venerdì 23 dicembre 2016

Da Goethe alla dieta mediterranea, 5 viaggi per (ri)scoprire la Sicilia





Cinque itinerari per scoprire il volto della Sicilia più suggestivo. Cinque tour nel segno dell’esperienza “sensoriale” per regalare a turisti, e agli stessi siciliani, l’Isola nascosta.
Sono i tour proposti dall’assessorato al Turismo della Regione siciliana nell’ambito del progetto “Itinerari nella Cultura, Storia, Tradizioni, Paesaggi del Mare e Miniere di Mare”, insieme con La Rotta dei Fenici - Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa dal 2003, dal 2016 progetto pilota dell’Organizzazione Mondiale del Turismo come la Via della Seta, che ha sviluppato 5 itinerari tematici volti ad un’azione di riscoperta del territorio siciliano e, nella fattispecie, delle sue potenzialità turistiche spesso poco conosciute. 


Dalla storia che lega Oriente ed Occidente in Sicilia, terra di crocevia dei popoli e di incontro tra Fenici e Greci, ai tour sulle orme di Goethe che dell’Isola colse l’essenza del mondo. E, ancora, il fascino della memoria legata alle tonnare e al rapporto simbiotico tra uomini della Sicilia e mare; passando per un viaggio che ricalca la narrazione del geografo Idrisi. Infine, un tour tra i sapori e i profumi dell’eccellenza gastronomica isolana che hanno reso celebre la dieta mediterranea nel mondo.

Un viaggio che si snoda tra paesaggi e storia, tra luoghi mozzafiato e borghi suggestivi per restituire un pezzo dell’identità isolana a quanti vogliono osservare la Sicilia con gli occhi della bellezza ritrovata e della curiosità. Cinque percorsi che vedono insieme siti archeologici conosciuti in tutto il mondo per la loro meraviglia e valenza culturale e, allo stesso tempo, piccoli e grandi luoghi dell’Isola dove si respirano le tradizioni, gli usi, i valori di una terra che è cuore del Mediterraneo da secoli.


Cinque itinerari proposti grazie all’individuazione di luoghi di alto livello paesaggistico ed evocativo legati al mare e alle saline di mare il cui potenziale turistico va inquadrato nelle forme del turismo esperienziale e lento, ormai da diverso tempo nuova frontiera per i  circuiti turistici nazionali ed internazionali. In particolare si punta sull’immagine di questi luoghi incantevoli e suggestivi che, come avvenuto negli ultimi anni, sono stati scoperti e proposti grazie al cinema e alla televisione creando nuovi flussi turistici alla ricerca di atmosfere mediterranee di cui la Sicilia è naturale sintesi. Dunque più che ai contenuti, che sono di grandissimo spessore, si mira all’immagine intesa come chiave di lettura personale che ognuno ha di un luogo, paesaggi culturali, paesaggi viventi, mindscape, da cui far partire racconti di chi quei luoghi li ha vissuti e ne è stato protagonista, anche attraverso lo storytelling.  Tramite questi itinerari si intende infatti invitare i nuovi viaggiatori ad un “viaggio esperienziale” fatto di suggestioni e di sensazioni, perché torni a casa arricchito e diventi il primo ambasciatore della Sicilia con il cosiddetto “marketing del passaparola”. 





I CINQUE ITINERARI
-Fenici e Greci
Nel corso della sua storia la Sicilia, situata tra le rotte che da millenni intersecano il Mediterraneo, secondo il linguaggio del mito usato da Omero, ha visto alternarsi sul suo territorio numerosi e tra loro diversi dominatori, dai Fenici e Greci ai Romani, dai Bizantini agli Arabi, dai Normanni agli Spagnoli: ognuno di questi popoli, ammaliato dalle risorse del luogo, ha lasciato all’isola qualcosa di sé e ha contribuito a creare una regione varia e complessa. I siti del percorso paesaggistico che vengono proposti fanno già parte del circuito archeologico – culturale della Sicilia. L’invito è quello di andare oltre le tracce storico – archeologiche e scoprire il paesaggio culturale in senso più ampio, in grado di offrire molteplici emozioni, esperienze uniche fatte di immagini e atmosfere.
Il viaggio parte da Santa Flavia-Solunto, alle pendici del Monte Catalfano, dove le rovine della città di Solunto, fondata dai Fenici, occupano un sito di grande bellezza, con vista panoramica sul mare. Da non perdere anche la vicina baia di Sant’Elia, una insenatura naturale da togliere il fiato.
Mothia, la più ricca e importante colonia fenicia della Sicilia e del Mediterraneo; Segesta, alle pendici del monte Barbaro, tra le verdi colline dell’entroterra di Castellammare del Golfo, dove sorgono le rovine dell’antica capitale degli Elimi, secondo la leggenda fondata da profughi di Troia. Selinunte con il Parco archeologico più grande d’Europa. Sambuca di Sicilia – borgo più bello d’Italia, e le rovine del Monte Adranone, della città greca di Adranon, fondata dai selinuntini nel VI sec. a.C.
Agrigento con la sua Valle dei Templi, dal 1997 patrimonio dell’umanità Unesco; come Siracusa con le sue vestigia splendide. Poi Taormina, spettacolare per la sua posizione, che custodisce il simbolo della città e uno dei monumenti più famosi al mondo: il Teatro antico. Ancora, Giardini Naxos, prima colonia greca di Sicilia, e Tindari, una delle ultime colonie greche siciliane, fondata dai Siracusani nel 396 a.C., quando l’espansione romana si stava già affacciando sul Mediterraneo.

-Itinerario del Grand tour: Goethe e co.
Ripercorrere oggi, più di due secoli dopo, il viaggio compiuto da un artista colto e appassionato, alla ricerca delle vestigia della civiltà classica, inserite in splendidi contesti paesaggistici osservati con la curiosità, lo stupore e l’emozione dell’esteta romantico, permette di entrare in contatto con la straordinarietà del paesaggio siciliano attraverso un approccio assolutamente “trasversale” che mette in connessione la storia di una cultura millenaria e le innumerevoli bellezze delle sue forme, dei suoi sapori e delle mille sfaccettature dei suoi colori. Anche altri personaggi come Houël, Maupassant, Anatole France, Winckelmann, Brydone, Von Riesedel, Denon, Dolomieu, Jordan, Saint Non, Bartels si sono cimentati nella descrizione di una Sicilia mitica, favorendo in maniera determinante la valorizzazione dei suoi luoghi più mirabili. Ciò rende attuale il Viaggio di Goethe, molto amato ancora oggi nel Nord Europa, e questo itinerario diventa un invito a seguire le descrizioni fatte dal viaggiatore che contribuì alla conoscenza della Sicilia nell’Europa settentrionale. Ancora oggi molti tedeschi vengono in Sicilia grazie a lui.
Da Palermo ad Alcamo, poi Castelvetrano, Sciacca, Caltanissetta. E ancora Castrogiovanni nell’Ennese, il “belvedere di Sicilia”; Catania, Taormina, Messina.

-Itinerario di Idrisi
Un itinerario che racconta in maniera significativa la Sicilia come isola è quello legato alla figura del geografo arabo al-Idrisi, uno dei più grandi geografi della storia e curatore del Libro di Ruggero, racconto dettagliato della Sicilia in epoca arabo-normanna e riferimento per un viaggio odierno alla scoperta di luoghi di eccellenza. Un itinerario che si presta ad essere percorso via terra ma anche ad essere trasformato in una trama di itinerari in barca che seguono le coste della Sicilia. L’Itinerario di Idrisi si connette con il patrimonio arabo-normanno recentemente  riconosciuto dall’UNESCO nella lista del Patrimonio dell’Umanità.


-Itinerario dei luoghi della memoria; saline, tonnare, torri e miniere di mare

Saline, Tonnare e Torri costiere in Sicilia e nel Mediterraneo da sempre sono riferimenti fondamentali per comprendere lo stretto rapporto tra uomo e mare ed il percorso proposto porta alla scoperta di alcuni di questi suggestivi luoghi della memoria disseminati in tutta la regione.
Ovunque si vada lungo le coste siciliane capiterà di imbattersi in uno di questi testimoni silenti del rapporto tra la Sicilia ed il mare, meravigliosi monumenti poco attenzionati e poco visibili perché fanno parte dell’atmosfera siciliana. Ne abbiamo selezionato alcuni tra le 119 torri di avvistamento, tra le oltre ottanta tonnare e le antiche saline, tesori da scoprire. Ovunque paesaggi mozzafiato. 


-Paesaggi della dieta mediterranea

La Sicilia è certamente il luogo ideale per cogliere, attraverso aromi e sapori, la millenaria mescolanza di razze e tradizioni che hanno condizionato la sua storia e per comprendere i molteplici volti di un’isola che ha saputo valorizzare le differenze anche nelle abitudini alimentari. Tutti i popoli che hanno segnato la sua storia hanno tentato di riprodurre il sistema di valori appartenenti alla propria estrazione culturale e tra essi la propria cucina tradizionale, considerata tratto distintivo e identitario.  Attraverso questo itinerario i mondi della pesca, dell’agricoltura, dell’allevamento, delle produzioni locali si incontrano con quello dell’alta cucina attraverso produzioni di qualità che utilizzano e rielaborano, anche in chiave moderna, prodotti legati ad antiche civiltà e che si basano sulla Dieta Mediterranea, Patrimonio nella lista immateriale dell’Unesco. I loro paesaggi non sono mai stati visti come attrattori unici, ma sempre a supporto di altri patrimoni. Con questo itinerario abbiamo voluto esaltare la loro mirabile attrattiva, il loro richiamo a supporto del grande appeal che da sempre il gusto crea, specie in Sicilia che per certi versi della Dieta Mediterranea è essenza e sintesi.

domenica 11 dicembre 2016

Ragusa Ibla, in mostra l'abito che incantò Luchino Visconti e ispirò il suo Gattopardo



Fa sognare la mostra-evento ospitata nel Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla. “Matrimonio in Sicilia tra Ottocento e Novecento” è il titolo dell’iniziativa culturale voluta dalla Soprintendenza di Ragusa, sposata con entusiasmo dall’assessorato regionale ai Beni culturali, che mette in mostra uno spaccato della società siciliana tra l’Unità d’Italia e il boom degli anni Sessanta.


Tra i tesori in esposizione nella straordinaria cornice curata dall’associazione Donnafugata 2000, ci sono abiti da sposa storici con pizzi e merletti preziosi che incantano il visitatore. Ed è proprio tra questi spicca il capolavoro sartoriale appartenente alla famiglia Amari di Palermo che ispirò Luchino Visconti per la celebre scena del ballo. L’abito in mostra a Ragusa Ibla per la prima volta è stato concesso dal Comune di Ragusa e dalla Soprintendenza iblea ai fini di una esposizione fuori dal Castello di Donnafugata dove è custodito. Si tratta di un prezioso vestito da passeggio che poi venne rielaborato da Piero Tosi, Oscar per i migliori costumi per “Il gattopardo” indossato da Claudia Cardinale, nell’indimenticabile interpretazione di Angelica. Un tesoro di sartoria, oggi appartenente alla collezione Gabriele Arezzi di Trifiletti, che racconta la storia della Sicilia più sfarzosa al centro dell’esposizione dove splende di meraviglia nel suo color avorio.


La mostra è stata inaugurata ieri alla presenza di un grande pubblico proveniente da tante città siciliane che ha ammirato i preziosi oggetti in esposizione e applaudito il cantautore Carlo Muratori che ha dato vita a un concerto ispirato alle serenate e alla tradizione dei matrimoni siciliani.
“Una mostra che ha già ottenuto un grande successo di pubblico e critica in occasione della sua inaugurazione – dice il soprintendente di Ragusa, Calogero Rizzuto – e che conferma l’entusiasmo culturale della provincia iblea che apprezza eventi di levatura. La mostra sarà corredata da un convegno e da un cineforum grazie al solerte lavoro dell’associazione Donnafugata che, in tempi brevi, ha reso possibile questa manifestazione unica che narra la storia delle famiglie siciliane nel corso di un secolo, mostrandone il volto più felice legato ai matrimoni ma non solo”.


La mostra segue un percorso ben preciso attraverso il quale ogni stanza si colora di contenuti chiari ed esplicativi che faranno da filo conduttore della stessa. La prima stanza "storica" è corredata da pannelli che raccontano i momenti salienti dell'excursus storico dell'istituto matrimoniale. E dunque la tradizione delle dote, i censimenti legati all'età degli sposi con accenno sulle spose bambine, una realtà denunciata fino agli anni Sessanta a Ispica. E ancora, il risvolto socio economico del matrimonio nella società e tutti quelli aspetti che hanno illuminato e talvolta oscurato questo importante evento. 
Proseguendo lungo il percorso, si trova la stanza dedicata alla musica, alla letteratura e ad alcuni documenti in originale che più da vicino mostrano le tradizioni matrimoniali. La sezione musicale, divisa a sua volta fra serenate e i cosiddetti canti di sdiegnu, non soltanto riporta i testi in originale ma da anche la possibilità all'utente di ascoltare con apposito mp3 il testo in questione.
La sezione letteratura invece focalizza il tema del matrimonio nel mondo letterario: quattro i romanzi scelti e raccontati intorno ai quali è allestito un vero e proprio angolo del lettore.
La sezione successiva entra più nel vivo mostrando, con allestimenti reali, la parte relativa al corredo dei matrimoni alti borghesi. Si parla, sempre supportati da documenti in originale, di questa incantevole pratica dove lo sfarzo e il benessere delle famiglie veniva ostentato anche attraverso il corredo. Seguendo una linea temporale sfilano davanti agli spettatori 5 meravigliosi abiti da sposa, ognuno testimonianza di un'epoca diversa.
L'ultima stanza è divisa in due sezioni differenti: una dedicata al patrimonio contadino, un'altra alle "storiacce"ovvero tutte quelle vicende in cui il matrimonio assume connotati meno idilliaci sfociando in delitti, morbose passioni, annullamenti e furibonde liti. A conclusione della mostra ci sarà a disposizione lo spazio teatrale in se dove è allestita una mostra nella mostra con tutte le locandine originali dei 4 film che sono stati scelti per offrire all'utente una sorta di cineforum.
Il teatro Donnafugata sempre aperto durante i giorni della mostra per la proiezione di video originali e testimonianze di un tempo che fu.


IL PROGRAMMA al Teatro Donnafugata, via Pietro Novelli a Ragusa Ibla

La mostra
L’esposizione proseguirà fino al 9 gennaio 2017
mar-ven: 17-20 (scuole anche di mattina su prenotazione)
sab: 10-12; 17-22;
dom: 10-13; 17-20;
(chiusura nelle giornate di 24 e 25 Dicembre; 31 Dicembre)

mercoledì 7 dicembre 2016

La Sicilia senza confini è lungo la rotta dei Fenici



Immaginate la Sicilia più antica e i suoi luoghi più fascinosi, inebriati di mare, inondati di sole, pieni di bellezza, di arte, di storia. Immaginate i luoghi della più fastosa archeologia e, accanto, i borghi dove si respira la sicilianità più verace con i suoi profumi, i suoi colori. L'atmosfera più vera della Sicilia è il cuore di un progetto ambizioso:  la “Rotta dei Fenici”.

Un viaggio nel passato che guarda, però, al futuro e alla promozione di un territorio dove si sposano le sfaccettuature più diverse esaltandosi l'una con l'altra. Antonio Barone, direttore di questo progetto, ha la Sicilia nel cuore ed è questo suo amore a spingere la nascita di un programma culturale che punta a un turismo nuovo, legato alla memoria dei luoghi ma moderno, senza confini. 
 La Rotta dei Fenici propone una rete di siti archeologici, etnoantropologici, culturali, naturali e di scambi culturali tra i popoli e i paesi del Mediterraneo, che mostrano oggi le storie delle tante civiltà che l’hanno abitato, dimostrando come il passato ci aiuti a comprendere il nostro futuro.

E' la connessione delle grandi direttrici nautiche che, dal XII secolo a.C., furono utilizzate dal popolo dei Fenici quali fondamentali vie di comunicazione commerciali e culturali nel Mediterraneo. Attraverso queste rotte, i Fenici diedero origine ad una grande civiltà contribuendo alla creazione di una koiné (“comunanza”) culturale mediterranea. Ma anche altri grandi civiltà del Mediterraneo utilizzati questi percorsi per lo stesso scopo: greci, romani, etruschi e molti altri. Quindi, queste rotte sono diventate una parte integrante ed essenziale della cultura del Mediterraneo ed oggi  rappresentano il modello di interculturalità posto alla base di un Itinerario Culturale Mediterraneo, nell’ambito del programma del Consiglio d’Europa, che attraversa 19 paesi di 3 continenti e oltre 100 città di origine fenicio-punica.
Lungo queste rotte ricche di storia si sono spostate merci e, soprattutto, culture. Nel 1994 la “Rotta dei Fenici” viene candidata all’interno del programma Itinerari culturali del Consiglio d’Europa. Nel 2003 l’itinerario viene incorporato nel programma e nel 2007 la rete di gestione viene riconosciuta ed abilitata. La certificazione è stata rinnovata nel 2009 e nel 2013.
Oggi La Rotta dei Fenici è una Confederazione internazionale che raggruppa 14 reti territoriali e tematiche che collaborano per lo sviluppo di nuovi modelli di valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, materiale e immateriale, in un contesto di dialogo interculturale mediterraneo.
Attuale Presidente della Confederazione è lo storico Giovanni Brizzi. Direttore sin dal 2004 è Antonio Barone, che è stato anche promotore del rilancio della Rotta dei Fenici che venne promossa dal Ministero del Turismo Italiano nel 1994, insieme alla Via Francigena, ma a seguito del referendum abrogativo ed alla conseguente chiusura del Ministero dobbiamo attendere il 2003 quando un gruppo di comuni italiano ha ridato vita all’Itinerario riproponendo il dossier di ammissione al Programma del Consiglio d’Europa.
“Lasciatemi sperare che il Mediterraneo resti quello che fin da giovane ho appreso a conoscere e sulle cui sponde ho trascorso, nella ricerca scientifica, tanta parte della mia esistenza. Lasciatemi evocare la suggestione immediata e profonda di paesaggi limpidi, delle acque tranquille, del clima sereno e temperato che fa fiorire la vite e l’ulivo; e soprattutto l’incontro umano con gente tanto simile a noi, che al colloquio rivela, siano anche i più semplici contadini o pescatori, l’esperienza, la saggezza, la moderazione di chi ha dietro di sé una civiltà millenaria”.   (Sabatino Moscati – 1989)
Lo storico francese Fernand Braudel, nel suo libro dedicato al Mediterraneo, scrive: «Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate l’una sulle altre». Parole che ci offrono uno straordinario spaccato di questo mare chiuso, che se non è proprio lo “stagno di rane” di Platone, è sicuramente un mare a misura d’uomo. Uno spazio in cui è avvenuto il più intenso incrocio e scambio tra culture differenti, uno spazio in cui la civiltà umana si è sviluppata ed è nata la coscienza stessa dell’Occidente. Scoprire la storia dei diversi popoli che hanno vissuto questo mare, navigando e commerciando, ci permette di compiere un viaggio affascinante nello spazio e nel tempo, entrando in contatto con una miriade di frammenti che compongono un immenso ed unico affresco che costituisce la nostra stessa memoria ed un’identità comune a tutti i popoli che si affacciano su questo bacino.
Senza dubbio i Greci e i Fenici, ma anche poi i Romani, sono i protagonisti della navigazione, della colonizzazione e della storia del mar Mediterraneo, i primi due sono popoli che muovono fra Oriente ed Occidente, protagonisti di questo fenomeno.
Al passaggio tra II e I millennio a.C., dopo gli sconvolgimenti portati dai cosiddetti “Popoli del Mare”, la fine dei traffici micenei ed il contenimento della marineria egizia, la capacità di sfruttare maggiormente le rotte ed i contatti nati nelle epoche precedenti e di utilizzare il mare come privilegiata via di comunicazione, viene fatta propria prima dai Fenici e poi dai Greci. Gli Etruschi si affiancano e poi, gradualmente, appaiono altri gruppi come i Romani che avranno la capacità di coglierne le opportunità politiche ed economiche. Una parte fondamentale viene svolta anche dalle popolazioni locali, il cui incontro con i colonizzatori fu decisamente ricco.
Una profonda unità unisce questi popoli protagonisti. Le rotte non furono opposte a seconda dei popoli, ma largamente comuni. Come afferma Sabatino Moscati “Sul mare le differenze tra i popoli drasticamente si riducono, nel senso di una koinè, una matrice culturale comune, che occorre evidenziare nel suo significato più illuminante”.


La Rotta dei Fenici, (www.fenici.net)  tra le Cultural Routes  riconosciute e abilitate dal Consiglio d’Europa, è l’Itinerario della Interculturalità, volto a promuovere la comune cultura e  rafforzare i legami fra i paesi del Mediterraneo accomunati da una storia millenaria.
Per raccontare tutto questo La Rotta dei Fenici propone una rete (Me.Mu.Net – Mediterranean Museums Network) di musei e siti archeologici, etno- antropologici, culturali, naturali e di scambi culturali tra i popoli e i paesi del Mediterraneo, che mostrano ancora oggi le storie delle tante civiltà che l’hanno abitato. Dal 2011 esiste anche una Rete delle Scuole del Mediterraneo – Edu.Net. per favorire gli scambi educativi e pedagogici tra le scuole, gemellaggi, viaggi dell’interculturalità ed altro.

Dal 2011, La Rotta dei Fenici è strutturata come “Confederazione Internazionale La Rotta dei Fenici” che vede la partecipazione dei network nazionali e delle reti trasversali internazionali.
Associazione Rotta dei Fenici, Italy
  • Itinerari Fenicio-punici Sicilia
  • Itinerari Fenicio-Punici Sardegna
  • Cammino d’Annibale
  • Rete degli Etruschi
  • Magna Grecia
Ruta de los Fenicios, España
  • Ruta de los Fenicios y Punicos
  • Camino de Anibal
Route des Phéniciens, France
ir-Rotta tal-Fenici Malta
Δρόμος των Φοινίκων, Greece
طريق الفينيقيين Route des Phéniciens – Maghreb (Tunisie)
طريق الفينيقيين Phoenicians’ Route in Lebanon
طريق الفينيقيين Phoenicians’ Route in Palestine
EARTH – European Alliance for Responsible Tourism and Hospitality
OTIE – Tourism Observatory of European Islands
Turkey’s Cultural Routes Society
Local Agenda 21 Coordination
FEISCT – Federazione Europea Itinerari Storici Culturali e Turistici

Sono in fase di adesione ulteriori Paesi tra cui Cipro, Portogallo, Croazia, Regno Unito etra le reti tematiche una Rete delle Capitali Europee della Cultura.



ITINERARI CULTURALI DEL CONSIGLIO D’EUROPA
Un itinerario culturale viene definito come un nuovo tipo di bene culturale allargato che collega tra loro elementi del patrimonio tangibile e intangibile, diversi ed omogenei, di territori contigui o anche fra loro molto distanti, creando un nuovo sistema di conoscenze (ICOMOS, 2005). Su questa base, nel corso degli ultimi anni molti enti ed amministrazioni locali hanno deciso di puntare sulla creazione di percorsi e strade tematiche come strategia di promozione delle destinazioni minori, dando vita ad una moltiplicazione di temi e destinazioni che hanno contributo effettivamente all’economia locale.
L’interpretazione degli itinerari culturali cambia a seconda degli obiettivi ultimi del soggetto che li promuove:
- per il Consiglio d’Europa gli itinerari culturali sono uno strumento volto a dimostrare, attraverso percorsi trasversali rispetto allo spazio e al tempo, che il patrimonio culturale dei diversi paesi europei è in realtà un patrimonio comune (http://culture-routes.net). Essi sono quindi principalmente un veicolo di comunicazione, di scambio culturale tra le nazioni e le culture, cioè uno strumento per consolidare l’identità europea. Sono oggetto di un programma specifico varato nel 1987 e corredato da successive risoluzioni, nelle quali vengono definiti i criteri per il riconoscimento degli “Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa”. Dal 1997 l’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali, avente sede in Lussemburgo, ha il compito di attuare il Programma del Consiglio d’Europa supportando lo sviluppo degli itinerari già selezionati, di coordinare e fornire assistenza tecnica alle reti dei partner promotori degli itinerari, in modo particolare per il loro sviluppo nell’Europa centrale e orientale;
- anche l’UNESCO ha lanciato all’inizio degli anni ‘90 una serie di azioni sulle rotte culturali, che ha dato vita a progetti regionali quali la “Rotta degli Schiavi”, la “Via della Seta” o la “Route des ksour”. L’approccio utilizzato da questa organizzazione internazionale è stato quello della connessione fra i flussi migratori e le modalità con cui gli scambi culturali hanno consentito alle diverse società di plasmarsi e di interagire fra loro. Per l’UNESCO un itinerario culturale è “un itinerario composto da elementi tangibili, il cui significato culturale deriva da scambi e dialoghi multidimensionali tra paesi e regioni e che illustrano il movimento interattivo e continuativo delle persone lungo l’itinerario, nello spazio e nel tempo”.

- l’individuazione e lo sviluppo degli itinerari culturali è stato affidato dall’UNESCO ad un particolare comitato dell’ICOMOS, il CIIC (Comitato Internazionale per gli Itinerari Culturali), che ha come obiettivo lo studio e la valorizzazione degli itinerari culturali in connessione con la conservazione e la valorizzazione dei monumenti, degli edifici, dei reperti archeologici, dei paesaggi e dei siti culturali che si trovano lungo di essi (http://www.icomos-ciic.org/CIIC/CIIC.htm). Il CIIC ha elaborato la Carta ICOMOS degli Itinerari Culturali, ratificata il 4 ottobre 2008 nel corso della sedicesima Assemblea Generale del Council. Oltre alla definizione dell’oggetto “Itinerari Culturali”, la Carta contiene la loro classificazione, la metodologia per la ricerca, valorizzazione, preservazione, conservazione, uso e gestione.

-anche l’Organizzazione Mondiale del Turismo – UNWTO - da diversi anni si occupa di itinerari culturali, seguendo in particolare la “Via della Seta”,  da gennaio 2016 anche “La Rotta dei Fenici”, tramite l’istituzione di un Core Working Group on The Phoenicians’ Route in collaborazione con il Consiglio d’Europa (Istituto Europeo Itinerari Culturali), Unesco e di cui fa parte la Confederazione La Rotta dei Fenici.
Il 7 novembre 2016, in occasione del World Travel Market, una delle più importanti fiere del turismo al mondo, l’Organizzazione Mondiale del Turismo e l’Istituto Europeo Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa hanno presentato ufficialmente l’iniziativa dando un alto prestigio alla Rotta dei Fenici che insieme alla Via della Seta assume un valore ancora più significativo.