La Sicilia più bella è quella che non ti aspetti. Così proponiamo un viaggio tra natura, tradizione e devozione
popolare nel cuore degli Iblei, tra il sito Unesco di Pantalica e le bellezze
architettoniche barocche. Ed è qui che l’arte e il sacro s’intrecciano. La
devozione popolare incontra i fasti dell’architettura e il culto diventa la
voce della terra. Di Ferla. Degli Iblei. Quasi 4 decenni di attesa per la
riapertura della Basilica di San Sebastiano, nel cuore della
cittadina-presepe della zona montana siracusana.
Visitare Ferla significa anche conoscere la sua gente ed emozionarsi, lasciarsi coinvolgere dagli abitanti di un luogo sospeso nel tempo dove passeggiare significa anche conoscere volti, storie, bellezza e tradizioni. E dove l'arte sposa la cucina.
La visita
alla chiesa di San Sebastiano arricchisce il percorso alla scoperta di questo
scorcio degli Iblei che offre un turismo slow, alla ricerca della lentezza, del
gusto e del relax. Ma anche dei paesaggi mozzafiato che solo questi luoghi
sanno regalare a partire dalla Necropoli di Pantalica con le sue 5mila grotte
millenarie che narrano la storia più antica della Sicilia. Il sito, insignito
del riconoscimento Unesco dal 2005, è meta di escursionisti e appassionati di
storia. Dall’ingresso di Ferla, a cui si arriva percorrendo strade ricche di
vegetazione e bellezza immergendosi nella Valle dell’Anapo, si giunge nel cuore
della Riserva naturale di Pantalica aperta tutti i giorni dalle 7 alle 19 e
gestita dall’Azienda foreste demaniali.
Dal tuffo
nella natura a quello nell’arte, giungendo sino all’altura dove si estende la
piccola Ferla. Qui, oltre ad assaporare i piatti e i dolci tipici della
tradizione iblea che qui si perpetua, si può vivere l’esperienza di
un’accoglienza, appunto, “slow”. Ferla è la prima cittadina della provincia a
sperimentare l’”albergo diffuso” che trasforma le vecchie case del centro
storico in bed and breakfast. Non solo. Per venire incontro alle esigenze turistiche
più varie sono nati agriturismo, strutture ricettive immerse nel verde, aree
per i camperisti.
Immancabile,
nel tour all’interno di Ferla, la visita alla Basilica di S. Sebastiano che è
considerata tra le più belle della provincia e tra le più significative poiché
traduce in bellezza pura le modanature barocche volute dopo il sisma del 1693.
Lo stesso terremoto che distrusse la Chiesa Madre, dedicata a San Giacomo,
ricostruita con mirabile arte e che sorge sui resti di una necropoli cristiana.
Poco distante, si erga la chiesa del Carmine eretta nel XVIII secolo
caratterizzata da una sola navata ricoperta da una volta a botte mentre è
quella intitolata a Sant’Antonio la chiesa più scenografica, con stucchi e
affreschi del XVIII secolo.
Poco distante da Ferla si trova poi la piccola
Cassaro, borgo sospeso nel tempo e nel bosco di Giambra, il cui nome dall’arabo
Kars: castello, fortezza e indicava un fortilizio che identificava il nucleo
abitato nel periodo arabo. In questo luogo la natura fa rima con
l’enogastronomia poiché è in questi boschi che si coltiva la mandorla da cui si
produce un olio pregiato, conosciuto ed esportato in tutta la Sicilia, come le
noci e le pesche del territorio. A Cassaro si può passeggiare tra il verde tra
funghi, nocciole, pinoli e castagne che sono le altre produzioni di un
territorio montano che custodisce panorami di intensa bellezza.
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