sabato 30 ottobre 2021

Xmas box nel segno del gusto contro lo spopolamento degli Iblei

 Una strenna natalizia per promuovere il territorio ibleo e fare luce sulle fragilità endemiche delle aree interne, soggette ad un graduale spopolamento che rischia di far scomparire interi centri abitati: questa è l’idea della cooperativa MIB- Mediblei di Palazzolo Acreide (SR) che con la Iblei Special Xmas Box esporta cinque prodotti di quattro aziende locali e lancia una sfida da supereroi: acquistando ognuna delle box, infatti, si consegna un pezzettino di futuro alle aree interne degli Iblei perché è attraverso la promozione del settore produttivo e delle aziende che generano lavoro che si può tentare un cambiamento di rotta dei flussi migratori. 



“L’idea della Iblei Special Xmas Box”, affermano i soci della cooperativa, “è arrivata nel pieno del primo lockdown dettato dalla pandemia. L’isolamento di questi territori amplificato dalla chiusura dei confini e le avveniristiche idee che sentivamo in merito alla ri-abitabilità dei borghi italiani, improvvisamente tornati di moda senza tener conto delle loro endemiche fragilità, ci ha spinti ad una riflessione: cosa possiamo fare per sottrarre i nostri territori ad una narrazione di maniera e farli conoscere anche a chi qui non è mai venuto? Così nasce Iblei Special Xmas Box, una scatola natalizia all’interno della quale è possibile trovare dei prodotti a forte vocazione territoriale e le storie di un intero territorio, che si mette in viaggio per accoglierti direttamente a casa tua”. La box contiene solo prodotti del territorio ibleo, selezionati da aziende che operano tra i Comuni di Palazzolo Acreide, Buccheri e Testa dell’Acqua, quest’ultima piccola contrada rurale al crocevia tra i Comuni di Noto e Palazzolo Acreide. Accanto al criterio della territorialità, “abbiamo operato una scelta trasversale mettendo insieme storie di giovani produttori come Sebastiano Boccaccio dell’Apicultura Leone e Irene Magro e Alessandro Trigila de Lo Zafferaneto, a quelle di veterani del territorio, come il Pastificio e non solo di Mediblei Società Cooperativa – Via Gaetano Italia, 80 Palazzolo Acreide – P.IVA 01997920895 2 di 2 Loretana Puglisi e l’olio dell’Azienda di Enzo Carpino. Soprattutto, abbiamo voluto selezionare prodotti dalle note qualità benefiche che oggi, più che mai, vanno conosciuti per essere tutelati. 


I cambiamenti climatici, infatti, insieme ai vasti incendi che hanno interessato le nostre vallate quest’estate e l’aumento dei prezzi del grano, potrebbero rendere problematico l’approvvigionamento di molte risorse nel prossimo futuro. Facendo conoscere il meglio che questa terra può offrire, ci auguriamo che si possano ulteriormente sensibilizzare i nostri consumatori su quanta attenzione e cura serve ai nostri ecosistemi per non perdere le loro ricchezze più preziose”. Ogni box contiene: una bottiglia di olio extravergine di tonda iblea da 500ml; una confettura di pere e zafferano da 200g; una confezione di miele millefiori estivo ibleo da 250g; due confezioni di pasta di formato lungo e corto da 500g insieme a un panettone agli agrumi di Sicilia da 750g. 7

Agrigento, scoperta una casa romana "restaurata" dagli antichi

 

Una casa “restaurata” già tra il III e il II secolo avanti Cristo. E’ l'eccezionale scoperta di queste ultime settimane nel Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, dove è stata riportata alla luce una serie di straordinarie pitture parietali e una pavimentazione in cocciopesto e a mosaico, perfettamente integra, parte di un’abitazione nel cosiddetto quartiere ellenistico-romano. La casa era crollata, o era stata demolita per qualche motivo, e le macerie accumulate hanno “salvato” mosaici e pavimenti in stile pompeiano. 





La scoperta è stata fatta durante la sesta campagna di scavo dell’Università di Bologna nel Quartiere ellenistico-romano di Agrigento
 - la stessa zona dove è stato scoperto il teatro  -, u
n progetto di ricerca avviato in collaborazione con il  Parco Archeologico, sotto la direzione di Giuseppe Lepore del Dipartimento di Beni culturali del Campus di Ravenna. Dal 2016 e con cadenza annuale il team dell’Università di Bologna si è dedicato all'indagine di un intero isolato (il terzo del Quartiere), con particolare attenzione alla Casa III M. E’ stata proprio quest'ultima a restituire un contesto che gli archeologi giudicano di altissimo valore scientifico, con pavimenti e pitture in perfetto stato di conservazione. Il professor Lepore spiega che “si tratta di una scoperta unica nel suo genere. Questa casa è stata ristrutturata, insieme al resto del quartiere, tra la fine del III e gli inizi del II secolo avanti Cristo ed è stata dotata di un complesso sistema di pitture parietali e di pavimenti in cocciopesto e in mosaico, articolati addirittura su due piani. Ben presto, però, forse già nella prima età imperiale, la casa crolla (oppure viene demolita intenzionalmente), cosa che ha determinato il suo straordinario stato di conservazione visto che le macerie hanno “protetto” il pavimento”. L’abitazione, estesa per circa 400 mq, presenta una monumentale pastàs (ovvero uno spazio porticato), dal quale si accede ai tre vani principali, tutti disposti sul lato nord: è stato l’ambiente centrale a riservare le maggiori sorprese durante questa campagna di scavo: ha infatti restituito, al piano terra, il pavimento in cocciopesto con inserti di pietre colorate che formano una decorazione a meandro; il crollo e le macerie che occupavano interamente lo spazio del vano, hanno restituito numerose porzioni del pavimento del piano superiore (un mosaico policromo sempre con motivo a meandro) e le relative pitture parietali, “in stile pompeiano”. 




"Continua la magnifica "stagione" archeologica della Sicilia che non finisce di riservarci sorprese straordinarie come questa: una casa che sembra uscita da un restauro per quanto è perfettamente conservata – interviene l’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà -  A dimostrazione che la politica del Governo indirizzata a far ripartire gli scavi in tutte e nove le province siciliane, va nella giusta direzione. Riportare alla luce le testimonianze del passato ci dà la possibilità di costruire il futuro della Sicilia”.

Pavimenti e pitture si possono datare, ad una prima analisi, ad un rifacimento degli inizi del I secolo avanti Cristo. Si tratta di ambienti che appartenevano ad un ceto gentilizio, gli stessi descritti da Cicerone nelle Verrine: stanze ricche di statue, tappezzeria, arazzi, argenti, con pareti affrescate e pavimenti a mosaico.

Speriamo possano continuare le ricerche – spiega l’architetto  Roberto Sciarratta, direttore della Valle dei Templi -: il Quartiere ellenistico-romano deve diventare un punto di forza del nuovo percorso che stiamo allestendo nel Parco archeologico, che collegherà  la Collina dei Templi direttamente con le terrazze superiori della città antica, che ospitano il Quartiere da una parte e il museo archeologico “Pietro Griffo” dall'altra, oltre all'area degli edifici pubblici dell'area centrale, fino all’ipogeo Giacatello. I lavori dell’Università di Bologna, di cui condividiamo gli obiettivi, si inseriscono dunque pienamente nella programmazione del Parco, volto ad ampliare l'offerta culturale ed a comunicare al meglio il proprio patrimonio”. I lavori sul campo riprenderanno l'anno prossimo, ma nel frattempo il gruppo di lavoro coordinato dal professor Lepore continuerà a lavorare e studiare i materiali rinvenuti all’interno del crollo e la ricomposizione delle pitture parietali e dei frammenti di mosaico.