mercoledì 8 giugno 2016

Archeologia e legalità: appello alla politica e ai cittadini



Un confronto aperto con la città su una tematica attuale qual è quella della lotta all’illegalità nel settore dei beni archeologici. Il salone conferenze del museo archeologico regionale “Paolo Orsi” ha fatto da cornice a un incontro promosso dall’Associazione Amici dell’Inda e dalla Società siracusana di Storia patria in collaborazione con il museo Orsi e la Soprintendenza di Siracusa. 

L’occasione è stato il rientro della Testa di Ade in Sicilia che è divenuto spunto di riflessione sul valore del patrimonio archeologia, sulla sua difesa e sul ruolo svolto in tale contesto dalla società e dalla politica. E proprio alla cittadinanza e alla pubblica amministrazione è stato rivolto l’appello conclusivo del momento di confronto da parte del procuratore capo della Repubblica di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, che ha parlato di legalità in un campo nevralgico qual è quello culturale citando i fondamenti dell’articolo 9 della Costituzione e l’esigenza di tutela con il coinvolgimento di tutti i componenti della società, ognuno secondo le proprie competenze. “E’ fondamentale dare un indirizzo politico alle azioni da mettere in campo per la tutela del patrimonio culturale che dev’essere una priorità”, ha detto il procuratore Giordano. 

L’avvocato Giuseppe Piccione, presidente dell’Associazione Amici dell’Inda, si è soffermato sul valore identitario dei beni culturali mentre il vicesindaco, e assessore alla Cultura del Comune di Siracusa, Francesco Italia, ha evidenziato gli sforzi profusi in questi mesi per divulgare il senso di appartenenza al patrimonio in città da parte delle istituzioni pubbliche. Uno sforzo che proseguirà ancora in sinergia con musei e Soprintendenza.
La figura di Paolo Orsi, strettamente legata a Siracusa e alla Sicilia tutta, è stata ricordata dalla direttrice del museo archeologico, Gioconda Lamagna, che non ha negato le difficoltà gestionali attuali a causa della penuria di risorse pubbliche che minaccia la normale attività delle istituzioni museali. Il commissario dell’Istituto nazionale del Dramma antico, Pier Francesco Pinelli, ha parlato di legalità facendo cenno al suo lavoro all’interno della fondazione Inda per avviare un nuovo corso nel segno della trasparenza e della gestione corretta.
Appassionato è stato il racconto della scoperta del ricciolo blu della Testa di Ade nei magazzini del museo di Aidone da parte dell’archeologa Serena Raffiotta che ha illustrato le fasi, delicate e lunghe, che hanno portato al rientro della scultura in Italia. Un lavoro sostenuto con forza dalla magistratura e dai Carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale, come ha anche ricordato la coordinatrice dell’incontro, la giornalista Isabella Di Bartolo, nel giorno dell’inaugurazione della mostra a Lampedusa che vede tra i tesori in mostra proprio la Testa di Ade.
Dell’importanza della ricerca archeologica ha parlato Mariarita Sgarlata, docente accademica e vicedirettore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’Università di Catania, che ha sede a Siracusa, la quale ha annunciato l’istituzione di un master universitario dedicato all’Archeologia giudiziaria e crimini contro il patrimonio culturale.

E del legame tra territorio e archeologia ha discusso la soprintendente ai Beni culturali di Siracusa, Rosalba Panvini, la quale ha ricordato le mostre allestite con i Carabinieri e la Guardia di finanza per esporre reperti salvati dal mercato illegale e la sperimentazione, prima in Italia, di portare per qualche giorno nelle scuole alcuni oggetti trafugati e ritrovati dalle forze dell’ordine quale messaggio concreto di legalità e cultura.
Le conclusioni dell’incontro sono state affidate al professore Sebastiano Amato, presidente della Società siracusana di Storia patria, il quale ha ricordato la complessità del sistema del mercato nero dell’archeologia, il suo radicamento e l’impegno necessario e sinergico per fronteggiare un’emergenza che riguarda ogni cittadino.

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