In una città come Siracusa può accadere che tombe di epoca greca facciano capolino fra le
aiuole spartitraffico. Accade a nord del centro storico e precisamente lungo il moderno viale Santa Panagia dove, appunto tra il verde dello spartitraffico, fanno capolino i resti di una necropoli di età greca.
Le stesse che vennero scoperte negli anni Sessanta durante i lavori per la realizzazione di alcune case popolari a poche centinaia di metri dalle aiuole, in via Mazzanti, dove gli archeologi riportarono alla luce una "città dei morti". La necropoli di via Mazzanti è stata protagonista di una lunga e dettagliata campagna di scavi durante la quale sono state rinvenuti corredi
funerari ed elementi che hanno permesso di narrare i riti di sepoltura e
le usanze legate al passato.
Sono 360 le tombe riportate alla luce dagli archeologi datate tra il VII e il V secolo a. C. Una necropoli greca, dunque, che restituisce tasselli alla ricostruzione della società dell'epoca.
E tombe greche si intravedono lungo viale
Necropoli Grotticelle, ai bordi della strada, che dà appunto il nome a un
suggestivo sito a ridosso del parco della Neapolis.
Ancora,
<mute città dei morti> sono quelle che Paolo Orsi mise in luce, e fece
recingere, durante la costruzione dell’ospedale Umberto I e in quella del
Santuario della Madonna delle Lacrime, negli anni ’60. Una necropoli con
centinaia di tombe venne rinvenuta anche in via Mazzanti, a ridosso dell’area
su cui sta sorgendo oggi il posteggio comunale. Anche in questo luogo, gli archeologi
della Soprintendenza aretusea trovarono anche corredi funerari all’interno
delle tombe utili per la ricostruzione della società antica dell’età arcaica
aretusea.
(Isabella Di Bartolo, riproduzione riservata)
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