E' partito tutto da un ricciolo blu di terracotta. Era il 2004 quando l'archeologa Serena Raffiotta si accorse che quel reperto tra i tanti reperti ammuffiti dei magazzini della Soprintendenza di Enna potesse essere un segno, straordinario, del passato che ritorna. E davvero quel ricciolo blu apparteneva alla barba della testa del dio degli Inferi che dal 29 gennaio tornerà in Italia grazie all'accordo con il Getty museum di Malibù e potrà essere esposto nelle vetrine accanto agli Acroliti e alla Dea di Morgantina nel Museo archeologico di Aidone: piccolo grande baluardo della Sicilia più bella dell'antichità.
Una storia di passione, lavoro e strenua dedizione che ha visto insieme studiosi, archeologi, appassionati d'arte ma soprattutto siciliani. A partire dagli abitanti della moderna Morgantina che è oggi Aidone, nella provincia ennese, che hanno combattuto e creduto che si potesse ottenere quel pezzo di cuore antico portato via per strade varie negli anni passati. Morgantina ha riabbracciato la sua Dea che orgogliosamente troneggia nella sala centrale del museo archeologico di Aidone, e ha riconquistato gli Acroliti che hanno rappresentato la Sicilia con vanto all'Expo di Milano.
Da oggi, tornerà anche la Testa di Ade che la direttrice del museo di Aidone, Laura Maniscalco, saluta come la conclusione di una lunga vicenda. "La pertinenza dei
riccioli alla testa del Musei Paul Getty è al lavoro congiunto di diverse
persone e in particolare del prof. Alex Walthall, componente della Missione Americana
a Morgantina, che ha ritrovato nel corso di un lavoro generale di revisione dei
materiali del magazzino del Museo alcuni frammenti di riccioli e che ha
immaginato che questi e gli altri riccioli già noti, potessero essere parte
della testa di Ade esposta al Paul Getty Museum".
Questi
riccioli erano stati recuperati alcuni anni fa, insieme ad un gran numero di
frammenti di panneggi di una statua di grandi dimensioni, all’interno di un
sacello a pianta rettangolare allungata con una banchina in fondo nel Thesmophorion
di S.Francesco Bisconti. I reperti furono raccolti fra la terra manomessa da
uno scavo clandestino, quindi in un contesto fortemente disturbato.
"Per poter controllare questa ipotesi i riccioli sono stati
portati al Paul Getty Museum e si è visto che attaccavano perfettamente, in un
caso ad incastro, alla testa. Il Paul
Getty Museum ha quindi dichiarato la volontà di cedere la testa all’Italia".
L'orgoglio è di una comunità intera. Ma il ritorno della Testa di Ade è anche la dimostrazione che il lavoro, vero e appassionato, ha un valore immenso. Le parole di Serena Raffiotta sono proprio queste: "sono orogliosa perchè significa che il nostro lavoro, il lavoro degli studiosi, degli archeologi, ha un valore. Era il 2004 quando studiavo per la mia tesi di specializzazione tra reperti ammuffiti e ragni per lavorare sulle terrecotte votive provenienti dal santuario di San Francesco Bisconti a Morgantina. Fu un ricciolo di 2 cm a catturare la mia attenzione: era blu. E ne compresi la straordinarietà poichè ancora nulla si sapeva di questo sito archeologico i cui scavi, dal 1979 al 2005, non sono mai stati pubblicati. Capìì subito che era importantissimo
dare informazioni scientifiche sul sito e su questo santuario da cui provengono
anche gli Acroliti e la Dea". La tesi, discussa alla presenza del prof. Massimo Frasca della Scuola di specializzazione di Archeologia siciliana, venne pubblicata con un piccolo editore locale e poi letta dalla studiosa Maria Lucia Ferruzza che stava studiando le terrecotte figurate di Sicilia e Magna Grecia per un catalogo del Getty museum. E da lì è partita l'avventura che ha portato al riconoscimento di quella meravigliosa testa esposta al museo di Malibù come quella di Ade proveniente dal santuario di Morgantina.
Un gioiello che si affianca agli altri due e che premia la dedizione e il lavoro di squadra proprio come è accaduto per la Dea di Morgantina, così come ricorda l'archeologa e docente alla Kore di Enna, Flavia Zisa.
La Testa del dio
degli Inferi che, dal 2013, sarebbe già dovuta essere esposta tra le sale del
Museo archeologico ennese, venne trovata dai tombaroli nel ’79 in
contrada S. Francesco Bisconti e acquistato, nel 1985, dal Getty museum che lo
espose con orgoglio tra le sue vetrine: un volto in terracotta raffigurante Ade
che la comunità dell’antica Morgatina reclamava a gran voce e che il
Getty museum ha deciso di restituire all’Italia.
La Testa di
Ade è un reperto di grande suggestione per la sua fattezza delicata, frutto del
sapiente lavoro manuale degli artigiani di età ellenistica, e per il fatto di
conservare le tracce della sua policromia. La statua di questo dio degli Inferi
era colorata, secondo lo stile dell’epoca. E ancora oggi, la sua barba, i suoi
riccioli sono blu; blu egiziano come le indagini dei conservatori del Getty
hanno confermato. La sua folta capigliatura è invece rossastra e i suoi occhi
conservano le tracce degli incavi per disporvi le ciglia in metallo. "Un
capolavoro– dice l’archeologa Serena Raffiotta - poiché restituisce
anche quale fosse il culto nel santuario extraurbano dedicato alle divinità
ctonie: Demetra, Persefone e, appunto, Ade". Il signore degli Inferi, infatti,
era tra le divinità adorate nell’antica città di Morgantina insieme con la Dea
della Terra e sua figlia Persefone (a cui sono attribuite gli Acroliti.
Ma la battaglia per riportare a casa i tesori di Morgantina non è ancora finita. La comunità reclama gli Argenti ellenistici esposti al Metropolitan museum di New york in virtù di un accordo tra Sicilia e Usa da rivedere e correggere, come più volte chiesto dall'Archeoclub Morgantina-Aidone presieduto da Alessandra Mirabella.
E resta da colmare anche la vacatio politica della gestione del museo archeologico di Aidone e dell'area di Morgantina che meriterebbero certo una valorizzazione adeguata con servizi, infrastrutture e opere. E lo stesso santuario di San Franesco Bisconti resta ancora chiuso al pubblico. La battaglia per il rispetto della cultura non è ancora conclusa. Perchè gli Acroliti, la Dea e la Testa di Ade siano gioielli di Morgantina e della Sicilia tutta che deve dare l'opportunità di ammirarli nel loro ritrovato splendore.
Isabella Di Bartolo
Isabella
di bartolo
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