Il Coordinamento Provinciale di
SiciliAntica-Siracusa, composto dalle sedi di Siracusa, Lentini-Carlentini e
Noto, si unisce al coro sollevatosi in città che consideranegativamente la
possibilità di tale prestito. La nostra è un’Associazione culturale di
volontariato che da oltre vent’anni anni opera nel territorio siciliano per la
ricerca, la tutela, la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali,
collaborando attivamente con le Istituzioni preposte.Le motivazioni checi spingono
però, ad una simile posizione sono molteplici.
Ad oggi appaiono infatti, poco
chiari alcuni elementi fondamentali di questo progetto espositivo, fra cui l’acquisizione
del parere da parte dell’ICR, in merito allo stato di salute dell’opera d’Arte
e del conseguente progetto di restauro di cui la tela dovrebbe avvantaggiarsi. A
molti sono note le vicende relative all’ultimo restauro compiuto proprio
dall’Istituto Centrale nel 2006, in risposta alle indagini radiografiche
eseguite dal Centro Regionale di Restauro della Regione Siciliana; interventi
nati a seguito delle aspre polemiche scoppiate nel 2005, anno in cui nonostante
la Direttrice dell’ICR, dott.ssa Caterina Bon Valsassina, avesse espresso il
suo dissenso riguardo al prestito, la tela venne movimentata per la mostra
Caravaggio e l’Europa al Palazzo Reale di Milano. Una vicenda conclusa dunque,
con una relazione che vietava futuri spostamenti del bene nel rispetto della
permanenza di uno stato di salute precario. A distanza di quattordici anni è
quindi doveroso chiedersi come l’opera potrebbe affrontare un nuovo viaggio e
una nuova esperienza espositiva , senza andare incontro a nuovi gravi rischi. Il
necessario intervento di restauro postulato proprio dagli stessi curatori del
progetto del Mart, appare ai nostri occhi una conferma dei timori sollevati. La
Mission di SiciliAntica ha fra i propri obiettivi anche quello di battersi per
la tutela dell’equilibrio nel rapporto fra la Comunità e il suo passato, e ciò
ci spinge a non poter ignorare la sensibile e preoccupata voce che si è
sollevata dalla societàaretusea. Forse poco importa che non sia una voce
tecnica e assolutamente informata scientificamente; Il Seppellimento di Santa
Lucia è capace di far provare alla cittàunsentimento identitario di comunità e,
in quanto tale, riteniamo sia doveroso da parte dei grandi attori culturali ,
regionali e nazionali, prendersene cura!Non possiamo forse anche in tutto ciò,
sperimentare lo straordinario valore comunicativo che fa del Seppellimento
un’opera che canta le più intime paure dell’uomo? Poiché comprendiamola grande ricaduta
in termini di studio e valorizzazione, svolta da una mostra (non dimentichiamo
che proprio la mostra curata dal Longhi nel 1951aprì le porte al grande genio
del Merisi)SiciliAntica vorrebbe lanciare a tal proposito una proposta che
possa garantire lo svolgimento dell’intenso percorso espositivo progettato dal
Mart: l’uso della tecnologia applicata ai beni culturali. Come per Palermo,nel
caso della trafugata Natività, anche per Siracusa si potrebbe immaginare una
restituzione di altissima qualità digitale. Sarebbe una bella lezione impartita
a tutto il Paese di una nuova tipologia di Valorizzazione, che sa tutelare
un’opera delicata e un’intera comunità. A nostro avviso questa soluzione
offrirebbel’occasione di entrare nel vivo delle indagini accademiche che tanto
faticano per diventare operative sul territorio. L’Archeomatica e la digitalizzazione
dei beni culturali tout court è auspicata dallo Stesso Mibac. “Riteniamo che da
un punto di vista concettuale questo atteggiamento culturale abbia come
presupposto necessario l’istituzione di una Direzione Generale per la
Valorizzazione del Patrimonio; la sensibile attenzione rivolta allo specifico
tema della Ricerca e Sperimentazione ingloba importanti azioni nel campo
dell’Esperienza culturale e della Partecipazione, e codifica in particolare
l’intervento della tecnologia applicata ai Beni Culturali, quale strategia
scientifica per la conoscenza e la divulgazione del patrimonio artistico e archeologico.
Ciò evolve inevitabilmente verso l’impiego sempre più cospicuo di tecnologie
innovative nelle operazioni di rilievo e di documentazione, in grado di
restituire formule digitali e immersive” ( tratto da Dialoghi fra Architettura, Arte e
Archeologia per la Formazione e la Didattica in FORMAZIONE, APPRENDISTATO E LAVORO IN
SICILIA Modelli e pratiche per la promozione ecologica dello spazio sociale:
città e territorio a cura di Paolina
Mulè,Fondo Fir 2014, cattedra di Pedagogia Generale e Sociale, Dipartimento di
Scienze Politiche e Sociali, Università degli Studi di Catania.)
Non
possiamo non ricordare come la città di Siracusa vantigià diverse collaborazioni
fra Università e Enti Museali e territoriali,
in termini di restituzioni digitali, che hanno consentito di prendere
parte a Convegni di respiro nazionale e internazionale.
SiciliAntica
pertanto, auspica che possa essere ancora possibile aprire un dialogo in tale
direzione con le Istituzioni, Il Fec e il nostro Prefetto, immaginando un
tavolo di progettazione per una soluzione che da un lato sia in grado di
garantire in tutta sicurezza lo
svolgimento delle operazioni culturali edall’altronon necessita di cospicue
risorse economiche.