A Siracusa, negli anni Ottanta, questo luogo a due passi dal centro, era lo scenario preferito per le fotografie degli sposi. Qualcuno lo ricorderà ancora tra le tappe del giorno delle nozze.
Ma per molti il Ginnasio romano – o Piccolo Teatro romano come è oggi appellato – è un monumento sconosciuto. Un sito dimenticato che, insieme ad altri gioielli archeologici quali il Tempio di Apollo e quello intitolato a Zeus, si annovera nel circuito impropriamente detto dei “monumenti minori” della città aretusea.
Un luogo sconosciuto ai turisti e fuori da qualsiasi tour organizzato, che si intravede lungo la via Elorina, la storica arteria che collegava Siracusa a Eloro. Spesso, questo scorcio della Siracusa antica è inaccessibile dalle sterpaglie che lo ricoprono nascondendo agli occhi dei turisti lo spettacolo di un emiciclo lapideo dedicato ai culti orientali e datato al I secolo dopo Cristo.
Non ci sono risorse economiche per rendere fruibile il monumento nei giorni festivi, così come nel pomeriggio. Inesistenti le legende relative alla storia e alla tipologia dell’edificio romano, ancora oggetto di analisi da parte degli studiosi del settore. Scarse le segnaletiche, del tutto assenti le ricostruzioni grafiche del sito nonostante esso sia stato protagonista di campagne di scavi in collaborazione con l’università di Padova, e curate dall’architetto Francesco Tomasello dell’università di Catania.
Ancora in termini di accoglienza turistica e fruizione, il sito è difficilmente raggiungibile: i turisti che ne scoprono l’esistenza nei libri vi si recano a piedi; nessun posteggio, infatti, esiste nei pressi dell’area archeologica, così come non è meta di navette o autobus. Eppure il sito è di grande e suggestiva bellezza, oltre che di rilevante interesse storico e archeologico. Tra le proposte che si sono susseguite quella di affidarne la gestione a società private, capaci di garantirne la fruizione. E poi, magari, la possibilità di aprirlo al pubblico e farlo divenire un luogo tra arte e natura dove ospitare eventi.
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