domenica 20 novembre 2022

Un santuario della dea Madre scavato nella roccia dell'antica Akrai: nel sudest della Sicilia il più antico del mondo greco

 

E' il più grande santuario scolpito nella roccia di tutto il mondo greco e si trova nel sito dell’antica città di Akrai, nei pressi di Palazzolo Acreide. Dodici immagini ricavate nella roccia della città che Siracusa fondò nel 663 avanti Cristo e di cui resta anche un suggestivo teatro. Dodici simboli di una religiosità millenaria legata al culto della terra, delle messi e della fecondità in un luogo intitolato ai Santoni che prende il nome dalle effigi ricavate nella roccia che rendono il sito di Palazzolo uno dei più vasti tra i complessi religiosi dedicati alla dea Cibele. E’ questa la stessa divinità che i Romani chiamavano “Magna mater”, la signora della natura e di tutti gli esseri viventi.

Il sito archeologico è un’area ricca di fascino e di mistero tanto da ammaliare il principe di Biscari e Jean Houel e, fino ai giorni nostri, l’area è oggetto di studi da parte di archeologi ed esperti di culti antichi. Dopo numerose polemiche e una lunga attesa, la Regione ha stanziato 1 milione e mezzo di euro che servirà per la valorizzazione e la fruizione di questo sito archeologico che, dopo il restauro, sarà aperto al pubblico anche al tramonto con visite serali che ne esalteranno la suggestione. A questa somma si aggiunge anche lo stanziamento di 845.000 euro per la valorizzazione e la fruizione del Teatro antico di Akrai.

 
 
 


 

Per la sua vastità e bellezza, il sito dei Santoni rappresenta un unicum al mondo secondo gli studiosi tra cui si annovera Luigi Bernabò Brea, l’archeologo che individuò nell’area di Palazzolo uno dei complessi cultuali che contribuirono a diffondere il culto della dea Cibele nel mondo greco-romano.

Numerose le leggende popolari legate al sito archeologico come ricordava, nel 1777, il pittore-viaggiatore Jean Houel che si rammaricava del fatto che alcune statue fossero state cancellate “più della mano degli uomini che da quella del tempo. I pastori dei dintorni prendono talvolta le pietre e, per passatempo, senza cattive intenzioni, colpiscono le teste delle figure senza rendersi conto di quello che fanno”. Simili episodi narrano anche gli abitanti di Palazzolo che ricordano l’odio di un contadino proprietario del terreno nei confronti di queste statue: l’uomo, infatti, stanco di dover sopportare frequenti visite da parte di curiosi e appassionati di storia e archeologia, decise di sfigurare il volto delle statue a colpi di ascia danneggiandoli per sempre. Tuttavia non riuscì nel suo intento e oggi l’area dei Santoni resta uno dei luoghi più interessanti dal punto di vista storico e archeologico.

 

(articolo di Isabella di bartolo)

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