Tra terme romane e tombe di cavalieri templari:
Il Complesso Monumentale della Rotonda
Il Complesso Monumentale della Rotonda
Impianto termale romano, chiesa bizantina, necropoli medievale e tanto altro ancora: è incredibile ciò che è stato e ciò che è ancora oggi il sito della Rotonda, una sorta di libro di storia della città di Catania, un monumento da leggere in maniera diacronica per apprezzarne a pieno tutto il suo valore.
L’edificio in questione è certamente uno dei più rappresentativi dell’identità del capoluogo etneo, forse persino il più importante da questo punto di vista, come dimostra l’enfasi con la quale è raffigurato nella cartografia storica cittadina, ingigantito ed in posizione gerarchica o centrale rispetto alle altre strutture, tanto che secondo alcune ricostruzioni può essere addirittura considerato come la prima cattedrale della città.
Ben presente nella tradizione locale, il complesso della Rotonda era difatti ritenuto il più antico tempio di culto etneo, nonché Pantheon pagano convertito in chiesa cristiana, consacrata da Pietro alla Vergine Maria nel 44 d.C.
Tale versione “tradizionale” è attestata anche nei primi studi moderni su Catania, sin dal Fazello, storico del XVI secolo e autore del “De Rebus Siculis Decades Duae”, mirabile esempio di topografia storica e archeologica.
Il primo a confutare questa tradizione fu il Principe di Biscari che, nel XVIII secolo, riuscì ad identificare nel sito un complesso termale di epoca romana e seppur non supportata da scavi tale intuizione si rivelò, almeno in parte, vera.
Egli, avendo osservato le vestigia di alcune terme romane rinvenute in aree limitrofe, ipotizzò l’esistenza di un grande complesso termale cittadino, che comprendesse anche la zona della Rotonda.
In realtà terme pubbliche tanto imponenti sarebbero state possibili solo per Roma e pochissime altre città dell’Impero, la Catania di allora ,però, era comunque una città opulenta nella quale fiorivano, spesso a breve distanza tra loro, diverse strutture termali, talune pubbliche e talaltre private.
La tesi del Principe di Biscari fu poi confermata dagli scavi condotti nel dopoguerra dall’archeologo Guido Libertini, che hanno portato alla luce il complesso termale romano.
La struttura circolare della Rotonda sarebbe riconducibile ad un calidarium o ad un ninfeo della prima età imperiale, poi riutilizzata come chiesa sotto il titolo di Santa Maria della Rotonda.
La grande aula ha un impianto quadrato che attraverso un articolato sistema di arcate ed esedre determina al centro un grande spazio circolare, il quale è coperto da un’imponente cupola a tutto sesto; proprio questo è il motivo del singolare nome dato all’edificio.
A sud e ad est di questa struttura conosciamo altri nove ambienti facenti parte del complesso termale.
Edificata su un pendio a nord della Rotonda, una grande cisterna (castellum aquae) era collegata ad un ramo dell’antico acquedotto che serviva a rifornire le terme, ma non solo, difatti il complesso monumentale doveva far parte di un grande sistema di adduzione delle acque che approvvigionava l’intera città.
A partire dal VI secolo, quando l’impianto termale venne dismesso e la Rotonda fu trasformata
in una chiesa, questa cisterna fu divisa in due ed entrambi i vani che se ne ricavarono furono
messi al servizio di essa.
All’esterno della struttura e negli ambienti dell’ex sacrestia è stata messa in luce una vasta
area cimiteriale risalente al IX secolo ma utilizzata almeno fino al tardo rinascimento.
Nella fattispecie sono state rinvenute numerose sepolture singole a fossa, nelle quali il corpo
del defunto era stato adagiato sulla nuda terra e poi ricoperto con blocchi di pietra lavica, un
tipo di sepoltura molto comune in epoca medievale.
Vi era addirittura un settore riservato all’inumazione dei bambini, mentre un fatto davvero
peculiare è che probabilmente ci fosse anche una tomba musulmana (almeno ciò ci
suggerisce la posizione in cui il corpo è stato deposto nella fossa).
In qualche caso, rimuovendo le pietre di copertura delle sepolture, sono stati rinvenuti scheletri
ottimamente conservati di uomini alti fra i 170 e 175 cm, una statura che in Sicilia era di gran
lunga superiore alla media dell’epoca (XII / XIII sec).
A chi potevano appartenere questi corpi?
Un enigma coinvolgente al quale non si è ancora in grado di dare una risposta certa, si
possono però formulare delle congetture tanto affascinanti quanto appropriate.
Nulla, infatti, ne ha permesso un’esatta identificazione, però gli archeologi hanno potuto datare
lo strato pertinente grazie al rinvenimento di una gran quantità di ceramiche del XII e XIII
secolo.
L’ ipotesi espressa dalla dottoressa Maria Grazia Branciforti, che effettuò gli scavi dal 2004 al
2008, è estremamente suggestiva, in quanto suggerisce che si possa trattare delle sepolture di
Cavalieri Templari.
Questo confermerebbe una controversa tesi secondo cui Federico II avrebbe concesso la
chiesa della Rotonda come luogo di culto proprio ai Templari.
Una tesi che rende questo luogo, che già trasuda storia da ogni sua pietra, ancora più
affascinante ed ammantato di mistero.
Alessio La Vina