Alla fine gli aidonesi ce l'hanno fatta e la testa di Ade sta tornando a casa. "Che
fine ha fatto la testa di Ade?" era la domanda che ormai da oltre un mese facevano alla Regione siciliana gli
abitanti di Aidone, erede della gloriosa Morgantina: città del centro Sicilia da
cui proviene il prezioso reperto restituito dal Getty museum dove era giunto a
seguito di scavi e commerci clandestini. Una domanda che coinvolgeva anche i turisti delusi davanti alle sale vuote del museo archeologico aidonese.
L’antica testa dai riccioli blu,
trafugata 40 anni fa nel sito archeologico ennese, è stata in mostra fino al 3
ottobre a Lampedusa in occasione dell’inaugurazione del “Museo della fiducia e
del dialogo” avvenuta alla presenza del presidente della Repubblica lo scorso 3
giugno. Poi nessuna notizia, tra l’ira dei residenti e la delusione dei turisti
in visita al museo archeologico di Aidone che è ormai definito dai cittadini “il
bancomat siciliano di opere d’arte”.
La
Testa di Ade, infatti, era giunta a Lampedusa dopo un’esposizione al museo
Salinas di Palermo, senza passare da Aidone. E dall’isola è stata poi
trasferita ancora una volta a Palermo, dove si trova tuttora nella sede dei
carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale, sotto sequestro. “E’ ad
Aidone che è stata trovata e qui deve tornare” gridano aidonesi e non solo
uniti in una sorta di petizione virtuale che è un appello alle istituzioni
affinché l’opera torni a casa sua e non continui il suo tour di esposizioni.
Proprio il silenzio delle istituzioni sul reperto archeologico ha scatenato una
levata di scudi affiancata da un fotomontaggio provocatorio protagonista di un
tam tam mediatico con lo sloga “chi l’ha visto?”. A farsi portavoce di
residenti e turisti è l’Archeoclub Morgantina-Aidone: “Vogliamo notizie certe
sulla Testa di Ade che appartiene al nostro territorio - dice la presidentessa
Alessandra Mirabella -. Vogliamo sapere con certezza quando rientrerà e se la
Regione intende ancora sfruttare il nostro museo come "magazzino" di
opere d'arte da spostare all’occorrenza”. Il cenno è alla mostra degli Acroliti
all’Expo di Milano, al prestito degli Argenti di Eupolemos che si trovano
ancora al Met di New york e, appunto, alla decisione di esporre la Testa di Ade
di ritorno dall’Amerina a Palermo e Lampedusa prima che a casa sua.
L’indignazione
dell’Archeoclub si acuisce di fronte alle notizie di richieste di prestito dell’opera
fuori dall’Isola. Nelle scorse settimane, gli Uffizi di Firenze hanno mostrato
interesse per gli Argenti di Eupolemos e per gli Acroliti del museo di Aidone.“Il Museo di Aidone attende da troppo tempo il
ritorno di Ade, figuriamoci se si può tollerare un prestito – dice la
presidentessa di Archeoclub -. Tra l’altro questa politica si è rivelata
infruttuosa per noi. Siamo alle solite: la vera promozione è quella fanno i singoli
difensori di Aidone o le associazioni di volontariato come la nostra; non ci
risulta che i turisti che hanno visto Ade al Salinas o a Lampedusa siano venuti
poi ad Aidone. Semmai al contrario, chi arriva qui resta profondamente deluso
per l’assenza del reperto”.
A
promuovere la Testa di Ade e il sito archeologico a cui appartiene è Serena
Raffiotta, l’archeologa che ha scoperto il ricciolo blu nel magazzino del museo
avviando le operazioni di riconoscimento del reperto in America.
Isabella
di bartolo
riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento