mercoledì 27 maggio 2020

Caravaggio, da Siracusa al Mart di Rovereto: da SiciliAntica un "no" costruttivo



Il Coordinamento Provinciale di SiciliAntica-Siracusa, composto dalle sedi di Siracusa, Lentini-Carlentini e Noto, si unisce al coro sollevatosi in città che consideranegativamente la possibilità di tale prestito. La nostra è un’Associazione culturale di volontariato che da oltre vent’anni anni opera nel territorio siciliano per la ricerca, la tutela, la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali, collaborando attivamente con le Istituzioni preposte.Le motivazioni checi spingono però, ad una simile posizione sono molteplici. 

Ad oggi appaiono infatti, poco chiari alcuni elementi fondamentali di questo progetto espositivo, fra cui l’acquisizione del parere da parte dell’ICR, in merito allo stato di salute dell’opera d’Arte e del conseguente progetto di restauro di cui la tela dovrebbe avvantaggiarsi. A molti sono note le vicende relative all’ultimo restauro compiuto proprio dall’Istituto Centrale nel 2006, in risposta alle indagini radiografiche eseguite dal Centro Regionale di Restauro della Regione Siciliana; interventi nati a seguito delle aspre polemiche scoppiate nel 2005, anno in cui nonostante la Direttrice dell’ICR, dott.ssa Caterina Bon Valsassina, avesse espresso il suo dissenso riguardo al prestito, la tela venne movimentata per la mostra Caravaggio e l’Europa al Palazzo Reale di Milano. Una vicenda conclusa dunque, con una relazione che vietava futuri spostamenti del bene nel rispetto della permanenza di uno stato di salute precario. A distanza di quattordici anni è quindi doveroso chiedersi come l’opera potrebbe affrontare un nuovo viaggio e una nuova esperienza espositiva , senza andare incontro a nuovi gravi rischi. Il necessario intervento di restauro postulato proprio dagli stessi curatori del progetto del Mart, appare ai nostri occhi una conferma dei timori sollevati. La Mission di SiciliAntica ha fra i propri obiettivi anche quello di battersi per la tutela dell’equilibrio nel rapporto fra la Comunità e il suo passato, e ciò ci spinge a non poter ignorare la sensibile e preoccupata voce che si è sollevata dalla societàaretusea. Forse poco importa che non sia una voce tecnica e assolutamente informata scientificamente; Il Seppellimento di Santa Lucia è capace di far provare alla cittàunsentimento identitario di comunità e, in quanto tale, riteniamo sia doveroso da parte dei grandi attori culturali , regionali e nazionali, prendersene cura!Non possiamo forse anche in tutto ciò, sperimentare lo straordinario valore comunicativo che fa del Seppellimento un’opera che canta le più intime paure dell’uomo? Poiché comprendiamola grande ricaduta in termini di studio e valorizzazione, svolta da una mostra (non dimentichiamo che proprio la mostra curata dal Longhi nel 1951aprì le porte al grande genio del Merisi)SiciliAntica vorrebbe lanciare a tal proposito una proposta che possa garantire lo svolgimento dell’intenso percorso espositivo progettato dal Mart: l’uso della tecnologia applicata ai beni culturali. Come per Palermo,nel caso della trafugata Natività, anche per Siracusa si potrebbe immaginare una restituzione di altissima qualità digitale. Sarebbe una bella lezione impartita a tutto il Paese di una nuova tipologia di Valorizzazione, che sa tutelare un’opera delicata e un’intera comunità. A nostro avviso questa soluzione offrirebbel’occasione di entrare nel vivo delle indagini accademiche che tanto faticano per diventare operative sul territorio. L’Archeomatica e la digitalizzazione dei beni culturali tout court è auspicata dallo Stesso Mibac. “Riteniamo che da un punto di vista concettuale questo atteggiamento culturale abbia come presupposto necessario l’istituzione di una Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio; la sensibile attenzione rivolta allo specifico tema della Ricerca e Sperimentazione ingloba importanti azioni nel campo dell’Esperienza culturale e della Partecipazione, e codifica in particolare l’intervento della tecnologia applicata ai Beni Culturali, quale strategia scientifica per la conoscenza e la divulgazione del patrimonio artistico e archeologico. Ciò evolve inevitabilmente verso l’impiego sempre più cospicuo di tecnologie innovative nelle operazioni di rilievo e di documentazione, in grado di restituire formule digitali e immersive” ( tratto da Dialoghi fra Architettura, Arte e Archeologia per la Formazione e la Didattica in FORMAZIONE, APPRENDISTATO E LAVORO IN SICILIA Modelli e pratiche per la promozione ecologica dello spazio sociale: città e territorio a cura di Paolina Mulè,Fondo Fir 2014, cattedra di Pedagogia Generale e Sociale, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Università degli Studi di Catania.)
Non possiamo non ricordare come la città di Siracusa vantigià diverse collaborazioni fra Università e Enti Museali e territoriali,  in termini di restituzioni digitali, che hanno consentito di prendere parte a Convegni di respiro nazionale e internazionale.
SiciliAntica pertanto, auspica che possa essere ancora possibile aprire un dialogo in tale direzione con le Istituzioni, Il Fec e il nostro Prefetto, immaginando un tavolo di progettazione per una soluzione che da un lato sia in grado di garantire in tutta sicurezza  lo svolgimento delle operazioni culturali edall’altronon necessita di cospicue risorse economiche. 



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