sabato 30 gennaio 2016

Caravaggio a Siracusa, dipinto conteso tra due chiese e un museo



Resta in "affitto" il capolavoro che Caravaggio dipinse a Siracusa. L’opera dedicata dal pittore della luce al “Seppellimento di Santa Lucia” non può tornare a casa, nella Basilica di S. Lucia extramoenia, e continua così la sua peregrinazione d’arte e restauri tra chiese e musei. Tra rimpalli di competenze e guerre tra cittadini, visitatori e guide turistiche.
Il dipinto resta conteso tra due rioni: Ortigia, dove si trova da qualche anno, e Borgata dove dovrebbe far rientro. Due quartieri e due chiese entrambe dedicate a Santa Lucia, patrona di Siracusa. 


La storia recente dell’opera di Caravaggio inizia nel 2006 quando il dipinto fece rientro, dopo 35 anni di attesa e vicissitudini varie, nella Basilica extramoenia della Borgata per il cui altare, nel 1608, Michelangelo Merisi l’aveva dipinta. Un ritorno in pompa magna salutato con entusiasmo dall’allora governo regionale con la promessa di valorizzare la chiesa della Borgata e renderla sicura con sistemi simili a quelli usati per la Gioconda al Louvre che alcuni sponsor privati sarebbero stati pronti a realizzare nel nome della cultura. Si parlava di un coinvolgimento di aziende del petrolchimico che avevano dato disponibilità per realizzare la teca necessaria alla tutela e alla sicurezza del quadro esposto sull'altare maggiore della Basilica della Borgata. Ma nulla è stato fatto e, ormai 4 anni fa, per consentire interventi di messa in sicurezza dell’edificio extramoenia finanziati dalla Regione, il quadro venne spostato ancora una volta e stavolta in un’altra chiesa: quella di Santa Lucia alla Badia, in Ortigia. Ed è qui, a piazza Duomo, che il dipinto si trova e dove è ammirato ogni giorno da 3mila turisti, senza alcun ticket di ingresso.
Ed ecco la guerra tra chi vorrebbe che rientrasse alla Borgata e chi, invece, vorrebbe che rimanesse nel cuore di Ortigia. 

A complicare le cose c'è la responsabilità di vari enti: la Prefettura in quanto l'opera fa parte del Fondo edifici di culto ed è quindi gestito dal ministero dell'Interno, la Soprintendenza che si occupa della tutela, la Curia che è proprietaria delle chiese. Insomma, un vero rebus a cui si aggiunge un altro inghippo, stavolta artistico. Il “Seppellimento di Santa Lucia” è appoggiato - letteralmente - su un’altra opera che è la “titolare” dell’altare della chiesa di Ortigia: “Il martirio di Santa Lucia” di Guinaccia. 
In questo delicato contesto, l’ultima parola spetta al Centro regionale del restauro di Palermo che ha concluso il monitoraggio delle due chiese attraverso la recente disposizione di sensori per valutare l’umidità delle absidi per verificare le condizioni di entrambi gli edifici. Un rebus, insomma.
E se, alla fine, tornasse a galla anche l'ipotesi di esporlo tra i tesori della Galleria regionale di palazzo Bellomo di cui era star prima delle ultime peregrinazioni?  

Isabella di bartolo

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