Immaginate un borgo antico e proiettatelo nel futuro. Immaginate il fascino sospeso nel tempo del Comune più piccolo della provincia di Siracusa e poi coniugatelo al turismo più innovativo, senza dispedere memoria e identità. Succede a Cassaro, paesino ibleo che vanta il riconoscimento Unesco per la Necropoli rupestre di Pantalica che qui troneggia, dove il Centro Studio Ibleo ha messo in campo un'iniziativa nuova ma che, però, guarda al passato. E lo ha fatto
in collaborazione con l'amministrazione comunale e il coinvolgimento degli attori che operano nel territorio: aziende, dunque, ma anche associazioni e soprattutto cittadini.
L'idea è quella di far nascere una consapevolezza nuova di promozione turistica e territoriale insegnando ai visitatori come conoscere il territori, come viverlo e come imparare ad apprezzare e a stupirsi delle bellezze di Cassaro e dintorni. Imparando dunque ad amare il paesaggio, la bellezza dei luoghi, l'arte e la storia di un borgo incantato.
Si chiama "ecomuseo" l'esperimento che si propone di promuovere Cassaro attraverso metologie nuove e dunque sfruttando la multimedialità ma al contempo puntando alle peculiarità che rendono unico questo paesino arroccato sugli Iblei. Non solo arte e natura, ma anche tradizioni culinarie, feste popolari, usi e costumi di un popolo che insegna la passione e la cura per il proprio patrimonio materiale e immateriale.
Una scommessa che vede in campo un gruppo di esperti tra cui l’antropologo
Giuseppe Garro, coordinatore e promotore del progetto dal titolo "Ecomuseo della Valle
dell’Anapo2. "Non bisogna pensare all’Ecomuseo
come una “scatola chiusa” ma come una serie di
traiettorie che dipartono e si intersecano sul territorio, facendo risaltare
quelle caratteristiche culturali, antropologiche, paesaggistiche e
naturalistiche proprie di una determinata area. Un Ecomuseo è una realtà che da
un lato contribuisce alla promozione, valorizzazione e al mantenimento della tradizione locale ma
dall’atro offre un’apertura verso gli spazzi urbani, alle organizzazioni e alle
istituzioni, alle produzioni industriali, alle aziende e all’ambiente in cui
queste sono radicate. Un’istituzione che gestisce, studia, utilizza a scopi
scientifici, educativi e culturali il patrimonio complessivo di una comunità"
Sarà il Museo di Palazzo Carfì, che racchiude
l’identità etnografica della comunità di Cassaro, il centro
nevralgico da cui si irradieranno i vari percorsi, come quello legato alle
architetture “maggiori” (le chiese e i palazzi nobiliari) e quelle “minori” (le
abitazioni rurali, le masserie e le case urbane), quello dei sensi e degli
odori (in cui saranno adibite alcune aree, all’interno di quartieri specifici,
dove sarà possibile conoscere, odorare e raccogliere alcune delle erbe
spontanee del promontorio Ibleo), quello della memoria dei luoghi (dove leggere
i fatti accaduti all’interno della comunità), le aree storico-archeologiche
(tra le più importanti ricordiamo quella di contrada Serranieri) e quelle
naturalistici e paesaggistici (come il vecchio tracciato ferroviario situato
all’interno della Riserva di “Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande” o
ancora al sentiero Frassati).
Questi grandi percorsi
si intersecheranno a loro volta alla vita quotidiana della comunità, quindi si
avrà l’occasione di conoscere i prodotti locali (grazie al connubio con le
aziende agricole) ma anche l’ospitalità dei cassaresi. Alcune app infatti aiuteranno i fruitori a
stabilire dei legami con le famiglie, con “Gnammo”, ad esempio, sarà possibile
pranzare e cenare, a costi bassissimi, con i locali (sperimentando in modo
intimo la vita quotidiana del villaggio) oppure alloggiare grazie al sistema bad sharing, soprattutto durante le
feste tradizionali e le sagre popolari.
Si diffonde così l’idea
di territorio come risorsa inesauribile che, se integrata con un accurato piano
di sviluppo e con il sostegno dell’amministrazione locale, attrae e genera
valore agendo in un’ottica di sostegno e valorizzazione del territorio stesso, generando riconoscimenti collettivi che
possono diventare veri attrattori di peculiarità locali su cui la comunità, le
organizzazioni della società civile e le istituzioni pubbliche possano
dialogare attivamente.
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