Il
monumento romano tra i più grandiosi della Sicilia si trova a due passi dal Teatro greco di Siracusa. Dentro la Neapolis, si trovano i resti maestosi dell’Anfiteatro romano di
Siracusa, il “Colosseo” della città.
Negli scorsi anni, un'operazione di restyling e
riallestimento voluti dalla Soprintendenza ai beni culturali aretusea è servita
non solo per mettere in sicurezza e restaurare le parti più delicate del
monumento imperiale ma soprattutto per consegnarlo alla fruizione, per la prima
volta, nella sua integrità. L’Anfiteatro romano, infatti, è adesso circondato
da passerelle in cocciopesto e legno che permettono ai turisti di passeggiare
lungo l’anello ellittico del monumento, ammirandone prospettive del tutto nuove
e godendo di spazi ritrovati lungo l’area archeologica che giunge sino a
lambire l’Ara di Ierone. Nasce così un belvedere con panchine e sentieri tra la
natura e l’archeologia con vista sulle vestigia del grandioso monumento. Ma non
solo:
l’Anfiteatro è accessibile in toto dai visitatori con difficoltà motorie e
disabilità grazie a percorsi ad hoc e legende in braille. I percorsi turistici si
snodano su due livelli oltre che all’interno di qualche galleria che, per la
prima volta, potrà essere calpestata sulle orme dei gladiatori.
L’intervento di restauro ha riguardato anche il “cuore”
dell’Anfiteatro: la sua arena che è stata bonificata, illuminata e protetta da
una ringhiera da cui i turisti potranno affacciarsi per ammirare la cosiddetta
“fossa dei leoni”. Tante e suggestive le leggende legate a questo luogo
fascinoso tra cui quelle delle lotte cruente fra i gladiatori, i giochi acquatici
con i coccodrilli e la presenza di ospiti vip in platea tra cui persino il
sanguinario Caligola.
L’Anfiteatro romano è il simbolo dei fasti della Siracusa
imperiale collegata, dalla via lata et perpetua, al resto della città. Nello
stesso sito sono ancora da scoprire le abitazioni ellenistiche nascoste tra le
erbacce e, ancora, l’arco di trionfo augusteo di cui restano le fondamenta. Ma
anche l’ippoparco dove i siracusani di età romana posteggiavano le bighe o
lasciavano i cavalli, con tanto di abbeveratoio.
Isabella di
bartolo