giovedì 15 agosto 2019

Pseudo-Sofocle, ecco il suo volto

Lo Pseudo Sofocle ha un volto
La ricostruzione realizzata dal Fapab con il brasiliano Cicero Moraes


L’antico uomo greco, ribattezzato lo Pseudo-Sofocle, ha un volto. E’ il nuovo,grande risultato del Fapab Research Center, il centro di ricerca internazionale di Avola dedicato allo studio dell’antropologia forense, della paleopatologia e della bioarcheologia.
Alcune settimane fa il Centro avolese aveva infatti scoperto che il cranio precedentemente attribuito al tragediografo greco Sofocle rappresentava in realtà un clamoroso falso. Lo studio del Fapab aveva dimostrato come il cranio appartenesse a un individuo adulto ma di certo non morto alla veneranda età (90 anni) di Sofocle. Veniva così smontata l’antica teoria avallata dal suo scopritore, il danese Ludwig Münter, e mai veramente sconfessata dal grande patologo tedesco Rudolph Virchow nel 1893. La ricerca aveva anche individuato in un trauma cranico la verosimile causa di morte dell’uomo in questione e aveva presentato una sua prima approssimazione facciale forense. Ma oggi, dopo l’approssimazione facciale eseguita dall’archeologo Michael Habicht (Flinders University e coautore dello studio), e grazie alla collaborazione con l’esperto artista forense brasiliano Cicero Moraes, si è riusciti a ottenere il vero volto di questo individuo.
“L’applicazione delle tecniche scientifiche più all’avanguardia, sempre nel rispetto delle discipline storiche e archeologiche, ci permette di acclarare aspetti controversi della nostra storia” commenta il professor Francesco Maria Galassi, direttore del Fapab e paleopatologo dell’australiana Flinders University. Il celebre studioso aggiunge: “Siamo molto soddisfatti di questo nuovo, importante risultato scientifico e dell’alto livello di coordinazione raggiunto fra discipline diverse e spesso non dialoganti tra loro”.

Un sentimento condiviso dal vicedirettore del Fapab, la bioarcheologa e antropologa forense Elena Varotto, autrice principale, solo pochi mesi fa, della fondamentale scoperta di un antichissimo caso di tumore benigno ritenuto inesistente nel mondo antico. “Avola e il suo territorio - commenta - offrono grandissime opportunità culturali e un continuo stimolo allo studio e alla ricerca. Per questo a una progettualità soprattutto scientifica stiamo affiancando e affiancheremo sempre più una serie di eventi divulgativi rivolti alla cittadinanza e, più in generale, alla Sicilia”.

lunedì 12 agosto 2019

Il mito di Dedalo e Icaro rivive a Sant'Angelo Muxaro

Da ieri la Piazza Umberto del piccolo borgo sicano, è divenuta lo scenario del mito di Dedalo e Icaro. Una rappresentazione artistica forte del momento in cui Dedalo, ancora in volo, osserva la caduta del figlio Icaro. L’istallazione è stata resa possibile grazie agli artisti Salvatore Rizzuti e Carmelo Navarra che hanno voluto donare per la durata dell’ “Estate Santangelese” le loro opere.

Le due sculture, site una di fronte all’altra, sembrano guardarsi e dare nuova vita al mito e alla sua storia.
Nella sua caduta, Icaro sembra rialzarsi verso il padre e Dedalo sembra incitare il figlio ancora una volta ad alzarsi in volo.

Un buon auspicio per Sant’Angelo Muxaro, piccolo paese dell’entroterra siciliano, guidato dalla giovane e dinamica Amministrazione del Sindaco Tirrito, che ospita così storia, mito e cultura in un’unica formula.

A Siracusa "brucia" il fuoco di Olimpia nel nome di Concetto Lo Bello

Il prossimo anno ricorrerà il 60/mo anniversario della disputa dei Giochi Olimpici a Roma. In quell’anno, il 18 agosto 1960, la Fiaccola Olimpica fece il suo approdo in terra italiana proprio a Siracusa avendo nell’indimenticato Concetto Lo Bello il suo primo tedoforo. 

Nel segno e nel ricordo di quel memorabile giorno, l’associazione che porta il nome di Concetto Lo Bello promuove un appuntamento che avrà quest’anno - nella sola giornata di sabato 17 agosto - un prologo in vista della manifestazione celebrativa dell’estate 2020 per ricordare solennemente quel 18 agosto 1960 e che, con una serie di appuntamenti che sono al momento in via di definizione, arrivi sino al 9 settembre giorno in cui – nel 1991 – si spense Concetto Lo Bello. Si tratterà di oltre venti giorni che verranno scanditi da una serie di appuntamenti - alcuni pure con la partecipazione di personalità del mondo dello sport (ma non solo) anche di caratura internazionale - che avranno come unico filo conduttore il rapporto tra Siracusa e l’Olimpiade declinato nelle sue diverse sfaccettature. Particolare spazio sarà, ovviamente, data alla figura di Concetto Lo Bello grazie all’opera del quale, in più e diversi ambiti, Siracusa sportiva ha conosciuto momenti di straordinaria crescita. 
La prima tappa lungo questo cammino che durerà oltre un anno è in programma sabato 17 agosto 2019, a partire dalle 18,30, nello spazio esterno della sede dei Mezzi Nautici della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera  (alla “Marina”) di Siracusa dove si trova la copia del Tripode Olimpico utilizzato nel 1960. Qui sarà allestita una mostra fotografica che farà ripercorrere visivamente al pubblico quel 18 agosto 1960. La manifestazione prevede anche gli interventi di esponenti delle istituzioni e di alcuni testimoni di quel giorno di cinquantanove anni fa, la lettura recitata di alcuni passi delle cronache dell’epoca,  e culminerà con l’approdo di una unità della Guardia Costiera da bordo della quale scenderà un tedoforo d’eccezione che riaccenderà in maniera simbolica il fuoco di Olimpia in terra di Siracusa.

Valle dei Templi, proposta di matrimonio davanti agli dei

Una proposta di matrimonio dinanzi a dee e dei. E a oltre 700 spettatori. All’alba. Certo non si può dire che sia stata una sortita per pochi intimi, ma Daniele e Valentina se la ricorderanno per un pezzo. Lui inginocchiato, lei ride ma poi capisce che fa sul serio: perché dinanzi a Zeus, Era, Hermes e Afrodite, è molto romantico, certo ma c’è poco da scherzare. E’ successo poche ore fa, durante l’ALBA alla Valle dei Templi. 

Siamo verso la fine dello spettacolo, il pubblico che è entrato mentre la Valle è ancora immersa nel buio, ha seguito gli dei che hanno accompagnato il risveglio, sbucando da reperti, cespugli, avvallamenti. Gli spettatori sono felici, scattano foto e selfie, ascoltano il racconto: sono sempre di più, la visita sensoriale teatralizzata all’alba, nella Valle dei Templi è ormai diventata un must della stagione estiva siciliana. Ma è alla fine dello spettacolo, quando ormai il sole è spuntato, c’è la sorpresa: Daniele Rosapinta, che oltre a curare i social del Parco, realizza le foto e i video, affida ad un amico la macchina fotografica e si inginocchia davanti alla fidanzata Valentina Basile per regalarle l'anello. Gli spettatori – italiani e tantissimi stranieri - sul momento pensano sia un'altra performance ma poi capiscono, li circondano e applaudono. E con loro, tutti gli dei. La prossima visita teatralizzata alla Valle sarà domenica 18 agosto, poi il 25 e la prima domenica di settembre.

Taormina, l'arte moderna in mostra al Teatro antico

Fino alla fine di settembre, l’aula d’ingresso occidentale (versura) del Teatro Antico di Taormina, ospita un’opera dello scultore Giacomo Rizzo inclusa nella mostra diffusa “Memorie ctònie”. Si tratta della matrice in gesso di “Respiro” (2014), appartenente al ciclo produttivo definito dall’autore “Inner Sculpture” (scultura interiore): sintesi materica tra la superficie di un luogo naturale - una roccia, un terreno, un albero su cui l’artista imprime uno “strappo” con la sua personale tecnica scultorea - e l’interiorità di quel luogo, con la sua storia e la sua identità stratificatesi nel tempo e divenute memoria condivisa tra abitanti e territorio. Nella versione in resina, l’opera al teatro di Taormina fa parte della collezione permanente del “Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Palazzo Riso” di Palermo e ripercorre gli strati materici della vetta più alta di Monte Pellegrino, la montagna sacra del capoluogo siciliano.

Leggère come origami, simili a fogli di carta stropicciati che frantumano il piano in mille superfici scolpite dalla luce, le opere del ciclo “Inner Sculpture” di Rizzo si esprimono con una tecnica innovativa, lirica e sapiente al tempo stesso. Spiega la curatrice Alba Romano Pace: “Lo strappo di Rizzo porta con sé i segni del caso, del gesto, del tempo, come un’epidermide diventa la matrice dell’opera. Giacomo Rizzo apre una nuova prospettiva dell’arte: quella del dare fisicità alla memoria, alla psiche, all’invisibile, alla poesia”. L’autore aggiunge: “Sono il risultato di un’intensa empatia con il paesaggio nel quale mi trovo a lavorare. La mia arte mi porta in luoghi simbolici, impregnati di storie o leggende che, attraverso l’organicità della materia, attraggono la mia attenzione. La mia volontà è quella di costruire una mappa emozionale che sia una geografia della mente e del cuore”.
Con l’opera “Respiro” nel Teatro Antico di Taormina – sito del Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano - Rizzo crea un dialogo tra archeologia e arte contemporanea. Sindone della montagna “icona” di Palermo, l'opera si integra perfettamente nel paesaggio delle rovine classiche e ricorda allo spettatore l'eternità dell'arte e la circolarità della creazione umana immersa nella natura. Valeria Li Vigni, direttrice del Museo Riso e ideatrice della mostra, dichiara: “ ‘Memorie ctònie’ lega il lavoro del maestro Giacomo Rizzo alla ricerca di una natura intatta in contrapposizione a quella sempre più degradata che è sotto i nostri occhi. Il suo lavoro di strappo dalle cime più impervie o dalle grotte più nascoste sottopone al nostro sguardo una dialettica dinamica tra archeologia e contemporaneo. Una testimonianza di quanto abbiamo perduto e quanto ancora possiamo tutelare per la salvaguardia del nostro ambiente”.