il Festival ISOLE <p> <b style="color: #444444; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; orphans: 2; text-align: center; widows: 2;"><span style="color: black; font-size: 12pt;">CULTURA: con l’installazione “AFR” di Binta Diaw, al via a Lipari il festival ISOLE</span></b></p><div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "trebuchet ms", sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;"><p align="center" class="MsoNormal" style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: center;"><b><span style="color: black; font-size: 12pt;">“Dialoghi tra arte e letteratura”, performance, musica e narrazioni con autori internazionali sulla scena del Parco Archeologico delle Eolie</span></b><b><span style="font-size: 12pt;"></span></b></p><p align="center" class="MsoNormal" style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: center;"><u><span style="color: black; font-size: 12pt;">Dall’8 all’11 luglio, ingresso libero</span></u><u><span style="font-size: 12pt;"></span></u></p><p align="center" class="MsoNormal" style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: center;"><u><span style="color: black; font-size: 12pt;"><br /></span></u></p><p align="center" class="MsoNormal" style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: center;"><u><span style="color: black; font-size: 12pt;"><br /></span></u></p><p align="center" class="MsoNormal" style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: center;"><u><span style="color: black; font-size: 12pt;"></span></u></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><u><img alt="" border="0" class="placeholder" height="240" id="8d5f08a5548eb" src="https://www.blogger.com/img/transparent.gif" style="background-color: #d8d8d8; background-image: url('https://fonts.gstatic.com/s/i/materialiconsextended/insert_photo/v6/grey600-24dp/1x/baseline_insert_photo_grey600_24dp.png'); background-position: center; background-repeat: no-repeat; opacity: 0.6;" width="320" /></u></div><u><br /><br /></u></div><u><br /><br /></u><p></p></div><div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "trebuchet ms", sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;"><b><br /></b></div><div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "trebuchet ms", sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;"><b><br /></b></div><div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "trebuchet ms", sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;"><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 12pt;">LIPARI, 9 luglio 2021 </span></b><span style="font-size: 12pt;">– Le parole, direbbe qualcuno, sono importanti. E proprio dalla parola spezzata AFR – metafora visiva del rapporto complesso e incrinato fra Occidente e Africa – ha preso il via ieri a Lipari il festival “ISOLE. Dialoghi tra arte e letteratura”, che fino a domenica 11 luglio propone ogni sera nell’area archeologica del Castello di Lipari incontri con autori del panorama artistico e letterario internazionale. Tutti ad ingresso gratuito</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;">Il festival, organizzato dall’associazione culturale Insula, è stato presentato al pubblico con un breve intervento di Rosario Vilardo, direttore del Parco Archeologico delle Eolie che organizza e ospita la manifestazione, di Tiziana De Luca (assessore del Comune di Lipari) e di Paola Nicita (storica dell’arte) ed Evelina Santangelo (scrittrice ed editor) che con l’artista Emanuele Lo Cascio curano la direzione artistica della manifestazione.</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;">Ed è la stessa Binta Diaw, 26 anni, visual artist italo-senegalese la cui ricerca è orientata a commentare fenomeni sociali come la migrazione, l’identità e il corpo femminile, intervistata dalla Nicita a raccontare al pubblico il perché di “AFR”. “E’ una parola piena di stereotipi come afroitaliano, afrodiscendente con cui mi sono dovuta confrontare anche io che sono nata e cresciuta in Italia”, spiega candidamente Binta, col suo accento milanese. La sua esposizione a Santa Caterina si completa con due grandi fotografie della serie “Paysage Corporel”: di scena dettagli del corpo dell’artista, particolarmente sensibile alla questione ecofemminista, su cui interviene con gessetti colorati creando un paesaggio di radici e colori che rimandano alla natura. In mostra fino al 18 agosto.</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;">Non è nato in Italia ma è stato “adottato” da Palermo Chris Obehi, 23 anni, giovane musicista di origine nigeriana che ieri ha concluso con un concerto la prima serata di Isole. Intervistato dalla scrittrice Paola Caridi si è detto “folgorato” dai canti di Rosa Balistreri, inseriti nel suo repertorio che spazia dal reggae (genere amato dal padre, mentre la madre canta i gospel) alla musica popolare nigeriana. E dice: “Rosa mi ha fatto sentire palermitano”.</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 12pt;">GLI APPUNTAMENTI DI OGGI, venerdì 9 luglio</span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 12pt;">Venerdì 9 luglio (ore 18,30 Teatro</span></b><span style="font-size: 12pt;">) il curatore austriaco <b>Jürgen Weishaupl</b>, presenterà a Lipari in anteprima “The Pavillion”, progetto in realtà aumentata dell’artista Eva Schelegel, già curatrice del Padiglione Austria alla Biennale di Venezia. Si tratta di una app per cellulare o tablet messa a disposizione del pubblico del festival, con cui sarà possibile materializzare alcune sculture in realtà aumentata, semplicemente inquadrando con il cellulare il codice sorgente QR collocato negli spazi esterni del Castello: lo schermo del proprio cellulare mostrerà grandi sculture e pianeti, invisibili nella realtà ma visibili attraverso lo smartphone. A seguire,<b> (19,00 Teatro) “Dietro la porta”,</b> narrazione musicale di <b>Yousif Latif Jaralla</b>, cantastorie iracheno che a Lipari con il suo tamburo e il suo ritmo circolare, proporrà una sua opera che parla degli incolmabili vuoti della memoria. Scrive il cantastorie Jaralla: <Dove si nascondono i ricordi che mancano?” Taciturni senza luce né colore, senza tempo né presenza, ma come dei fantasmi aleggiano intorno, come dei brusii dentro la mente>. <b>Alle 19,30 (Teatro) </b>l’incontro “Memorie”, vedrà la conversazione fra <b>Paola Caridi,</b> s</span><span style="font-size: 12pt;">crittrice esperta di Medio Oriente</span><span style="font-size: 12pt;">, <b>Vittorio Longhi</b>, scrittore e </span><span style="font-size: 12pt;">giornalista impegnato su tematiche di diritti umani e questioni internazionali, e la scrittrice e poetessa <b>Christina Ubah Ali Farah</b>, vincitrice del Premio Vittorini con </span><span lang="AR-SA" style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt;">“</span><span style="font-size: 12pt;">Madre piccola</span><span lang="AR-SA" style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt;">”</span><span style="font-size: 12pt;">, per analizzare alcuni aspetti del significato della memoria.</span><span style="font-size: 12pt;"></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 12pt;">“Isole. Dialoghi tra arte e letteratura” è </span><span style="font-size: 12pt;">organizzato dall’associazione culturale Insula e dal Parco Archeologico di Lipari con il sostegno de</span><span style="font-size: 12pt;">ll’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, in collaborazione con ARS (Assemblea Regionale Siciliana); Federalberghi Isole Eolie; Institut Français Palermo; Letterando in Fest, Sciacca; Galleria Giampaolo Abbondio, Todi; Associazione Culturale I.Dee, Lipari; Banca Agricola Popolare di Ragusa, Acqua Fiuggi.</span></b></p></div><div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "trebuchet ms", sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;"><b><br /></b></div><div style="background-color: white; color: #444444; font-family: "trebuchet ms", sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;"><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 12pt;"><br /></span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 12pt;"><br /></span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 12pt;"><br /></span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 12pt;">ISOLE | PROGRAMMA RAGIONATO</span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 12pt;"> </span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 12pt;">Sabato 10 luglio </span></b><span style="font-size: 12pt;">(ore 18,30 Chiesa Santa Caterina) si comincia con la lettura “I tarocchi della narrazione” a cura di <b>Evelina Santangelo</b> </span><span style="font-size: 12pt;">scrittrice, editor di Einaudi, </span><span style="font-size: 12pt;">co-curatrice del festival “Isole”.<span style="background-color: yellow; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"></span></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 12pt;">Seguirà (ore 19 Chiesa Santa Caterina)</span></b><span style="font-size: 12pt;">, introdotta da <b>Eric Biagi</b>, direttore</span><span style="font-size: 12pt;"> dell'Institut Français di Palermo</span><span style="font-size: 12pt;">, <b>la performance degli artisti Silvia Maglioni e Graeme Thomson,</b> “Dark matter cinema tarot”, celebri frammenti cinematografici trasformati nelle immagini del gioco dei tarocchi, speciali carte-immagini che gli artisti leggeranno in dialogo con il pubblico. Per le giornate del festival sarà visibile anche “Underwritten By Shadow Still”, film con fotogrammi sottotitolati, tratti dalla storia del cinema, che nella loro sequenza creano uno storytelling inedito. <b>A chiudere la serata, alle 20,30</b> (Teatro) sarà la performance musicale “Vagabondaggi sudamericani”, con <b>Pietro Lo Cascio</b> alla chitarra.</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><span style="font-size: 12pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 15.5467px; margin: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 12pt; line-height: 16.96px;">Domenica 11 luglio (ore 19,00</span></b><span style="font-size: 12pt; line-height: 16.96px;">, Teatro) “Siamo ciò che scriviamo” vede protagoniste due figure femminili della scrittura come <b>Helena Janeczek</b>, già vincitrice del Premio Strega 2018 con il libro “La ragazza con la Leica” (biografia di Gerda Taro, compagna di Robert Capa e prima fotoreporter caduta in guerra) e la scrittrice e poetessa <b>Cristina Ubah Ali Farah</b>, </span><span style="font-size: 12pt; line-height: 16.96px;">scrittrice e poetessa.</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 15.5467px; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 16.96px;">A seguire, <b>la conclusione del festival “Isole” è affidata ad una jam session con Cristina Ubah Ali Farah, Yousif Latif Jaralla, Pietro Lo Cascio</b>, per una performance che attraversa e ricuce fra loro musica, poesia e narrazione, nello spirito del dialogo fra arte e letteratura che è la cifra distintiva del festival. <b>Tutti gli eventi del festival “Isole” sono gratuiti.</b></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 15.5467px; margin: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 12pt; line-height: 16.96px;"> </span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 12pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="color: #0070c0; font-size: 12pt;">ISOLE | IL CALENDARIO</span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="color: #0070c0; font-family: Cambria, serif; font-size: 12pt;"> </span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="color: #3b3838; font-size: 12pt;">ISOLE. DIALOGHI FRA ARTE E LETTERATURA</span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><span style="color: #3b3838; font-size: 12pt;">Lipari, 8-11 luglio 2021</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><i><span style="color: #3b3838; font-size: 12pt;">Parco Archeologico delle Isole Eolie – ex Chiesa di Santa Caterina o Teatro</span></i></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><span style="color: #3b3838; font-size: 12pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">Giovedì 08 luglio </span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">18,30 - <i>AFR</i>...</span></b><span style="font-size: 12pt;">Inaugurazione festival e mostra Binta Diaw (ex Chiesa Santa Caterina)</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">19,00 - <i>Radici</i>.</span></b><span style="font-size: 12pt;"> Incontro con Binta Diaw, Alessandra Di Maio, Paola Nicita (Teatro)</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">20,00 - <i>Di terra in terra</i></span></b><span style="font-size: 12pt;">. Performance musicale di Chris Obehi (Teatro)</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 16pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">Venerdì 09 luglio </span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">18,30 </span></b><span style="font-size: 12pt;">- <b><i>The Pavillion.</i></b> Jürgen Weishaupl introduce il progetto artistico di Eva Schlegel (Teatro)</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">19,00 - <i>Dietro la porta.</i></span></b><span style="font-size: 12pt;"> Narrazione musicale di Yousif Latif Jaralla (Teatro)</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">19,30 - <i>Memorie.</i></span></b><span style="font-size: 12pt;"> Incontro con Paola Caridi, Vittorio Longhi, Christina Ubah Ali Farah (Teatro)</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><span style="font-size: 12pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">Sabato 10 luglio</span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">18,30 - <i>I tarocchi della narrazione</i>.</span></b><span style="font-size: 12pt;"> Lettura di Evelina Santangelo (ex Chiesa Santa Caterina)</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">19,00 - <i>Dark matter cinema tarot</i></span></b><span style="font-size: 12pt;">. Performance di Silvia Maglioni e Graeme Thomson, con l’introduzione di Eric Biagi, direttore dell’Institut Français Palermo (ex Chiesa Santa Caterina)</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">20,00 - <i>Vagabondaggi sudamericani</i></span></b><span style="font-size: 12pt;">. Performance musicale di Pietro Lo Cascio, chitarra (Teatro)</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><span style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; font-size: 12pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">Domenica 11 luglio </span></b></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">19,00 - <i>Siamo cio’ che scriviamo</i></span></b><span style="font-size: 12pt;">. Incontro con Helena Janeczek Cristina Ubah Ali Farah (Teatro)</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><b><span style="font-size: 12pt;">20,30 - <i>Jam session</i>.</span></b><span style="font-size: 12pt;"> Musica, poesia, narrazione Pietro Lo Cascio, Yousif Latif Jaralla (Teatro)</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 12pt;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 12pt;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: normal; margin: 0cm;"><span style="font-family: Cambria, serif; font-size: 12pt;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img alt="" border="0" class="placeholder" height="240" id="6e48571c113c28" src="https://www.blogger.com/img/transparent.gif" style="background-color: #d8d8d8; background-image: url('https://fonts.gstatic.com/s/i/materialiconsextended/insert_photo/v6/grey600-24dp/1x/baseline_insert_photo_grey600_24dp.png'); background-position: center; background-repeat: no-repeat; opacity: 0.6;" width="320" /></div><br /><br /><p></p><p style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 17.6px; margin: 0cm;"><b><span style="color: #0070c0; font-family: Calibri, sans-serif;">ISOLE | GLI OSPITI</span></b></p><p style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 17.6px; margin: 0cm;"><b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Binta Diaw</span></b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">: artista italo-senegalese, vincitrice del Premio Museo del Novecento di Firenze;</span></p><p style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 17.6px; margin: 0cm;"><b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Paola Caridi</span></b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">: scrittrice e giornalista esperta del Medio Oriente. Fa parte del comitato editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino.</span></p><p style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 17.6px; margin: 0cm;"><b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Alessandra Di Maio</span></b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">: saggista e traduttrice, docente universitaria esperta in postcolonialismo e africanista; ha tradotto le opere e curato l'autobiografia del Premio Nobel Wole Soyinka.</span></p><p style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 17.6px; margin: 0cm;"><b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Helena Janeczek</span></b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">: scrittrice, vincitrice di prestigiosi premi, tra cui il Premio Campiello e il Premio Strega.</span></p><p style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 17.6px; margin: 0cm;"><b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Jürgen Weishaup</span></b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">: curatore e consulente culturale del Comune di Vienna.</span></p><p style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 17.6px; margin: 0cm;"><b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Silvia Maglioni e Graeme Thomson</span></b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">: duo italo-inglese di artisti, hanno realizzato progetti e mostre al Centre Pompidou e al Museo del Louvre di Parigi.</span></p><p style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 17.6px; margin: 0cm;"><b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Yousif Latif Jaralla</span></b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">: cantastorie e narratore iracheno.</span></p><p style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 17.6px; margin: 0cm;"><b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Eric Biagi</span></b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">: direttore dell'Institut Français di Palermo, critico cinematografico.</span></p><p style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 17.6px; margin: 0cm;"><b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Vittorio Longhi</span></b><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">: s</span><span style="font-family: Calibri, sans-serif;">crittore e giornalista, si occupa di diritti umani e questioni internazionali per La Repubblica, The Guardian e il New York Times.<span style="color: #202122;"></span></span></p><p style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 17.6px; margin: 0cm;"><b><span style="color: #202122; font-family: Calibri, sans-serif;">Cristina Ubah Ali Farah</span></b><span style="color: #202122; font-family: Calibri, sans-serif;">: scrittrice e poetessa, vincitrice del premio Elio Vittorini</span></p></div>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-73307454855119047242021-07-12T01:46:00.003-07:002021-07-12T01:46:42.961-07:00Elimi a Segesta ed Entella, due mostre raccontano la storia <p> <b style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;"><span style="font-size: medium;">GLI ELIMI A SEGESTA ED ENTELLA, DUE MOSTRE RACCONTANO LA STORIA</span></b></p><b style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;"><span style="font-size: medium;">ESPOSTA PER LA PRIMA VOLTA ISCRIZIONE COSTRUZIONE AGORÀ SEGESTA</span></b><div><b style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;"><span style="font-size: medium;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx8erYFSkc2LPVp3vQjw3pbvgiCkA1B8ciy2ZcvfI7r5WldUT1iPP7zFWg8N1vEWfqgly6UQDG1hZGGrfhhTtu400ahExf8Os7rd1PPmeC9cpSToplyUE_X4S7McNAri4wP1YeOYunIqap/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1441" data-original-width="1772" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx8erYFSkc2LPVp3vQjw3pbvgiCkA1B8ciy2ZcvfI7r5WldUT1iPP7zFWg8N1vEWfqgly6UQDG1hZGGrfhhTtu400ahExf8Os7rd1PPmeC9cpSToplyUE_X4S7McNAri4wP1YeOYunIqap/" width="295" /></a></div><br /><br /></span></b><i style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;">I due eventi sono organizzati dal Parco archeologico di Segesta<br /></i><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;">Chi furono gli Elimi in Sicilia e cosa hanno rappresentato per la storia dell’Isola? A raccontarlo saranno due mostre promosse dal Parco archeologico di Segesta, che la prossima settimana – martedì 13 e mercoledì 14 luglio – saranno inaugurate presso il Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana” di Erice e l’altra presso lo Stazzo del Parco archeologico di Segesta.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;">IL PROFILO DEGLI ELIMI IN SICILIA – Non a caso le due iniziative mettono insieme Segesta con Erice ed Entella: tutte tre furono le città degli Elimi ed ebbero un ruolo di rilievo tra le popolazioni “alle origini della Sicilia”. «Con i Sicani, con le fondazioni greche e con quelle fenicio-puniche, gli Elimi composero nell’Occidente dell’isola uno straordinario crogiolo di civiltà e genti», spiega Carmine Ampolo, docente emerito della Normale di Pisa. Gli Elimi, secondo lo storico Tucidide, erano, invece, un gruppo di Troiani sfuggiti agli Achei al momento della presa di Troia, poi approdati in Sicilia e stabilitisi vicino ai Sicani, fondarono Erice e Segesta. Secondo altre fonti ancora, invece, questo popolo che proveniva dall’Italia si considerava di origine troiana e, quindi, “parenti dei Romani”.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;">LA MOSTRA A ERICE – All’Istituto Wigner/San Francesco, sede del Centro “Ettore Majorana” di Erice, martedì 13 luglio </span><div><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;"><br /></span></div><div><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;"><br /></span></div><div><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;"><br /></span></div><div><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;">alle 18, verrà inaugurata “Alle origini della Sicilia. La terra e le città degli Elimi: materiali da Entella e Segesta”, promossa in collaborazione con la Scuola Normale di Pisa e il Laboratorio di Storia, archeologia, epigrafia, tradizione dell’antico. L’allestimento – curato da Carmine Ampolo, Rossella Giglio, Anna Magnetto e Maria Cecilia Parra – presenta una selezione di reperti che illustrano i momenti di vita del sito di Entella dalla preistoria all’età di Federico II (che segnò la fine dell’occupazione stanziale sulla Rocca di Entella). Un viaggio tra reperti e testimonianze che va dal Neolitico alla genesi della città e alle sue prime fasi di ellenizzazione. Sono raccontati i due contesti sacri (fuori e dentro le mura) dove si svolgeva il culto di Demetra e Kore, mentre due calchi esposti dei Decreti testimoniano il culto di Hestia. I corredi di due tombe (maschile e femminile) raccontano l’occupazione della città da parte dei mercenari campani. E poi il ruolo delle donne nell’Entella ellenistica: è esposto il corredo della tomba di Takima (una donna che ancora nel IV secolo a.C. portava un nome con radice elima), un peso da telaio che conserva nel graffito di una tessitrice la memoria di un ergasterion (officina, ndr) per la lavorazione dei tessuti, poi ancora un raffinato pendente d’oro a forma di crescente lunare (forse un’offerta alle divinità dell’Oltretomba) e un’offerente con porcellino a Demetra del IV secolo a.C.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;">COSTRUZIONE AGORÀ SEGESTA, ISCRIZIONE ESPOSTA PRIMA VOLTA – Dai reperti provenienti da Segesta nella mostra di Erice sarà esposta, per la prima volta, l’iscrizione integrale della costruzione dell’agorà, risalente al II secolo a.C. I due blocchi di marmo con le incisioni furono trovati in due momenti storici diversi: quello più grosso nel 1624, l’altro, invece, durante gli scavi del 2003 ma mai, prima d’ora, erano stati esposti insieme.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;">LA MOSTRA A SEGESTA – Mercoledì 14, alle ore 18, verrà inaugurata la mostra “I volti del sacro nella Segesta elima: spazi, riti, oggetti”, in collaborazione con l’Università di Palermo. L’allestimento, curato da Monica de Cesare e Rossella Giglio, è all’interno dello Stazzo, un ex magazzino del Parco appena restaurato. Tra i reperti esposti un discobolo di 10 cm circa trovato nella zona del Santuario di Mango negli anni ’50. Ma c’è anche un peso da telaio con una iscrizione elima e due frammenti di ceramica (una segestana e l’altra proveniente da Atene) trovati ai piedi del monte Barbaro, presso lo “scarico” di Grotta Vanella. All’inaugurazione presenzierà l’Assessore regionale ai beni culturali e all’identità siciliana, Alberto Samonà.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: small; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-thickness: initial; widows: 2;">«PIÙ OFFERTA CON SPAZIO ESPOSITIVO PERMANENTE» - «Con la mostra a Segesta inauguriamo ufficialmente lo Stazzo come primo spazio espositivo permanente per offrire ai visitatori di Segesta l’opportunità di conoscere meglio la città anche attraverso i reperti archeologici mai esposti prima» ha detto il Direttore del Parco, Rossella Giglio. «Con la mostra di Erice, invece, allarghiamo la visione del Parco sul territorio, nell’ottica di rete con altre istituzioni», ha concluso la Giglio.</span></div></div>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-87587996841770684382021-07-12T01:34:00.004-07:002021-07-12T01:46:54.022-07:00Arti e mestieri, a Siracusa il primo festival della Sicilia <p> </p><p><br /></p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtKN8YjEWjxZ00O-nj9U1zdnmCoUp2dVbRRopRJBLrUsb9q3LKijwj8xxmhEfNHSocDA7shEXWTQi5MnspjZW4F3GS_q_yKJqMYp9eKQaglIOPtLapM1hHENOBCCy-TU3_lwyY_h8oSf-A/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="649" data-original-width="499" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtKN8YjEWjxZ00O-nj9U1zdnmCoUp2dVbRRopRJBLrUsb9q3LKijwj8xxmhEfNHSocDA7shEXWTQi5MnspjZW4F3GS_q_yKJqMYp9eKQaglIOPtLapM1hHENOBCCy-TU3_lwyY_h8oSf-A/w493-h640/image.png" width="493" /></a><img class="aSM" id=":yg" src="https://ssl.gstatic.com/docs/doclist/images/mediatype/icon_1_image_x32.png" style="text-align: left;" title="Immagine" /></div><p></p><div aria-hidden="true"><div class="aSH"><div class="aYy" id=":yi"><div class="aYz"><div class="a12"><div class="aQA"><br /></div><div class="aQA"><img alt="Visualizzazione di locandina.png" aria-hidden="true" class="aLF-aPX-J1-J3" src="https://mail.google.com/mail/u/2?ui=2&ik=556f0df237&attid=0.1&permmsgid=msg-f:1704537992086541558&th=17a7bc45d479d4f6&view=fimg&realattid=f_kqs0slb01&disp=thd&attbid=ANGjdJ9XAYHWZYo3SPL1wLsAFzHPVZ9dnS0yTdiq6A761DiUJba5WrfHMT0UoFC_2T97zextOuStFC51NjpfS3hvXVuaqQjjm4LSkdBMzraM5tz7Ha-yRLNV6rlpSSY&ats=2524608000000&sz=w1330-h1232" /></div></div></div></div></div><div class="aSI"><div class="aSJ" id=":yd" style="border-color: rgb(255, 255, 255);"></div></div></div><p><br /></p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-5081789546773804222021-07-12T01:28:00.001-07:002021-07-12T01:28:12.505-07:00Magia e misteri, viaggio nella Sicilia più intima con Paolino Uccello<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTj60hx28-n2ZOvocgyhk5NILb3OPgbU473UrSyPormeU2Q0c56Nr-rhhyphenhyphenGx1NzYteWTrj7ljUDStO0D3n35DooZNXFyPhjqv8IudlaR_dQ2-gO-YesGdGNG3uQG__e8JiIKvmD9xbfk5B/s1600/05e04e26-feff-4a67-bb46-07a44ad4e17a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1082" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTj60hx28-n2ZOvocgyhk5NILb3OPgbU473UrSyPormeU2Q0c56Nr-rhhyphenhyphenGx1NzYteWTrj7ljUDStO0D3n35DooZNXFyPhjqv8IudlaR_dQ2-gO-YesGdGNG3uQG__e8JiIKvmD9xbfk5B/s320/05e04e26-feff-4a67-bb46-07a44ad4e17a.jpg" /></a></div><br /><p></p><p><br /></p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIKqynkd8aaX4WQ0fa-oLZL8DEQbwN0_rN2aJZQjb6zQvaXHweU4OJ0NM9Q7C-MBMaRRhcB_rjLSOOeKXl6SjVtBriXLyz4f1QO7YZ32ZZP2ZT2YGzbeK12Q7fu8GzdalSxb37XJVvjnIy/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="691" data-original-width="482" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIKqynkd8aaX4WQ0fa-oLZL8DEQbwN0_rN2aJZQjb6zQvaXHweU4OJ0NM9Q7C-MBMaRRhcB_rjLSOOeKXl6SjVtBriXLyz4f1QO7YZ32ZZP2ZT2YGzbeK12Q7fu8GzdalSxb37XJVvjnIy/s16000/image.png" /></a></div><p><br /></p><br /><br /><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9NVrw8Kbhteqfq8pmBWaU_XQerVwl-kDh-HUJy71B7TYVjURiPJJGqRQA69mDGPy65RZTZq8dSZcz-Kf0LNjsiNWBgo90j-071dTd79XzQilC5lORGcglDOiBN29AwzUC1PPN-5QVfeph/s720/a99d38df-415b-4b8a-8a8c-bd708139bf8c.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="715" data-original-width="720" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9NVrw8Kbhteqfq8pmBWaU_XQerVwl-kDh-HUJy71B7TYVjURiPJJGqRQA69mDGPy65RZTZq8dSZcz-Kf0LNjsiNWBgo90j-071dTd79XzQilC5lORGcglDOiBN29AwzUC1PPN-5QVfeph/s320/a99d38df-415b-4b8a-8a8c-bd708139bf8c.jpg" width="320" /></a></div><br />isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-20093867099026226612021-07-05T06:15:00.003-07:002021-07-05T06:15:22.741-07:00Teatro a Siracusa, Il mito di Aretusa alla Grotta dei Cordari<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglTs7cifxTUSEFavI1jrEDGb4Xu3XrzaqV59iSJm-Y-qWS8T3NDqNaQMMvhhPLsXVKhBx9PxbpEZnXXzyCIsLadZAUXbWBCMJhsRWDmc9-F3xeCvM18ppgN2m4joErka_zXgGnpT5jHm5E/s2552/unnamed.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1232" data-original-width="2552" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglTs7cifxTUSEFavI1jrEDGb4Xu3XrzaqV59iSJm-Y-qWS8T3NDqNaQMMvhhPLsXVKhBx9PxbpEZnXXzyCIsLadZAUXbWBCMJhsRWDmc9-F3xeCvM18ppgN2m4joErka_zXgGnpT5jHm5E/s320/unnamed.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p><br /></p><div class="page" title="Page 1">
<div class="layoutArea">
<div class="column">
<p><span style="font-family: 'Georgia,Bold'; font-size: 18.000000pt;">Il mito di Aretusa
</span></p>
<p><span style="background-color: rgb(100.000000%, 100.000000%, 100.000000%); font-family: 'Georgia'; font-size: 12.000000pt;">17 luglio – 28 agosto 2021
</span></p>
<p><span style="font-family: 'Georgia,Bold'; font-size: 12.000000pt;">Grotta dei Cordari, Grotta del Salnitro e Orecchio di Dionisio </span><span style="font-family: 'Georgia,Bold'; font-size: 12.000000pt;">– </span><span style="font-family: 'Georgia,Bold'; font-size: 12.000000pt;">Siracusa
</span></p>
</div>
</div>
<table style="background-color: rgb(100.000000%, 100.000000%, 100.000000%); border-collapse: collapse;">
<tbody><tr>
<td style="background-color: rgb(100.000000%, 100.000000%, 100.000000%); border-bottom-color: rgb(0.000000%, 0.000000%, 0.000000%); border-bottom-width: 0.006000pt; border-left-color: rgb(0.000000%, 0.000000%, 0.000000%); border-left-width: 0.000000pt; border-right-color: rgb(0.000000%, 0.000000%, 0.000000%); border-right-width: 0.000000pt; border-style: solid; border-top-width: 0.000000pt;">
<div class="layoutArea">
<div class="column">
<p><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">Siracusa, 5 luglio 2021. </span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">Tra giochi di luce e suggestioni sonore, con la spettacolare e inedita
</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">performance teatrale “</span><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">Il mito di Aretusa</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">”, diretta dal regista Guglielmo Ferro, riapre al pubblico
dopo quarant’anni la </span><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">Grotta dei Cordari</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">, uno degli itinerari all’interno del Parco Archeologico della
</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">Neapolis di Siracusa che, insieme alla </span><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">Grotta del Salnitro </span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">e all’</span><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">Orecchio di Dionisio</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">, affascina da
sempre i visitatori.
</span></p>
<p><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">L’appuntamento è per </span><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">sabato 17 luglio, ore 20.30</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">. Di scena la ninfa Aretusa inseguita da Alfeo pazzo
</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">d’amore, satiri dei boschi </span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">e il poeta Filosseno prigionero del tiranno greco Dionisio.
</span></p>
</div>
</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="background-color: rgb(100.000000%, 100.000000%, 100.000000%); border-bottom-width: 0.000000pt; border-left-color: rgb(0.000000%, 0.000000%, 0.000000%); border-left-width: 0.000000pt; border-right-color: rgb(0.000000%, 0.000000%, 0.000000%); border-right-width: 0.000000pt; border-style: solid; border-top-color: rgb(0.000000%, 0.000000%, 0.000000%); border-top-width: 0.006000pt;">
<div class="layoutArea">
<div class="column">
<p><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">Lo spettatore sarà accompagnato in un viaggio attraverso i sensi a ritroso nel tempo, perdendosi nel
mito della nascita della ninfa Aretusa legata a Siracusa e alla sua millenaria storia.
</span></p>
<p><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">Nessun palcoscenico se non la scena stessa dei luoghi unici al mondo che hanno incantato da secoli i
</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">visitatori a partire da Michelangelo Merisi da Caravaggio che, con l’amico Mario Minniti, rimase
estasiato davanti alla grotta che lui volle chiamare l’Orecchio di Dionisio, </span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">per la sua peculiare forma
e la leggenda legata al tiranno siracusano.
</span></p>
</div>
</div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
<div class="layoutArea">
<div class="column">
<p><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">“Il contesto della Neapolis – </span><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">commenta il regista Guglielmo Ferro </span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">- ci impone di realizzare uno
spettacolo che si integri con la storia millenaria del sito archeologico, nutrendosi del fascino che
questo luogo esercita sui visitatori. Per questo motivo si </span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">e</span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt; vertical-align: -2.000000pt;">̀ </span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">scelto di realizzare il mito della ninfa
Aretusa, che rappresenta perfettamente, sia il legame indissolubile tra la Grecia antica e Siracusa,
sia la meraviglia che </span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">e</span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt; vertical-align: -2.000000pt;">̀ </span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">custodita in questi luoghi, dove storia e mito si intrecciano nei millenni.
</span></p>
</div>
</div>
<div class="layoutArea">
<div class="column">
<p><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">Dunque, Aretusa, la fonte di Siracusa a Ortigia e Alfeo, il fiume di Arcadia e di Elide. La leggenda
che li lega diventa, in et</span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">a</span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt; vertical-align: -2.000000pt;">̀ </span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">ellenistica, una storia d'amore </span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">– </span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">quasi un doppio della storia di Alfeo e
</span></p>
</div>
</div>
</div><div class="page" title="Page 2">
<div class="layoutArea">
<div class="column">
<p><span style="background-color: rgb(100.000000%, 100.000000%, 100.000000%); font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">Artemide, associata ai luoghi di culto della dea lungo il fiume e al suo epiteto di “Alfeia”. </span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">Una storia
</span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">d’amore che ricalca quella di Siracusa e la Grecia antica</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">”.
</span></p>
<p><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">“Un evento nell’evento – </span><span style="font-family: 'Times,BoldItalic'; font-size: 12.000000pt;">commenta il direttore parco archeologico di Siracusa, Carlo Staffile </span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">–
</span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">perché sarà svelato al pubblico un luogo sconosciuto, da quasi 4 decenni chiuso al pubblico: la
</span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">grotta dei Cordari. Qui, l’ultimo degli artigiani lavorò nel 1983 e da allora nessuno ha più visitato
</span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">questo sito incantevole. Lo spettacolo esalta i monumenti con luci e musica, senza aggiungere altro
se non il fascino di un racconto millenario che rievoca le radici di Siracusa, la sua storia cantata dai
</span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">più grandi poeti sin dall’antichità”.
</span></p>
<p><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">La ripresa economica parte dalla cultura e ne è convinto </span><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">l’amministratore unico della Momento
</span><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">srl, Riccardo Ercoli</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">: </span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">“Nonostante le criticità del momento, abbiamo voluto investire sulla ripartenza
</span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">post-pandemia per offrire ai visitatori italiani e internazionali la possibilità di visitare il Parco in
una ve</span><span style="font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">ste inedita con nuovi importanti servizi che contribuiscano a qualificare ulteriormente l’offerta
culturale del territorio”</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">.
</span></p>
<p><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">LO SPETTACOLO
</span></p>
<p><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">Il progetto performativo </span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">e</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt; vertical-align: -2.000000pt;">̀ </span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">affidato alla regia di </span><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">Guglielmo Ferro</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">.
</span></p>
<p><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">La ditta </span><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">Giochi di luce </span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">di Michele Duchi, azienda leader nazionale del settore video, si occuper</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">a</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt; vertical-align: -2.000000pt;">̀ </span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">delle
</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">animazioni 3D, che verranno proiettate nella grotta dei Cordari rendendola scenografia dell’evento e
di tutta l’illuminazione artistica dei luoghi di rappresentazione. Un’azi</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">enda internazionale che ha
</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">curato eventi dalla portata mondiale come l’apertura delle Olimpiadi di Torino del 2016, il Ferrari
</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">world di Abu Dhabi o, ancora, videomapping di Eurofestival a Baku, Cayan tower a Dubai ma anche
</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">grandi proiezioni all’Arena di Ve</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">rona, a palazzo Ducale a Venezia: tutti eventi che hanno esaltato i
luoghi in cui sono stati organizzati mostrandone i lati nascosti e regalando nuova magia.
</span></p>
<p><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">Tre attori e una danzatrice completano il cast artistico: Francesca Ferro, Nadia De Luca, Mario
Opinato, Rosario Marco Amato, Rosario Minardi e Giampaolo Romania. </span><span style="background-color: rgb(100.000000%, 100.000000%, 100.000000%); font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">Artemide, associata ai
</span><span style="background-color: rgb(100.000000%, 100.000000%, 100.000000%); font-family: 'Times,Italic'; font-size: 12.000000pt;">luoghi di culto della dea lungo il fiume e al suo epiteto di “Alfeia”.
</span></p>
<p><span style="background-color: rgb(100.000000%, 100.000000%, 100.000000%); font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">LA PRODUZIONE
</span></p>
<p><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">“Il mito di Aretusa” è una produzione </span><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">Momento srl </span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">in collaborazione con il </span><span style="font-family: 'Times,Bold'; font-size: 12.000000pt;">Parco archeologico e
paesaggistico di Siracusa, Eloro, villa del Tellaro e Akrai</span><span style="font-family: 'Times'; font-size: 12.000000pt;">. Per la prima volta, saranno aperti al
pubblico nuovi suggestivi scorci del parco di Neapolis che si arricchisce così di nuova magia e
bellezza.
</span></p>
</div>
</div>
</div><p>
</p><div class="page" title="Page 3">
<div class="layoutArea">
<div class="column">
<p><span style="font-family: 'Georgia,Bold'; font-size: 11.000000pt;">INFO UTILI: botteghino e prenotazioni
</span></p>
<p><span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12.000000pt;">Dal 17 luglio al 28 agosto<br />
tutti i giorni dalle 20:30 alle 22:30<br />
5 spettacoli ogni sera: orari di inizio spettacoli 20:30; 21:00; 21:30; 22:00; 22:30<br />
I biglietti sono acquistabili:<br />
- </span><span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12.000000pt;">presso la biglietteria dell’Area Monumentale della Neapolis </span><span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12.000000pt;">tutti giorni dalle 8:30 </span><span style="background-color: rgb(100.000000%, 100.000000%, 100.000000%); font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12.000000pt;">e fino a 30 minuti
prima di ogni spettacolo, </span><span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12.000000pt;">in alternativa online consultando il sito </span><span style="font-family: 'Times New Roman,BoldItalic'; font-size: 12.000000pt;">aditusculture.com<br />
</span><span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12.000000pt;">- </span><span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12.000000pt;">La vendita dei biglietti online è consentita fino a 1 ora prima dell’inizio dello spettacolo.
</span><span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12.000000pt;">Acquistando il biglietto per un</span><span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12.000000pt;">a visita all’Area </span><span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12.000000pt;">monumentale della Neapolis e/o al Museo Paolo Orsi
si ha diritto al biglietto ridotto per lo spettacolo nello stesso giorno.</span></p><p><span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12.000000pt;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOdPDCESLiEFEdNsGltHrQQlMCNooygCLj1faiXnhlb5KTIwRvXbEpWG1RRduXwbk05T0zgvf6-STbFp1w1-GvgVxNpxiWLQpd830ASWKR0_JmNdupY6Vxg6ahIo-me9fcaPVMLjThlfkO/s1024/GROTTA+DEI+CORDARI+3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOdPDCESLiEFEdNsGltHrQQlMCNooygCLj1faiXnhlb5KTIwRvXbEpWG1RRduXwbk05T0zgvf6-STbFp1w1-GvgVxNpxiWLQpd830ASWKR0_JmNdupY6Vxg6ahIo-me9fcaPVMLjThlfkO/s320/GROTTA+DEI+CORDARI+3.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12.000000pt;"><br /></span><p></p></div></div>
</div><p><br /><br /></p>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-43768986539169455452021-06-10T03:35:00.002-07:002021-06-10T03:35:35.449-07:00Erice, passato e contemporaneo: al via le mostre "I Troiani di Sicilia" e "La vittoria della pittura" <p> <span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">Dal 14 giugno e fino al 3 novembre, la città di Erice ospita due eventi legati l’uno all’archeologia, con la mostra “I Troiani di Sicilia” dedicata al misterioso popolo degli Elìmi, che per Tucidide e Virgilio erano profughi dell’epica guerra di Troia; l’altra invece, “La Vittoria della Pittura”, è un inedito confronto fra il maestro della metafisica Giorgio de Chirico e Luciano Ventrone, definito dallo storico dell’arte Federico Zeri il “Caravaggio del XX secolo”. La mostra, da un’idea di Giordano Bruno Guerri, Lorenzo Zichichi e Vittorio Sgarbi che ne firma la curatela con Victoria Noel-Johnson, è organizzata dalla Fondazione Erice Arte del Comune di Erice, dalla Fondazione Ettore Majorana e dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.</span></p><p><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; text-align: justify;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYNTMy8um7ozHzzy7HFxLUgnCXkbrMPbUMVa_wrekOOLI7tZTn0T61eqM8XCSlan9KXPfVJ42xclg-6uSDOKPXg37KYR5U7a0F05SNmD_K7H1caGfzHZ1OFzR7yYczUavWBpsT9ksl71ep/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="317" data-original-width="920" height="110" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYNTMy8um7ozHzzy7HFxLUgnCXkbrMPbUMVa_wrekOOLI7tZTn0T61eqM8XCSlan9KXPfVJ42xclg-6uSDOKPXg37KYR5U7a0F05SNmD_K7H1caGfzHZ1OFzR7yYczUavWBpsT9ksl71ep/" width="320" /></a></div><br /><br /><p></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 15.6933px; margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;"><u><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;">L’inaugurazione dei due progetti espositivi, alla presenza dell’assessore dei Beni Culturali Alberto Samonà, è in programma lunedì 14 giugno, ore 19, all’Istituto Wigner San Francesco.</span></u><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;"> Per la mostra sugli Elìmi – organizzata dal </span><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;">Parco Archeologico di Segesta in</span><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;"> </span><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;">collaborazione con la Scuola Normale Superiore (SNS) di Pisa e la Fondazione Ettore Majorana - interverranno Rossella Giglio (Direttrice del Parco), Lorenzo Zichichi (Fondazione Majorana) e in video-conferenza Anna Magnetto, docente di Storia Greca e direttore del Laboratorio Saet della SNS.</span></p><p class="MsoNormal" style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 15.6933px; margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;">Per la mostra su de Chirico e Ventrone, allestita negli spazi dell’istituto Wigner e il Polo Museale “Antonino Cordici”, interverranno il</span><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;"> sindaco di Erice, Daniela Toscano Pecorella, Giordano Bruno Guerri (sovrintendente della Fondazione Erice Arte) e i curatori.<u></u></span><span style="font-size: 12pt; line-height: 17.12px;"></span></p><div class="gmail_default" style="color: #073763; font-family: tahoma, sans-serif; font-size: large;"><br style="background-color: white;" /></div>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-52348282668700644642021-02-09T07:25:00.002-08:002021-02-09T07:30:08.228-08:00Musei e parchi on line, la Sicilia "fa scuola" in Italia <div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrwggBBCLZ5JLok2QOfeS1lXI14OME39BQRerya8t6ecgv62GjQrkWoyMge17le0IwP7pPlb29X1ZT1MvWu3taJxjRIEJ1NvfzBHWo5PEBOBv2psCjlaFTh7H1Lh_hUhVMVIIWHa5ASxRL/s1433/955-EFFECTS.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1305" data-original-width="1433" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrwggBBCLZ5JLok2QOfeS1lXI14OME39BQRerya8t6ecgv62GjQrkWoyMge17le0IwP7pPlb29X1ZT1MvWu3taJxjRIEJ1NvfzBHWo5PEBOBv2psCjlaFTh7H1Lh_hUhVMVIIWHa5ASxRL/s320/955-EFFECTS.jpg" width="320" /></a></div><br />La Sicilia diventa modello nazionale di promozione culturale
attraverso lasiciliaracconta.it, una piattaforma didattico-educativa realizzata da Aditus srl, società concessionaria
per i servizi aggiuntivi nei principali siti archeologici e museali della Sicilia orientale. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">L'idea della piattaforma, nata durante il lockdown per favorire la conoscenza virtuale dei siti chiusi a causa delle
misure di contenimento al Covid, utilizza logiche che uniscono la stimolazione visiva, immersiva e creativa
nell’impiego del digitale che diventa per i ragazzi, e non solo loro, strumento di scoperta, approfondimento, studio,
interazione e gioco per scoprire l’enorme patrimonio della Sicilia.
Un’iniziativa che ha ricevuto l'apprezzamento dal Ministero dell'Istruzione che ha sottoscritto il protocollo d’intesa
per inserire la piattaforma #LaSiciliaracconta sull’applicazione “Protocolli in Rete” e favorirne la promozione e la
diffusione in tutte le scuole italiane. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Il progetto, che lo stesso MIUR considera un modello per l'Italia, coinvolge le
scuole in un progetto innovativo e di grande impatto.
All’interno delle quattro sezioni di cui si compone, insegnanti, genitori e studenti potranno trovare materiali preziosi
utili per indagare e fare propri i valori del patrimonio materiale e immateriale che contraddistingue la Sicilia
orientale: da brevi storie e leggende locali a video realizzati da ragazzi del territorio, da materiali didattici di
approfondimento storico-artistico più specificatamente ideati per docenti e genitori a testi di approfondimento e
curiosità elaborati da docenti universitari.
“La cultura in Sicilia non si ferma. Dietro i portoni chiusi c'è un gran fermento – sottolinea l'assessore regionale
dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà. La chiusura dei siti ci ha forzato a cercare strumenti
e modi alternativi per far conoscere i nostri beni culturali. In attesa dell'auspicata riapertura dei musei e dei parchi
archeologici alla fruizione pubblica, questa iniziativa costituisce un modo originale e innovativo per avvicinare i
giovani alla conoscenza del patrimonio storico della Sicilia. Proprio in tempi di crisi, quale quello che stiamo
attraversando, la cultura – aggiunge l’Assessore Samonà – ci aiuta a non perdere il contatto con il nostro
passato e la nostra storia; l’uso fruttuoso del web diventa la possibilità che ci è concessa di restare saldamente
ancorati al presente senza smarrirci e senza perdere la nostra identità”.</span></div>isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-64285992151715991422021-01-05T02:59:00.003-08:002021-01-05T02:59:59.785-08:00Lazzarini, la grande archeologia di Siracusa Fernando Lazzarini conosceva ogni angolo, ogni sito, ogni reperto. A migliaia, d'altronde, li aveva disegnati lui con una perizia che lasciava senza fiato. La prima volta che lo conobbi fu in via Ierone dove stavano posizionando tubature varie, per i soliti lavori pubblici, e lì mi disse: "le faccio vedere qualche concio". Fu lui a regalarmi la bellezza di scoprire ciò che avevo sotto gli occhi, a mostrarmi che quelle meraviglie archeologiche sui libri erano lì, tra i muri delle case popolari a due passi dall'ospedale di Siracusa. Lui le amava, amava ogni cosa di quell'archeologia che poi finiva sui libri.
La sua morte è un segno tangibile di un'epoca che sta finendo ed è legata allo studio manuale, artigianale per così dire. Uno studio che non poteva esistere senza quella grande esperienza sul campo che in una terra ancora tutta da scoprire fu il più grande dono dell'archeologia.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrzDNmABrnlrWzdyAm_FSA-l5wvC5_EQbAZMOPhgZp3fLCRm51F20Pdexanv2dsKk4Qap1lzJTaFgD1dLnmNmaqRV3cnSeS3E-pXr__SRtlCoMmNDnzCwFiVXDlLs7o2aEUbF5144FDeRX/s1125/lazzarini.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="539" data-original-width="1125" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrzDNmABrnlrWzdyAm_FSA-l5wvC5_EQbAZMOPhgZp3fLCRm51F20Pdexanv2dsKk4Qap1lzJTaFgD1dLnmNmaqRV3cnSeS3E-pXr__SRtlCoMmNDnzCwFiVXDlLs7o2aEUbF5144FDeRX/s320/lazzarini.jpg"/></a></div>
Oggi in molti lo ricordano a partire da alcuni suoi colleghi di quella che fu la Soprintendenza di Orsi, che fu di Bernabò Brea, che fu di Voza, con il suo fasto e la sua autorevolezza indiscussa. Ecco, forse Lazzarini era il simbolo di quell'autorevolezza che appartiene solo a pochi di cui oggi ho l'onore di ascoltare storie, riflessioni, analisi e che rapprensentano una cultura archeologica in via d'estinzione.
Il mio amico Carlo Castello, che è una delle mie fonti indiscusse e che conoscere il sistema gestionale di musei e parchi archeologici certamente meglio di un ministro tecnico, lo aveva appassionato con un'ultima idea: un plastico della Siracusa greca. Avrebbero dovuto lavorarci e sarebbe stato davvero un progetto da ricordare. Avrebbero anche organizzato visite al Teatro greco, nella parte nord, coinvolgendo certo Giuseppe Voza per regalare ancora meraviglie. Un'occasione perduta come perduta è spesso la memoria di chi ha speso la vita per il patrimonio archeologico.
In molti lo ricordano, con affetto vero, con stima vera, e in molti come me si pentono di non aver chiesto ancora storie, ancora disegni da condividere sulle pagine di un giornale perchè si continui a insegnare l'amore per la storia.
Amalia Curcio ricorda una campagna di scavi a Prinias, nel 1970: da solo, Lazzarini aveva fatto ri rilievi di tutti e tre i cantieri di scavo, con i particolari delle tholoi e di alcuni materiali. Il prof. Levi, allora direttore della scuola archeologica italiana di Atene, venne in visita in missione e rimase "sconvolto" della precisione e bellezza dei rilievi. Ritornò poi con calma per esaminarli e propose allora a Fernando Lazzarini di restare, di lavorare alla scuola. Lui, come solito, si schernì e poi declinò l'invito. La sua vita era la Soprintendenza.
E allora, per chi ha sognato sfogliando le immagini di un'Arias sulle scrivanie di un istituto in via Sangiuliano, quella Soprintendenza, quella Siracusa da scoprire, quel museo e quella bellezza che dorme e fa capolino sotto terra, è anche Fernando Lazzarini. isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-61633708246450588882020-10-02T01:47:00.002-07:002020-10-02T01:47:26.015-07:00Bocelli e Mitoraj a Noto per celebrare i siti Unesco della Sicilia <div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-anBGNdJ4ujdJAPEIeMCIQ3PVUlBZF21SWd5BNXGQGZfWJ-Wozdqk7onR1H8Ct8ND-9-TwYddBSdIbA_pPxJpntrvvkUyn9hCLGEd2Hr3TkmnP1QJ1p_wrXV1s0wMnVW5D_-JdZpBGBHU/s709/bocelli.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="320" data-original-height="709" data-original-width="496" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-anBGNdJ4ujdJAPEIeMCIQ3PVUlBZF21SWd5BNXGQGZfWJ-Wozdqk7onR1H8Ct8ND-9-TwYddBSdIbA_pPxJpntrvvkUyn9hCLGEd2Hr3TkmnP1QJ1p_wrXV1s0wMnVW5D_-JdZpBGBHU/s320/bocelli.jpg"/></a></div>
Noto, patrimonio dell’Unesco, diventa palcoscenico di un incredibile e unico evento culturale e mediatico. In
uno scenario dalle atmosfere oniriche, tra le sinuose architetture barocche della scalinata della Cattedrale,
grazie all'impegno finanziario della Regione Siciliana e del Comune, sabato 24 ottobre si terrà un concerto di
Andrea Bocelli. Il tenore - che sarà accompagnato dall’orchestra e dal coro del Teatro Massimo Bellini di
Catania, con la regia di Alberto Bartalini - diventerà di fatto il testimonial dei sette siti Unesco presenti
nell'Isola.
Il progetto di “Noto Città d’Arte”, che ha visto la capitale netina protagonista di importanti mostre, continua
con l’esposizione (fino a febbraio 2021) sempre nello stesso sito, con cinque opere monumentali di Igor
Mitoraj, uno degli scultori più conosciuti e apprezzati al mondo, grazie alla collaborazione dell’Atelier Mitoraj di
Pietrasanta.
L’iniziativa, oltre che dalla Regione Siciliana, tramite l'assessorato al Turismo, e dal Comune di Noto, è
sostenuta dall’Assemblea Regionale Siciliana, dal ministero dei Beni Culturali, dalla Diocesi di Noto, dalla
Camera di Commercio del Sud-Est e da Unicredit. Produttori del progetto le società Mediatica e Officina
Creativa.
L’Evento, che si svolgerà nel più rigoroso rispetto delle normative anti Covid, si tiene a Noto – capofila del sito
Unesco “Città Tardo Barocche del Val di Noto” – ma è rappresentativo e narrativo di tutti gli altri sei luoghi
“Patrimonio dell’Umanità” dell’Isola: Valle dei Templi di Agrigento; Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica;
la Villa romana del Casale di Piazza Armerina; le Isole Eolie; l’Etna; Palermo arabo-normanna con le cattedrali
di Cefalù e Monreale.
Un evento unico nel suo genere reso irripetibile dal binomio Bocelli-Mitoraj, protagonisti, con la loro arte, delle
atmosfere della più bella tradizione classica. Uno spot mondiale dell’arte nell’arte che accenderà un focus sui
beni di eccellente valore mondiale della Sicilia. Con 90 milioni di dischi venduti, una stella sulla Walk of Fame,
un pubblico che comprende presidenti americani, Papi e famiglie reali, Andrea Bocelli è uno degli artisti più
apprezzati di tutti i tempi. Con il suo album "Si", è riuscito a entrare nella storia conquistando
contemporaneamente il primo posto della classifica americana Billboard200 e di quella inglese: un successo
mai ottenuto prima da un artista italiano.
“Un evento culturale di notevole spessore - commenta il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci - in
una città-simbolo dell’arte barocca dell’Isola. Una tappa di promozione della Sicilia che si aggiunge al
testimonial di Dolce e Gabbana e alla partenza del Giro d’Italia. Eventi curati con passione dell’assessore al
Turismo Manlio Messina, per accrescere la capacità attrattiva di questa nostra Terra”.
“L’iniziativa “Mitoraj - Bocelli” a Noto - dichiara il Sindaco della Città, Corrado Bonfanti - altro non è che l’avvio
di un percorso virtuoso che vede protagonisti tutti i siti siciliani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale per
la prima volta, dalla loro iscrizione nella World Heritage List, chiamati a fare rete, ad avere una sola visione,
contribuendo alla crescita delle singole comunità locali, facendo così crescere, contemporaneamente, la Sicilia.
Sono grato al Presidente Musumeci, primo Presidente ad avere chiara questa straordinaria visione unitaria
della nostra Isola, la più dotata di siti di riconosciuto Valore Eccezionale. Il mio personale apprezzamento
all’Assessore Messina capace interprete di una Sicilia che punta sempre di più ad un turismo di qualità capace
di generare ricchezza e prosperità".
E’ possibile acquistare i biglietti direttamente on line (www.ticketone.it).isabellahttp://www.blogger.com/profile/14602855685942398717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-413035432542835157.post-20815140743622456592020-09-30T02:17:00.002-07:002020-09-30T02:17:21.480-07:00Neapolis, Siracusa modello nazionale di gestione
Aditus e guide turistiche: Siracusa diventa modello nazionale
Neapolis e castello Maniace, oltre 6.000 turisti accompagnati in 3 mesi
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO0V_GbjBvZhovV4-alF4NNaaUffic6WNX45Ld8scRuBeRfUvyfj1Q6lCmh6hzqnW6HRVx1ZavbVNYF0-Qji222J9QO7xHNLGJksshfVYqU7qKTEzoqIfnFWc8l1ZXRO2LVfWcth0ApOom/s1024/IMG_2247.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="768" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO0V_GbjBvZhovV4-alF4NNaaUffic6WNX45Ld8scRuBeRfUvyfj1Q6lCmh6hzqnW6HRVx1ZavbVNYF0-Qji222J9QO7xHNLGJksshfVYqU7qKTEzoqIfnFWc8l1ZXRO2LVfWcth0ApOom/s320/IMG_2247.jpg"/></a></div>
Un modello vincente nel segno della sinergia e del turismo culturale di qualità, unico in Italia. E’ quanto emerso nel corso di un webinar dell’Associazione mondiale delle guide turistiche alla presenza di 40 presidenti nazionali provenienti da tutto il mondo per fare il punto della situazione turistica post Covid e capire come le guide locali abbiano affrontato la ripresa del settore.
E’ stata proprio la rappresentante italiana Michela Ceccarini, presidente dell’associazione Guide della regione Liguria e delegata dalla presidente nazionale Adina Persano, a citare nel suo intervento l’associazione di Siracusa insieme con Aditus come esempio virtuoso di connubio all’insegna della promozione turistica e del rilancio del territorio.
La società Aditus, infatti - che cura la gestione dei servizi aggiuntivi del parco archeologico di Siracusa -, ha siglato un accordo con l’associazione delle Guide turistiche al fine di promuovere tour e mettere in moto un circuito economico positivo e in costante crescita.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjWFJnY5Ku5prfBbLLBh6npUbxh_ln4RckeW61xogTP6W7mp7mUXxIfPaSZffP90cPH1gomTeusrP-FnYGuMyk4DX9LdcOZK70QehqW8fljyphhyLTxFcTUiLn5kCqIigC1xeG9xBQwMI3/s1024/IMG_2249.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="768" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjWFJnY5Ku5prfBbLLBh6npUbxh_ln4RckeW61xogTP6W7mp7mUXxIfPaSZffP90cPH1gomTeusrP-FnYGuMyk4DX9LdcOZK70QehqW8fljyphhyLTxFcTUiLn5kCqIigC1xeG9xBQwMI3/s320/IMG_2249.jpg"/></a></div>
Unica in Italia, Aditus vende un “pacchetto” con il servizio guida compreso sia per la scoperta della Neapolis che del castello Maniace: un’iniziativa che ha ottenuto grande successo.
Dal primo luglio sino a fine settembre, l’operazione di Aditus ha infatti visto la partecipazione di circa 6.000 persone e ha generato un fatturato complessivo di circa 35.000 euro per le guide, con il coinvolgimento di venti operatori turistici locali.
“Nonostante il difficile periodo di crisi – dice Carlo Castello, componente del direttivo dell’associazione nazionale Guide turistiche e vicepresidente dell’associazione regionale - grazie all’accordo con Aditus siamo riusciti a far lavorare una ventina di soci: in tre mesi noi abbiamo accompagnato circa 6.000 persone alla scoperta di Neapolis e castello Maniace. Risultati lusinghieri che hanno ottenuto apprezzamenti e consensi da parte di tutti i presidenti nazionali dei 40 Paesi presenti. Si tratta dunque di un accordo unico, originale che a differenza di quanto accade nel resto d’Italia, dove i servizi aggiuntivi e le guide turistiche non collaborano a discapito del settore, invece a Siracusa questo funziona ed è diventato esempio nazionale”.
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