Denon diceva, restando ammaliato
dal panorama a cui assisteva dal colle Temenite, che il Teatro Greco offrisse
lo spettacolo più bello e pittoresco che avesse mai visto. Ed è così: il
gioiello del Parco archeologico della Neapolis, resta la meta per antonomasia
di appassionati e turisti.
Cuore del parco così chiamato dal nome che i Greci
diedero all’ultimo dei cinque quartieri della Pentapoli, appunto detto “la
nuova città”, il Teatro Greco è il tesoro del Parco che ospita i monumenti più
importanti della Siracusa classica. Visitarlo significa immergersi in un
viaggio che giunge sino alle origini più antiche della città, e che si snoda
attraverso le testimonianze architettoniche più rappresentative della città
greca e romana. Costruito nel V secolo a.C. e rimaneggiato in epoca romana, il
Teatro Greco fece da cornice alle opere di Epicarmo ed Eschilo. Sulle sue
pietre dorate sedettero Platone, il tiranno Dionisio e grandi personaggi della
Storia; mentre attori illustri continuano a calcarne la scena durante le
Rappresentazioni classiche. Splendido nella sua magnificenza lapidea dorata,
quello di Siracusa è il più grande edificio teatrale antico della Sicilia ed
uno dei maggiori dell’intero mondo greco.
Ma non è solo il monumento della Neapolis ad ammaliare. Il viaggio alla scoperta delle meraviglie della Neapolis è con Pietro Piazza, archeologo e guida turistica d'eccezione.
Fuori dal recinto del Parco
archeologico vi è poi un teatro arcaico scavato nella roccia con cavea
rettilinea che è chiamato, appunto, Teatro lineare, e poi il Santuario di
Apollo Temenite.
"Le piogge della scorsa primavera hanno portato alla luce tracce di opus signinum - dice l'archeologo - nell'area demaniale attorno a casina Cuti che venne indagata tra gli anni '80 e i primi anni '90. Questa è una zona ancora da studiare che custodisce resti della storia della Neapolis".
Mentre ad est si trova la zona detta Necropoli Grotticelle,
con le sue numerose tombe scavate nella roccia, tra cui quella tradizionalmente
indicata come Tomba di Archimede, che è in realtà un colombario di età romana.
Il Teatro greco è attorniato da
altri luoghi affascinanti: la Chiesa di San Nicolò dei Cordari (XI secolo
a.C.); l’Anfiteatro Romano (II-IV secolo d.c.) con la sua arena circondata dai
resti della cavea, datato alla prima età Imperiale; l’ Ara di Ierone (III
secolo a.c.) e l’Orecchio di Dionisio, nome che fu dato all’anfratto dal
pittore Caravaggio durante la sua visita al sito nel 1608 quando, secondo la
leggenda, l’artista rimase senza fiato ad ammirare la maestosa cavità.
E ancora un’insenatura suggestiva che sovrasta il Teatro greco. Gli antichi la chiamavano “grotta del
Ninfeo” perché lì la leggenda vuole che le Ninfe facessero il bagno immerse.
Oggi resta intatta l’ampia grotticella artificiale scavata nella roccia del
Temenite, con un soffitto a volta, al cui centro si trova una grande vasca
rettangolare: il bagno, appunto, delle Ninfe. La grotta è una sorta di fontana
che riceve un ramo dell'antico acquedotto greco della Neapolis, che alimenta la
piccola cascata d’acqua. Un luogo magico, decorato da quattro nicchie che
furono poi trasformate in sepolcri.
La chiamano la via dei Sepolcri con i pinakes, come evidenzia Piazza. La parte adiacente, poi, è detta "Museion":
la sede ufficiale della corporazione degli attori. Qui si trovano rilievi
votivi e dipinti relativi al culto dei defunti “eroizzati”, molto frequenti
nella Siracusa antica di età ellenistica.
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